VAI AL VIDEO RIASSUNTIVO SU YOU TUBE

16 Gennaio 2025

176 – 16 Gennaio 2025  –
Miele: Gv 17,20-23: Che siano una cosa sola

 

Abbiamo vissuto il nostro incontro del giovedì mentre era in corso la “Settimana di preghiere per l’unità di tutti i cristiani”. Abbiamo pregato per questo? Abbiamo rinnovato la sofferenza che dura ormai da troppo tempo per le divisioni tra i credenti in Cristo? Eppure lui è stato chiaro, anzi chiarissimo e tra le sue parole per l’unità, i suoi aneliti all’unità, l’offerta di se stesso per l’unità di tutti i suoi, abbiamo accolto come “miele della settimana” le parole a lui attribuite nel capitolo 17 del Vangelo secondo Giovanni, proprio la “Preghiera per l’unità” mentre Gesù è nell’Orto degli Ulivi e si prepara ad andare a soffrire e morire per “riunire insieme i figli di Dio che sono dispersi” (così in Gv 11,46!!). Della lunga preghiera, che preghiamo di dire, di ripetere, di imparare a memoria, abbiamo scelto questi quattro versetti, che sono al cuore della preghiera per l’unità. Dentro ci siamo anche noi, noi che per la parola degli Apostoli e di tutti i testimoni di Gesù lungo i secoli abbiamo deciso di dare la nostra fiducia, il nostro assenso di fede a lui, al Padre, allo Spirito di verità e di sapienza:

 

[20] Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola:

[21] perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

[22] E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa.

[23] Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.

 

C’è un collegamento forte tra l’unità che c’è tra il Padre e il Figlio e l’unità che vuole tra loro e tutti noi: uniti noi con loro, Dio Trinità, come c’è una unità ineffabile fra le tre persone divine!

Dunque, come sempre in Giovanni, la semplice enunciazione di verità, delle semplici affermazioni (che tutti siano una cosa sola come noi) si approfondisce in un infinito di verità e di eternità in cui siamo chiamati ad addentrarci, ma che la nostra testa e il nostro cuore fanno tanta fatica a penetrare, a “capire”. Si tratta piuttosto di “accogliere” da parte nostra, di accogliere nell’obbedienza e nell’amore. Accogliere che cosa? Accogliere una traasformazione della nostra vita umana, che in un modo misterioso ma reale è chiamata ad “addentrarsi” dentro la vita stessa di Dio, ad arrivare in qualche modo ad “essere partecipi della vita di Dio, della natura di Dio”, secondo la famosa frase della seconda lettera di Pietro (2Pt 1,4). Anche se questo non vuol dire che diveniamo “come” Dio, di quello che Dio è, ma siamo “figli adottivi”, “partecipi”, da lui rivestiti di vita e di luce.

Dunque essere uniti tra noi, amarci, servirci, e prima di tutto accoglierci e sempre perdonarci è il primo passo per un “viaggio” nel divino, “dentro” Dio. L’altro che vedi, ti fa vedere “in filigrana” Dio che non vedi. Essere uno nell’umanità, nell’amore che lega gli esseri umani, diventa la via privilegiata per essere “con” Dio, in qualche modo “dentro” Dio, “come” Dio, “abitati” da Dio. Come non ricordare Gv 14,23, [23] Gli rispose Gesù [a Giuda, non l’Iscariota]: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. E la sua parola centrale e definitiva la sappiamo molto bene: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.. (Gv 13,34).