Lectio del 11 e 18.8.22

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Testo:

[1] Paolo si recò anche a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco:

[2] era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio.

[3] Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco.

[4] Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero.

[5] Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.

[6] Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galazia, poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia.

[7] Giunti verso la Mìsia, cercavano di passare in Bitìnia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro;

[8] così, lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade.

[9] Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedonia e aiutaci!».

[10] Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo.

[11] Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli

[12] e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedonia. Restammo in questa città alcuni giorni.

[13] Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite.

[14] Ad ascoltare c’era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo.

[15] Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa». E ci costrinse ad accettare.

[16] Mentre andavamo alla preghiera, venne verso di noi una schiava che aveva uno spirito di divinazione: costei, facendo l’indovina, procurava molto guadagno ai suoi padroni.

[17] Ella si mise a seguire Paolo e noi, gridando: «Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza».

[18] Così fece per molti giorni, finché Paolo, mal sopportando la cosa, si rivolse allo spirito e disse: «In nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei». E all’istante lo spirito uscì.

[19] Ma i padroni di lei, vedendo che era svanita la speranza del loro guadagno, presero Paolo e Sila e li trascinarono nella piazza principale davanti ai capi della città.

[20] Presentandoli ai magistrati dissero: «Questi uomini gettano il disordine nella nostra città; sono Giudei

[21] e predicano usanze che a noi Romani non è lecito accogliere né praticare».

[22] La folla allora insorse contro di loro e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli

[23] e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia.

[24] Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.

[25] Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli.

[26] D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.

[27] Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti.

[28] Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui».

[29] Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila;

[30] poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?».

[31] Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia».

[32] E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.

[33] Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi;

[34] poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

[35] Fattosi giorno, i magistrati inviarono le guardie a dire: «Rimetti in libertà quegli uomini!».

[36] Il carceriere riferì a Paolo questo messaggio: «I magistrati hanno dato ordine di lasciarvi andare! Uscite dunque e andate in pace».

[37] Ma Paolo disse alle guardie: «Ci hanno percosso in pubblico e senza processo, pur essendo noi cittadini romani, e ci hanno gettato in carcere; e ora ci fanno uscire di nascosto? No davvero! Vengano loro di persona a condurci fuori!».

[38] E le guardie riferirono ai magistrati queste parole. All’udire che erano cittadini romani, si spaventarono;

[39] vennero e si scusarono con loro; poi li fecero uscire e li pregarono di andarsene dalla città.

[40] Usciti dal carcere, si recarono a casa di Lidia, dove incontrarono i fratelli, li esortarono e partirono.

 

Analisi e riflessione (di preparazione)

 

Sintesi per comunicare (Broadcasts su WhatsApp, EMail, Sito..)

Nell’amore onniveggente e onnipresente del Signore Gesù, Re dell’universo

Giovedì abbiamo iniziato la lectio divina sulla lettera ai Filippesi, ripetendo per la seconda volta l’introduzione già fatta, leggendo insieme e commentando At 16.

Abbiamo iniziato rinfrescando alla memoria di tutti i momenti della LECTIO DIVINA (dal libro “La Roccia e il Soffio”):

  1. PRAEPARATIO (Preparazione)

Ci si prepara all’incontro con il Signore e la sua Parola. Con il silenzio. Con l’invocazione dell’intercessione dei Santi. Con la celebrazione di un salmo cantato o recitato. Si “crea l’atmosfera” per l’incontro.

  1. LECTIO (Proclamazione)

La pericope della Parola di Dio che forma l’oggetto della lectio viene proclamata solennemente dal lettore. Adagio, scandendo le parole e i periodi, senza fretta né interiore, né esteriore.

  1. EXPLANATIO (Spiegazione – esegesi – commento)

Il maestro, o più semplicemente chi presiede la lectio (tra i monaci è l’abate), commenta il brano biblico. Cerca di situarlo nel contesto biblico, ne fa l’esegesi letterale e spirituale, usando varie chiavi di lettura. Lettura storica, lettura trinitaria, lettura cristologica, lettura ecclesiale, lettura antropologica, lettura escatologica. Il taglio fondamentale rimane però una lettura spirituale, nello Spirito, laddove la Parola diventa Parola-per-me, accadimento di Parola annunciata a me, a noi, qui e ora; la Parola come avvenimento vivo che chiama a conversione e provoca il cuore.

  1. RUMINATIO (Ruminazione – Meditazione – Silenzio)

E’ il momento del confronto personale con la Parola. L’ascolto prima e la spiegazione poi vengono girati e rigirati nel mondo interiore, in silenzio, con atti di volta in volta di amore, di offerta, di richiesta, di adorazione, di interrogazione. E’ il colloquio interiore tra il credente e la Trinità che abita per la fede nei nostri cuori.

  1. COMMUNICATIO (Comunicazione – Condivisione – Risonanza)

Semplicemente, in una atmosfera di ascolto vicendevole e di preghiera (e quindi non di dibattito o di contrapposizione), ognuno mette semplicemente a disposizione degli altri quello che ha scoperto nel suo mondo interiore. Il tutto per edificarsi a vicenda e aiutarsi nel cammino, senza giudicarsi, senza lasciarsi indietro. Perché la Parola edifichi la Chiesa nella carità.

  1. ORATIO (Preghiera)

La Parola viene ora pregata, in forma condivisa, con semplicità, partendo dal cuore di ognuno. Quando detto, meditato, ascoltato e condiviso viene restituito al Padre, come adorazione, offerta, ringraziamento e intercessione. La preghiera abbia come tema specifico la Parola che è l’oggetto della lectio.

  1. ACTIO (Azione – Proposito – Impegno)

Il momento finale, insieme personale e comunitario, in cui ognuno e la comunità riunita fanno almeno un proposito, perché la Parola sia portata nella vita. E’ il momento della conversione, come quel giorno a Gerusalemme la folla dopo il discorso di Pietro: “Cosa dobbiamo fare?” (At 2,37). Ogni vero ascolto, fatto con cuore libero e sincero non può non sfociare in questa domanda, non può non invadere la vita e cambiarla dal di dentro.

 

Poi abbiamo letto insieme e commentato brevemente Atti 16. Luca parla in prima persona plurale: sono le cosiddette “sezioni noi” degli Atti, dove si dimostra la sua personale presenza alle vicende.

Filippi è la prima città “europea” ad essere evangelizzata da Paolo. In essa spicca la stupenda persona di Lidia, che si converte al Cristo e fa della sua casa la prima chiesa d’Europa. Le cose poi si omplicano un po’ per via di bastonate e prigione per Paolo e compagni, ma la potenza del Cristo Salvatore aggiuta ogni cosa.. E così Filippi sarà tra le comunità più vicine al cuore di Paolo e uno degli esempi più belli dell’essere comunità cristiana..