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13 gennaio 2025

164. Lunedì 13 Gennaio 2025
73 – Ap – Apocalisse (8) –
Cap. 7. Il sigillo del Dio Vivente

 

Con gioia e trepidazione, lunedì abbiamo accolto il capitolo  dell’Apocalisse. Perché in esso è lode, gioia e benedizione. Dopo aver presentato il cielo con Dio e il suo trono e l’Agnello e tutti gli esseri attorno a loro (capp. 4-5), abbiamo “percorso” la storia nel suo senso spesso difficile quando l’Agnello a aperto per noi i primi sei sigilli.

Ma sappiamo che le Apocalissi erano scritte per consolare i poveri di Dio perseguitati dai prepotenti in una terra spesso vittima di degradazione e sfruttamento. Ora dopo i primi sei sigilli con i quattro sigilli e quattro cavalli (Zaccaria!) si sono presentati i giusti morti perseguitati ma che attendono la salvezza  soprattutto in una teofania potente si è presentato Dio, vincitore su ogni ingiusto e sulla stessa morte.

Ora è il tempo di “fare sul serio”, di iniziare la battaglia finale, “escatologica” in cui il Verbo di Dio sul suo cavallo bianco farà morire la morte e l’empietà per sempre.

Ma prima, ecco, c’è un assorto momento di attesa e di gloria. Il capitolo 7 ci parla di qualcosa che deve accadere prima dell’azione potente e salvatrice di Dio. Qualcuno, nella benevolenza preveniente di Dio in Cristo, ha prima il dono della “preservazione”, dell’essere risparmiato dalla “vendetta” di Dio in vista della nuova Gerusalemme, cui con il cuore già appartiene.

E rifacendosi a Ez 9,4, Giovanni presenta l'”angelo del sigillo”, la potenza inviata da Dio a “segnare” con il “sigillo del Dio Vivente” coloro che saranno risparmiati nella grande tribolazione. In Ezechiele si dice che esso ha la forma del “Tau” l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico che segna coloro che Dio vuole preservare dalla distruzione di Gerusalemme. Qui invece non si parla di ciò in cui consiste il sigillo.

Questo sigillo di elezione ricorda con forza il sangue dell’agnello pasquale che gli Ebrei in Egitto spalmarono sugli stipiti delle loro porte, secondo la richiesta di Mosè, per non essere uccisi dall’angelo sterminatore che passò in terra d’Egitto e uccise tutti i primogeniti degli Egiziani..

A seguire in questo capitolo vengono presentati due gruppi distinti di persone che dovranno essere segnate con il sigillo del Dio Vivente per essere preservate dalla “vendetta” di Dio che si realizzerà lungo la storia nella sua fase “escatologica”, finale e che mediteremo nei prossimi capitoli.

Ma presentando questi due gruppi di eletti, abbiamo delle novità quasi sconcertanti per la loro forza e diversità da quanto i credenti hanno immaginato finora, cioè fino a Gesù, fino a Giovanni.

Il primo gruppo sono gli eletti scelti dal popolo d’Israele, suddivisi per tribù, in una numero altamente simbolico di ricchezza e pienezza: il 12. Abbiamo 12x12x1000, la pienezza di ogni tribù (da notare che dall’elenco delle tribù manca la tribù di Dan, dalla quale si pensava sarebbe sorto l’Anticristo, mentre Efraim figlio di Giuseppe è presentato col nome del padre).

Ma la più grande e vera novità è quanto è annunciato dopo.

Senza dire che sono segnati con il sigillo (implicito? non necessario?), ecco i salvati da “ogni nazione, tribù, popolo e lingua”: una “moltitudine immensa che nessuno poteva contare”. Avvolti nelle vesti bianche della vita di Dio, con rami di palma, di osanna gioiosa, immersi nel sangue dell’Agnello immolato, questo immenso popolo è il dono del Nuovo Testamento. Non più soltanto Israele si deve considerare eletto, inviato ad annunciare l’amore di Dio nel mondo. Ma c’è un numero sterminato di persone, discepoli del Signore, animati dallo Spirito, la Chiesa dei santi di tutti i tempi e di tutti i luoghi.

Costoro, si dice, hanno sofferto e soffriranno per il Nome del Signore, Padre, Figlio e Spirito, ma tutto è vittoria, vita senza fine, gloria, partecipazione alla stessa vita di Dio.

Il mondo di chi ha scelto di essere contro Dio è sempre più piccolo, sempre destinato alla morte.. Il futuro vero, quello pieno di vita, appartiene al nostro Dio e all’Agnello. Agnello che solo condurrà i suoi alla pienezza della vita (usando l’immagine: alle fonti delle acque della vita, ricordo forte del salmo 22(23), il salmo del pastore).