Lectio del 3.11.22

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080 – Lectio su Fl 2,1-4

 

Testo:

 1  Εἴ τις οὖν παράκλησις ἐν Χριστῷ, εἴ τι παραμύθιον ἀγάπης, εἴ τις κοινωνία πνεύματος, εἴ τις σπλάγχνα καὶ οἰκτιρμοί,

[1] Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione,

 

2  πληρώσατέ μου τὴν χαρὰν ἵνα τὸ αὐτὸ φρονῆτε, τὴν αὐτὴν ἀγάπην ἔχοντες, σύμψυχοι, τὸ ἓν φρονοῦντες,

[2] rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.

 

3  μηδὲν κατ᾽ ἐριθείαν μηδὲ κατὰ κενοδοξίαν ἀλλὰ τῇ ταπεινοφροσύνῃ ἀλλήλους ἡγούμενοι ὑπερέχοντας ἑαυτῶν,

[3] Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso.

 

4  μὴ τὰ ἑαυτῶν ἕκαστος σκοποῦντες ἀλλὰ [καὶ] τὰ ἑτέρων ἕκαστοι.

[4] Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri.

 

Preparazione

  1. v. 4 παραμύθιον ἀγάπης: il “sussurrare all’orecchio” confidenzialmente con carità

 

Sintesi per comunicare (Broadcasts su WhatsApp, EMail, Sito..)

 

Giovedì abbiamo messo al centro della nostra lectio divina i primi quattro versetti del secondo capitolo della lettera di Paolo ai Filippesi. In essi il tema è lo stesso dei versetti finali del primo capitolo che abbiamo accolo la volta scorsa. Ma ora l’unione dei cuori in comunità, con conseguenze di amore, compassione, carità, unanimità, rispetto, umiltà, tutto questo viene ricondotto ancora una volta al centro di tutto, a colui che è il centro di tutto, Gesù Cristo. Abbiamo Cristo con noi, siamo suo corpo, e vivendo da suo corpo abbiamo la sua consolazione, la sua gioia, che ci spinge a non essere egoisti, a non essere alla ricerca del nostro interesse personale, di ciò che ci è utile o ci piace, ma ci porta a condividere al punto mettere prima l’interesse dei fratelli e delle sorelle piuttosto che il nostro proprio. Sant’Agostino, che aveva ben imparato la lezione del Cristo umile, scrisse nella sua Regola ai servi di Dio, che dovevano organizzare la via della comunità proprio in questo modo: essere un cuore solo e un’anima sola cercando prima il bene di tutti e poi il proprio. Scrisse: “Vi renderete conto del vostro spirituale avanzamento proprio quando avrete cura delle cose comuni che non delle vostre”. E’ bello comunque notare che tutto questo è avvolto in una atmosfera di gioia, di consolazione, di umiltà.. La comunità cristiana, nel suo essere corpo del Risorto, possibilmente visibile a tutto il mondo attorno a noi, non deve avere connotazioni di egoismo, di contrapposizione, di ricerca di interesse, ma deve essere un anticipo di quando Dio sarà “tutto in tutti” (1Co 15,28). E tutto questo sempre e comunque prendendo forza da quel centro vitale che è il Risorto e Vivente tra noi, Gesù, e riconducendo tutto a lui per la gloria del Padre. Così Paolo è pronto per annunciare la vicenda personale del Cristo Signore.