Lectio del 13.10.22

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077 – Lectio su Fl 1,15-20

 

Testo:

 

15  τινὲς μὲν καὶ διὰ φθόνον καὶ ἔριν, τινὲς δὲ καὶ δι᾽ εὐδοκίαν τὸν Χριστὸν κηρύσσουσιν·

[15] Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti.

 

16  οἱ μὲν ἐξ ἀγάπης, εἰδότες ὅτι εἰς ἀπολογίαν τοῦ εὐαγγελίου κεῖμαι,

[16] Questi lo fanno per amore, sapendo che io sono stato incaricato della difesa del Vangelo;

 

17  οἱ δὲ ἐξ ἐριθείας τὸν Χριστὸν καταγγέλλουσιν, οὐχ ἁγνῶς, οἰόμενοι θλῖψιν ἐγείρειν τοῖς δεσμοῖς μου.

[17] quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non rette, pensando di accrescere dolore alle mie catene.

 

18  Τί γάρ; πλὴν ὅτι παντὶ τρόπῳ, εἴτε προφάσει εἴτε ἀληθείᾳ, Χριστὸς καταγγέλλεται, καὶ ἐν τούτῳ χαίρω. Ἀλλὰ καὶ χαρήσομαι,

[18] Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene.

 

19  οἶδα γὰρ ὅτι τοῦτό μοι ἀποβήσεται εἰς σωτηρίαν διὰ τῆς ὑμῶν δεήσεως καὶ ἐπιχορηγίας τοῦ πνεύματος Ἰησοῦ Χριστοῦ

[19] So infatti che questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo,

 

20  κατὰ τὴν ἀποκαραδοκίαν καὶ ἐλπίδα μου, ὅτι ἐν οὐδενὶ αἰσχυνθήσομαι ἀλλ᾽ ἐν πάσῃ παρρησίᾳ ὡς πάντοτε καὶ νῦν μεγαλυνθήσεται Χριστὸς ἐν τῷ σώματί μου, εἴτε διὰ ζωῆς εἴτε διὰ θανάτου.

[20] secondo la mia ardente attesa e la speranza che in nulla rimarrò deluso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.

 

Analisi e riflessione (di preparazione)

Sintesi per comunicare (Broadcasts su WhatsApp, EMail, Sito..)

In questo brano della lettera di Paolo ai Filippesi c’è una lezione di vita veramente mirabile e assolutamente attuale:

[18] Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per convenienza o per sincerità, Cristo venga annunciato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene.

La mia gioia, dice Paolo, nasce dal Padre in Gesù Cristo nell’amore avvolgente dello Spirito e dunque il mio primo interesse, che a sua volta mi procura una grande gioia, è l’annuncio di quell’amore, il poterlo far conoscere e condividere da tante persone, possibilmente da tutte.

Dunque che questa diffusione del Vangelo, questo parlare di Dio e di Cristo, avvenga attraverso l’annuncio di persone stupende e credenti, impegnate sia nella parola che nell’amore, oppure avvenga attraverso persone che annunciano pensando di provocare invidia e risentimento in Paolo, tutto questo non ha alcuna importanza. Purché Cristo venga annunciato!

Grande parola e attuale parola. La vita della comunità umana e anche cristiana è sempre piena di gente in gamba e di gente portato ad essere maligna, invidiosa, maldicente, impegnata spesso a rovinare la vita degli altri. Dicevo Agostino di non aver mai conosciuto gente così brava e in gamba come quella che è nei monasteri e insieme di non aver mai conosciuto gente così cattiva e perversa come tanti che vivono nei monasteri! Non per nulla Gesù ci parla di grano e zizzania, insieme, mescolati.

Ma tornando al discorso di Paolo in questo brano della lettera ai Filippesi, abbiamo enunciato un principio importantissimo e anche molto concreto: concretamente, ogni giorno, quello che è importante è che Cristo venga annunciato. Poi quella parola in qualche modo annunciata e portata da qualcuno seguirà la sua strada autonoma, il suo percorso, darà e distriuirà la sua forza, sempre secondo la logica di Is 55: una volta lanciata nel mondo la Parola porter il suo frutto e nessuno potrà fermarla..

Quindi coloro che pensavano di recare sofferenza al cuore di Paolo (probabilmente i cosiddetti “giudaizzanti”) comprendano bene di essere ringraziati da Paolo e dalla comunità credente, se in qualche modo, anche solo per interesse materiale o per sentimenti non trasparenti a livello spirituale, annunciano Dio e il suo Cristo.

Il coraggio a viso aperto (“parresìa”) deve rimanere e anzi crescere..