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20 gennaio 2025

165. Lunedì 20 Gennaio 2025
73 – Ap – Apocalisse (9) –
Cap. 8(1). 7o Sigillo: trombe e coppe

 

Il racconto e la meditazione sulla storia, simbolizzata nel suo svolgimento dai 7 sigilli, volge al termine. Secondo la promessa di Dio, i giusti perseguitati di ogni tempo e che attendono al riparo dell’altare, dopo essere stati uccisi, la salvezza definitiva di Dio, possono ormai assistere la distruzione definitiva di ogni nemico di Dio e del suo popolo e all’inizio di un nuovo cielo e di una nuova terra.

La scelta simbolica di Giovanni, sulla scorta sempre dei simboli dell’Antico Testamento, è quanto mai significativa e collegata a tutta la storia della salvezza. Così dal settenario dei sigilli che, aperti dall’Agnello, hanno rivelato il senso di tutta la storia compresa la persecuzione dei credenti e l’intervento definitivo di Dio, scaturisce un altro settenario, quello delle trombe, dal quale poi a suo tempo, dall’ultima tromba, scaturirà l’ultimo settenario, quello delle coppe.

Il significato simbolico di questi due ultimi settenari è abbastanza facile da collegare con eventi e simboli della Scrittura. Le trombe (lo jobel che convoca il popolo di Dio per le sue assemblee ed è segno tangibile della riunione dei credenti attorno al loro Dio), che noi troviamo al Sinai anzitutto mentre viene preparata l’Antica Alleanza (Es 19,6 che nella nuova versione della Bibbia viene tradotto con “suono di corno”). Dunque le sette trombe è la realizzazione dell’azione di Dio nella storia ricordando e rinnovando le meraviglie dell’Esodo, a partire dalla piaghe d’Egitto che sono un momento assolutamente evidente della supremazia del Dio d’Israele sui popoli e i loro dèi.

Invece il settenario delle coppe deriva dalle tante volte in cui la coppa che veniva data ai condannati per aiutarli a sopportare meglio le loro pene, e che fu offerta anche a Gesù (ma lui non ne volle bere: Mt 27,34) diventa il simbolo della passione, morte e risurrezione del Signore e dunque degli avvenimenti del Nuovo Testamento, nella Pasqua del Signore. Dunque una serie di eventi assolutamente decisiva per la salvezza del mondo e la redenzione della storia.

E prima di tutto, all’inizio del capitolo 8, all’apertura del settimo sigillo si fa un silenzio in cielo per circa mezz’ora. E’ come dire: un breve periodo di attesa prima che tutto avvenga. Sembra il silenzio di Dio, o quasi l’incapacità di Dio a salvare gli eletti, e invece è qualcosa che con il suo breve distendersi prepara gli animi e gli eventi a qualcosa di definitivo

A questo proposito, è bene che conosciamo la finale del capitolo 9 di Daniele (Dn 9,21-27) in cui l’angelo Gabriele rivela al veggente un conteggio di anni importante: 70 settimane di anni dalla distruzione di Gerusalemme, fino alle distruzioni di Antioco IV Epifane (180-164 a.C.), un tempo di attesa che sarà completamente “ribaltato” dall’intervento di Dio nell’ultima mezza settimana (il primo conteggio, di 70 anni, era in Gr 25,12).

Ora in vari modi lungo la storia profetica e in particolare nella nostra Apocalisse si parla dell’intervento decisivo di Dio in questo simbolo del “mezzo”: mezz’ora, tre anni e sei mesi come la chiusura del cielo in Lc 4,25, riferendosi a Elia, e poi 1260 giorni. Tanti modi per dire una cosa sola: il silenzio improvviso prelude all’intervento salvatore di Dio che sarà finale, improvviso, risolutivo, breve di durata ma assolutamente risolutivo, con cui ogni storia giungerà al suo compimento in Cristo Gesù..