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092 – Lectio su Fl 4,8-9

 

Lectio del 26.1.23

 

Testo:

 

8  Τὸ λοιπόν, ἀδελφοί, ὅσα ἐστὶν ἀληθῆ, ὅσα σεμνά, ὅσα δίκαια, ὅσα ἁγνά, ὅσα προσφιλῆ, ὅσα εὔφημα, εἴ τις ἀρετὴ καὶ εἴ τις ἔπαινος, ταῦτα λογίζεσθε·

[8] In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.

 9  ἃ καὶ ἐμάθετε καὶ παρελάβετε καὶ ἠκούσατε καὶ εἴδετε ἐν ἐμοί, ταῦτα πράσσετε· καὶ ὁ θεὸς τῆς εἰρήνης ἔσται μεθ᾽ ὑμῶν.

[9] Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!

 

Sintesi per comunicare (Sito..)

 

Giovedì Filippesi 4,8-9 per la nostra lectio divina settimanale. Solo due versetti, ma un mondo, un mondo di bene e di possibilità. In questi due versetti tutta la vitalità e l’ottimismo di Paolo apostolo. Uno dei pochi brani dove non nomina Gesù, anche se “il Dio della pace” chi è se non Gesù, lui, la nostra Pace?

Ci sono due tematiche in questi due versetti, una già espressa e qui riassunta e una oserei dire, nuova. Quella già espressa è il versetto 9. Già da molti versetti Paolo propone se stesso, la sua fede, il suo amore per Gesù, il suo impegno per il Vangelo come “tipo”, esempio, modalità su cui disegnare liberamente la nostra vita. Tre verbi: veduto, ricevuto, ascoltato in me: le parole ascoltate dell’annuncio del Vangelo di Cristo, la vita concreta di Paolo osservata da vicino in ogni situazione, e poi quel “ricevuto”: in lui ci è venuto il dono gratuito di Dio in Cristo. E noi (qui parla ai fratelli credenti di Filippi) abbiamo ricevuto con gioia questa grazia, questa esistenza che, se la condividiamo con tutto il cuore, ci porterà dal tempo all’eternità.

La seconda tematica, il versetto 8, ha qualcosa di nuovo e inimmaginabile nel Cristianesimo: praticamente Paolo dice a se stesso e ai suoi che la vita come tale, in tutte le sue espressioni, in tutti i suoi elementi costitutivi è una chiamata a ricevere dal Padre in Cristo e a rinnovare, ripetere, attualizzare in noi, per la potenza dello Spirito. La fede non è soltanto l’argomento specifico del Vangelo, del rito, della preghiera, ecc.. Confini della Chiesa e Chiesa senza confini. Fede è accogliere tutto da Dio e accoglierlo come dono e benedizione. Insomma, il cristiano, dice Paolo, è chiamato ad essere “cattolico”, universale, aperto a tutto e a tutti, ad ogni valore e ad ogni persona, ad essere positivo in ogni situazione, a valorizzare anche un lumicino dalla fiamma smorta. L’umanità come tale, con tutte le sue espressioni e le sue potenzialità viene da Dio ed è un dono di Dio in Cristo. C’è tanto male nel mondo, ma c’è anche tanto bene. E ogni valore positivo dovunque sia e comunque si esprima ci appartiene perché viene tutto da Dio in Cristo. Quale apertura verso le mille e mille esperienze ed esistenze diverse che ci sono oggi negli otto miliardi di individui che abitano il mondo! Fare bene, dire bene, risplendere di bene, accogliere, condividere, coltivare, costruire e chissà quanti altri verbi potrebbero esprimere questa realtà. Diceva Gesù “chi non è contro di voi è con voi”. Quale impegno a condividere e valorizzare ogni scintilla di bene, ogni esperienza di vita e vitalità che sono presenti intorno a noi! Per noi Gesù rimane la Verità assoluta e centrale ma quanti frammenti di bene in chiunque (“semi del Logos”, spermata tou Logou) dicevano i Padri. Il cristiano e la cristiana si riscoprano ogni giorno accoglienti!