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10 marzo 2025
171. Lunedì 10 Marzo 2025
73 – Ap – Apocalisse (15) –
Cap. 13 – Le due bestie
Questa storia nostra di uomini, un tempo che va e passa, si intreccia con i “tempi di Dio” (i cosiddetti kairòi) in modo che tutto e tutti siano sotto il segno della Provvidenza del Padre. E allora Giovanni con la sua Apocalisse, come ormai sappiamo bene, ha disegnato la sua opera come una riflessione su tutta la storia, quella divina e quella umana, dall’inizio dei tempi, in cielo (cap. 4) fino alla consumazione del tempo in vista dell’abbraccio eterno con Dio Trinità. A lui sia gloria nei secoli dei secoli.
Seguendo il percorso proposto a noi da Giovanni siamo arrivati al capitolo 13, alla settima tromba, al tempo in cui le vicende del Nuovo Testamento, cioè le nostre vicende, si intrecciano con le vicende del mondo e delle sue strutture che spesso si contrappongono all’amore di Dio.
Ormai il Signore è stato annunciato come nato da donna, nel capitolo 12, ormai il tempo concesso ai dominatori del mondo, Satana e i suoi angeli e i suoi poteri è sempre più breve (il famoso numero convenzionale di mezza settimana di anni, avendo come punto di partenza le settimane di Daniele). Dunque dal capitolo 12 in poi si intrecciano meditazioni e canti che sottolineano la caduta irreversibile di chi vuole il male e vuole contrapporsi a Dio, e insieme l’affermazione del regno di Dio in Cristo, con i suoi angeli e santi, in particolare i martiri, che danno al mondo la “testimonianza di Gesù Cristo”.
Trattando dunque l’intervento di Dio nei nostri giorni, dall’incarnazione del Figlio fino alla fine dei tempi, alla resa dei conti finale (escatologica) Giovanni parla anche dell’azione del dragone che vuole “mangiarsi” il nato Messia ma che in realtà ha il capo ormai schiacciato dalla discendenza della donna vestita di sole, come nella profezia di Gn 3,15.
E continuando la presentazione del capitolo 12, il capitolo 13 ci parla diffusamente dell’azione di Satana, il serpente “antico”, attraverso due suoi rappresentanti. Sulla falsariga di Daniele 7, si dice che il mondo è – ancora per poco – sotto il potere di due bestie: una che sale dal mare, il luogo per eccellenza del caos, il luogo del peccato e dell’incompiutezza, e l’altra che sale dalla terra, collegata quella del mare quella terra che all’uomo peccatore è profetizzato che “produrrà triboli e spine” (Gn 3,18). In questo mondo che dopo il peccato è sotto il segno del dolore, della prova, della persecuzione, il Figlio di Dio è venuto – nascendo da donna e quindi dentro la nostra storia – a far “implodere” la morte per riempirla della sua vita e ricondurla al progetto originario del Padre di fare di Cristo la “testa” dell’universo (Ef 1,10).
La bestia che sorge dal mare, dal caos per generare caos, ha sette teste e dieci corna: le corna un potere immenso, sette teste una vitalità senza fine, che ovviamente ci ricorda i sette colli del potere imperiale, che stava costringendo Giovanni all’esilio nell’isola di Patmos. A questa bestia Dio ha concesso un tempo determinato di potere e anche di bestemmiare il suo nome. E tutta la terra, tutti quelli che non sono segnati nel libro della vita dell’Agnello ammirano il drago e il suo rappresentante, la bestia del potere.
Ma attento! l’Agnello è presentato come “immolato fin dalla fondazione del mondo” (v. 8): quindi la sorte del drago e dei suoi è segnata. Giusto il tempo di “completare” il numero di coloro che perseguitati e uccisi sono in realtà i santi di Dio che partecipano della sorte dell’Agnello per partecipare poi alla sua gloria.
Tutto questo lo può capire solo “chi ha orecchi” e ascolta: ancora una volta la rivelazione, spesso simbolica, dell’apocalittica di Giovanni è per chi sta facendo un lungo cammino di obbedienza e di riflessione, seguendo appieno il comando dello shemà: “Ascolta Israele!” (Dt 6,4ss).
La bestia è identificata con un numero altamente simbolico: 666, che è, diciamo noi, la “perfezione dell’imperfezione”, in quanto è 6 e non 7! E la cosa per noi quotidiana è che il potere umano, spesso strumento di Satana, imprime il suo marchio su tutti gli uomini e donne quindi non si può sopravvivere a questo tempo (non si può comperare o vendere) senza appartenere al “sistema”.
E accanto al bestia salita dal mare, ecco anche la bestia che nasce dalla terra, che più avanti sarà chiamata “il falso Profeta” che è al servizio della bestia del potere. L’interpretazione unanime di questa bestia è che in essa è presentato l’altro potere che tende ad asservire tutti gli uomini, cioè il potere religioso, quello che si è contrapposto al Messia fino ad ucciderlo..
E dunque il “sistema” di questo mondo sembra perfetto, sembra vincitore e irremovibile. E invece esso è ormai alla fine: i 42 mesi simbolici del potere ad esso concesso stanno scadendo. Dal capitolo 14 prenderà le mosse tutto un altro discorso!