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9 Dicembre 2024

161. Lunedì 9 Dicembre 2024
73 – Ap – Apocalisse (5) – Cap. 4.Dio

 

Lunedì, per la Scuola della Parola, abbiamo accolto e conosciuto il capitolo 4 dell’Apocalisse. Dopo l’invito delle sette lettere alle chiese-Chiesa, comincia la “corsa” della storia dall’inizio alla fine, profeticamente raccontata dal veggente Giovanni attraverso i simboli dell’Antico Testamento.

E questo cammino comincia in cielo, nel cielo di Dio. Il capitolo 4 innalza lo sguardo laddove attraverso una piccola porta che è aperta (la rivelazione prima di Cristo) si intravede l’Eterno prima del tempo, creatore del tempo e Signore totale del tempo e dell’eternità. Dunque sullo sfondo di ogni esistenza e di ogni storia c’è una Presenza che è insieme conosciuta e sconosciuta, definita come “Uno” seduto su un trono, dunque re dell’universo, insieme conosciuto e sconosciuto, senza volto. Solo luce e potenza.

Tutto di lui e attorno a lui risplende di luce e di gloria, e tutto grida la sua lode. L’immensa “corte” attorno a questa figura misteriosa è costituita da milioni di esseri che gridano “Gloria” a Colui “che è, che era e che viene”. Il Dio intuito come unico Dio e insieme Trinità di Persone viventi e sante.

La visione di questo Uno richiama senz’altro alcune visioni simboliche dell’Antico Testamento che dobbiamo certamente conoscere e andare a rileggere: la visione iniziale di Dio nel profeta Ezechiele (Dio, pietre preziose, quattro esseri viventi..) e poi nella vocazione di Isaia nel Tempio di Gerusalemme (Is 6) e infine nella breve ma significativa visione del profeta Michea in 1Re 22,19ss: Dio seduto in trono “circondato da tutto l’esercito del cielo”.

Nella visione di Ezechiele l’attenzione è rivolta principalmente ai quattro esseri viventi con ali e sembianze umane e animali (uomo-leone-bue-aquila) e questa presenza viene riportata anche qui. Si tratta dell’importante numero 4, la terra nella sua storia e nella sua geografia, i 4 venti, i 4 grandi imperi antichi ecc.. Si tratta di esseri che sono sorgente di vita qualunque cosa e realtà essi animino. Essi sono gli intermediari tra il Dio Onnipotente ed eterno e tutte le esistenze create, nel cielo e sulla terra.

Ricordiamo che per il veggente Giovanni come pure per tutti i suoi contemporanei il mondo non poteva venire a contatto con la divinità senza essere incenerito. E allora ecco l'”esercito” del cielo, angeli in tutte le loro categorie e gerarchie angeliche, intermediari tra Dio e il mondo, inviati (in moto perpetuo!) a far vivere il mondo e tutti i suoi abitanti…

In più rispetto alla visione di Ezechiele, nel nostro testo lo sguardo si allarga anche agli esseri celesti più importanti, cioè le intelligenze che presiedono gli astri e i pianeti. Qui sono rappresentate da anziani (vegliardi, antichi di giorni..) in un numero simbolico importante: sono 24 (12×2) e quindi sono la perfezione delle stelle dello zodiaco, rappresentanti di tutte le esistenze create (24 come i libri della Tanach, la Bibbia Ebraica, 24 come le lettere di tutto l’alfabeto, rappresentanti di tutto il creato).

I quattro viventi, i 24 vegliardi e (presto vedremo) tutte le miriadi di esseri angelici che popolano il cielo, tutti insieme fanno una sola cosa, lodare, esaltare, gridare la potenza, la grande e la meraviglia del nostro Dio. Prima con le espressioni di Isaia 6, che conosciamo molto bene (Santo.. Santo.. Santo) e poi il v. 11, che riconosce a Dio di essere la sorgente di ogni realtà creata:

“Tu sei degno, o Signore e Dio nostro

di ricevere la gloria, l’onore e la potenza,

perché tu hai creato tutte le cose,

per la tua volontà esistevano e furono create”.