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8 Luglio 2024
144. Lunedì 8 Luglio 2024
65. Eb – Lettera agli Ebrei (5)
Lunedì eravamo veramente pochi e allora ci siamo messi giù ad approfondire uno dei tanti passi complessi e difficili della meravigliosa lettera agli Ebrei. E così questo brano accolto e meditato lo consegniamo a tutti voi. Si tratta di Eb 10,23-31. Qui Apollo comincia a tirare conseguenze concrete per la vita quotidiana dei credenti, per ciò che avviene nel loro cuore e ciò che si deve concretizzare nella loro vita:
“[23] Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
[24] Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone.
[25] Non disertiamo le nostre riunioni, come alcuni hanno l’abitudine di fare, ma esortiamoci a vicenda, tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.
[26] Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati,
[27] ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli.
[28] Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni.
[29] Di quanto peggiore castigo pensate che sarà giudicato meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell’alleanza, dal quale è stato santificato, e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?
[30] Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo.
[31] È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!”
Ci siamo chiesti: quando valgono testi come questi per la nostra vita di oggi?
Per prima cosa abbiamo sottolineato quel principio di vita e comportamento che abbiamo chiamato “molecola”: all’interno di una comunione e consonanza di fondo, in base alla struttura della nostra personalità, alla nostra storia, ai nostri approfondimenti e soprattutto al dono dello Spirito, è di fatto possibile, sia nella stessa Parola di Dio che nella storia della comunità credente che convivano convinzioni e prassi piuttosto diverse che vanno a motivare la coscienza e le scelte di ognuno. Alla fine, accolti i principi della vita comune nella fede del Signore, è possibile che le persone affermino e uniformino la vita anche a impostazioni piuttosto diverse fra loro. Pur nel rispetto e nella carità verso tutti ognuno poi vive secondo come la sua coscienza credente, invocando lo Spirito, interpreta la Parola di Dio,
Sappiamo che sono discorsi difficili e normalmente evitati, però l’approfondimento della fede (che non è solo cuore e sentimento ma anche luce interiore e comprensione dei ritmi dell’universo esteriore e interiore) richiede una attività di ricerca di luce e di comprensione più alta e profonda di una normale vita umana. E’ la famosa vita “da illuminati” “da persone adulte” di cui abbiamo parlato nel cap. 5-6.
Nel caso presente di questi versetti, ci siamo anzitutto resi conto che la condivisione e partecipazione comunitaria nelle nostre comunità ha problemi fin dall’inizio del Cristianesimo. E poi che la coscienza di Apollo grida che una volta convertiti al Dio Vivente, se si torna indietro con il peccato non esiste una possibilità di ripartenza. Sappiamo bene che la Chiesa nei secoli ha compreso queste cose alla luce di Gesù e del suo Spirito in maniera diversa, ma la serietà della conversione e della vita cristiana rimane per tutti, allora come adesso perché “è terribile cadere nelle mani del Dio Vivente”. Ora sappiamo bene che nella visione di fede ormai accettata da tutti noi il Padre è soprattutto un Padre di misericordia, che ci perdona, ci accoglie e ci salva in Gesù con la potenza del suo Spirito. Ma le parole della lettera gli Ebrei ci indirizzano comunque verso una serietà di vita, nel cuore e nelle opere, che rimane tale, perché il Padre in Gesù e con lo Spirito è stato e sarà sempre serio e fedele con noi!