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27 Marzo 2025
184 – 27 Marzo 2025 –
Miele: 2Gv 1-3: Amare nella verità
Giovedì ci siamo regalati una frase (e il suo contesto) dalla piccola ma “saporita” seconda lettera di Giovanni. Parla di “amore nella verità”:
figli che amo nella verità (v. 1)
[1] Io, il Presbìtero, alla Signora eletta da Dio e ai suoi figli, che amo nella verità, e non io soltanto, ma tutti quelli che hanno conosciuto la verità,
[2] a causa della verità che rimane in noi e sarà con noi in eterno:
[3] grazia, misericordia e pace saranno con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell’amore.
In questo piccolo biglietto che l’anziano (Presbitero) Giovanni invia ad una comunità chiamata “Signora” (e di sé dice che fa parte della comunità nominata “L’Eletta”) egli mette al centro il binomio amore e verità, come credo abbia sempre fatto sia nel Vangelo che nelle altre sue lettere e nell’Apocalisse. Non stiamo qui a trattare di nuovo la problematica se il Giovanni autore di questi scritti sia una sola persona, sia l’apostolo di Gesù, oppure si tratta di persone diverse. A noi piace pensarlo una persona sola, il famoso apostolo anziano di Efeso di cui parlava Ireneo. Certamente è uno che parla con autorità e ha le idee molto chiare, e comunque vicine a quelle degli altri scritti giovannei.
La cosa che abbiamo notato subito è le tante volte che in poche righe citano la verità e poi anche l’amore:
..amo nella verità
..hanno conosciuto la verità
..a causa dell verità che rimane in noi e sarà con no in eterno
..da parte di Gesù Cristo nella verità e nell’amore..
Indubbiamente questi versetti ci hanno ricodato subito la fondamentale affermazione del Signore nell’ultima cena del Vangelo: “Io sono la Via, la Verità, la Vita” (Gv 14,6).
Dunque Giovanni ama i figli della comunità in Gesù che è la Verità del Padre, che è il Figlio del Padre, che è l’amore del Padre con e nello Spirito Santo.
Ma, facendo un piccolo passo indietro, ci siamo chiesti: che cosa è la “verità”. A prescindere da ogni valutazione, tipo vero-falso, bene-male, anzitutto la verità è l’adeguamento di qualcosa alla regola che la costituisce e definisce. La verità del pianoforte è di essere uno strumento per suonare. E via con miliardi di altri esempi. Ma chi è che ha costituito e dà validità ad ogni “schema di conformità” alla “corrispondenza che è verità” tra qualunque cosa e chi l’ha generata all’essere?
Per noi che abbiamo accettato Gesù come Verità del Padre e del mondo egli è la Verità, cioè Colui che stabilisce l’essere e la formula cui ogni cosa si deve adeguare per vivere la “verità del suo essere”.
Dice ad esempio Gesù “amate i vostri nemici perché siate figli del Padre”. Cosa definisce come “verità” del nostro essere e del nostro agire se non che noi “siamo fatti per” amare, amare tutti, fino ai nemici; e che noi “siamo fatti per” essere figli del Padre del cielo, dell’Abbà.
Dunque “che amo nella verità” vuol dire “che amo in Gesù verità”, e quindi li amo se “si allineano” alla verità del loro essere, se credono e vivono da figli di Dio e da fratelli di Gesù. Per cui chi non accoglie e non segue la verità (che è Cristo) non è realizzato, e quindi non fa parte della comunità del Risorto, che è “verità della comunione” voluta da Dio.
E qui abbiamo anche parlato dello stile che dovrebbe essere il nostro, così tanto raccomandato dallo Scritture e dai Padri spirituali della Chiesa: lo diciamo con la sintesi di Agostino “amare le persone, odiare e perseguitare il loro vizio”. Amare nella verità è dunque essere “figli di parlar chiaro”, riuscire (oggi si dice: con tutto il tatto possibile) ad annunciare la verità a noi stessi e agli altri in ogni situazione, costi quello che costi. Ricordiamo Paolo nella 2Tm 4: annuncia a tempo e fuori tempo, esorta, correggi, rimprovera..
Oggi purtoppo (forse per gli eccessi vissuti in anni e secoli addietro) si fa fatica ad annunciare la verità in ogni situazione (un aborto ad esempio nella verità che è Gesù Dio della vita è sempre e comunque un omicidio!) e spesso tendiamo a non parlare e lasciare fare a tutti “quello che vogliono”, in particolare ai bambini e ai giovani.. Bene, ma poi non dovremmo lamentarci se non seguono la verità della loro vita e la vocazione umana alla costruzione delle persone e della società.. “Che male c’è?”: se domina questa visione nulla è chiamato ad adeguarsi, ad allinearsi a nulla, nulla è chiamato ad essere giudicato, e magari corretto, in base alla Verità che sola dice la vera dimensione del nostro essere e del nostro vivere..