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Lectio del 21.11.24
169 – 21 Novembre 2024 –
Miele: Cl 1,15-18
Nell’ultimo appuntamento prima della festa di Cristo Re e la chiusura dell’anno liturgico dela Chiesa, abbiamo scelto di accogliere e fare nostra, come Miele dalla Roccia della Parola, uno dei testi più importanti di rivelazione sul mistero di Dio in Cristo: il cosiddetto “inno cristologico” della lettera di Paolo ai Colossesi: Cl 1,12-20. Per la nostra memoria abbiamo scelto alcuni versetti, ma l’inno nella sua interezza è una meravigliosa rivelazione del mistero di Dio in Gesù Cristo. Questo il testo di tutto l’inno in Cl 1,12-20:
[12] ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
[13] È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
[14] per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati.
[15] Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione,
[16] perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
[17] Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono.
[18] Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
[19] È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza
[20] e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.
Pur ovviamente non vietando a nessuno di accogliere e imparare a memoria tutto l’inno, di questo testo abbiamo scelto, per farlo entrare nel repertorio delle Parole-Miele questi versetti (1,15-18):
[15] Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione,
[16] perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
[17] Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono.
[18] Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
Complementare all’inno della lettera agli Efesini, questo splendido testo di lode (sempre, ci insegna Paolo, partire e vivere in un ambiente di grazie, di lode, di “restituzione” al Padre dei suoi doni) ci annuncia la persona del Figlio di Dio, Dio e uomo, nell’eternità e nel tempo. Veramente Gesù Cristo re dell’universo. “Re” cioè che regge, che fa vivere, che non fa sprofondare nel nulla, tutto e tutti, l’universo e ogni esistenza in esso
Cristo Gesù, “icona” visibile del Dio invisibile è da sempre il primo pensiero del Padre, seconda persona di quel Dio che noi abbiamo accolto rivelato come tre Persone in una sola natura: Padre, Figlio e Spirito Santo.
In lui, per mezzo di lui e in vista di lui tre dimensioni: 1) tutto è stato ed è creato per mezzo di lui; 2) tutto esiste per camminare verso di lui, verso una comunione eterna con Dio Trinità (in vista di lui); 3) oggi e per sempre lui è la mano divina che sorregge l’universo e lo fa vivere (la parola “in lui sussistono”).
E come annuncia anche Efesini, tutto avviene nella storia, nell’insieme dei “tempi” di Dio e degli uomini, realizzando un cammino verso la “cristificazione” dell’universo, perché tutti e tutto, anche se in modi e intensità diverse, siano aggregati alla Testa, Cristo, come un Corpo vivo, la sua Chiesa, sua comunità e Presenza vitale nel mondo.
E questo, abbiamo detto, vale, secondo noi credenti, non solo per noi credenti consapevoli, ma per tutti e tutto. Infatti non sono gli uomini a dare senso alla loro vita e a salvarla dalla morte, ma è solo il dono gratuito del Cristo nel suo Spirito Santo che crea e fa vivere l’universo. E questo nonostante che l’uomo si “impegni” proprio troppo spesso ad andare contro Dio e dunque contro la Vita, la Verità e quindi anche contro la sua vita e la sua verità!
Qualcuno all’incontro ha chiesto: e se tutto questo fosse una “proiezione” del desiderio di felicità che è nell’uomo e della voglia che la paura sia vinta? Finché tutto non “sarà chiaro”, alla fine del cammino, possiamo senz’altro fare le ipotesi che ci nascono nel cuore. Fa parte del cammino. Ma abbiamo ricordato che, come dice tutta la tradizione teologica e spirituale della Chiesa, se conoscessimo solo le cose sperimentate sulla terra, come mai da secoli facciamo l’ipotesi di Dio e insieme il nostro desiderio ha bisogno di spingersi oltre la morte e nell’infinito? E perché avere nel cuore bisogni di giustizia, di pace, di amore?
Ora nella storia si è presentato questo cammino, storia dentro la storia, che ci propone di riconoscere un baricentro del mondo fuori dal mondo. E Agostino che dice: “ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”.
A tutti noi e al mondo l’augurio di riposare, come Giovanni, sul cuore di Gesù Cristo, Signore e Re dell’universo!