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17 marzo 2025

172. Lunedì 17 Marzo 2025
73 – Ap – Apocalisse (16) –
Cap. 14,1-5 – L’Agnello e i 144.000

 

Lunedì scorso abbiamo accolto nuovi partecipanti “in presenza” (come ormai si dice oggi) e quindi il nostro ascolto e la nostra meditazione hanno avuto meno tempo. Ma non ce ne lamentiamo. Il cammino è sempre davanti, con la primavera che incomincia..

Lunedì abbiamo comunque ascoltato la prima “pericope” (=brano) del capitolo 14 dell’Apocalisse, quello che, almeno secondo la nostra interpretazione, dà inizio alla vittoria di Dio sulle forze che gli si contrappongono, perché ormai il Messia è tra noi, siamo simbolicamente e realmente nel Nuovo Testamento. A Satana e i suoi rimane ben poco tempo, nel quale hanno il permesso di devastare la terra!

Il nuovo punto di partenza è anche sempre il più antico: da “Apocalisse di Gesù Cristo” (Ap 1,1) a “Vieni Signore Gesù” (Ap 22,20), dall’inizio alla fine tutto ci parla di Gesù, Figlio del Padre, Agnello immolato per noi e vivente in eterno, Signore del mondo, della storia, di tutti noi, Senso e significato dell’essere e di ogni realtà che vive.

E dunque il nuovo punto di partenza, per una partenza definitiva, è l’Agnello in piedi sul monte Sion (Ap 14,1). Egli è al centro della moltitudine dei 144.000 di cui in Ap 7,4ss, chiamati “i redenti della terra”: sono l’Israele ideale (12x12x1000), la primizia del popolo di Dio. Come in tutto il libro la loro attività è cantare, lodare, inneggiare e seguire l’Agnello dovunque vada. Hanno scritto sulla fronte il nome del Padre e il nome del Figlio. Dunque sono “figli nel figlio”, primizie della nuova umanità.

Qui molto probabilmente l’Israele storico, con i suoi credenti nel Messia al centro della storia, diviene una primizia e insieme un simbolo di coloro che appartengono a Dio in Cristo per sempre. E per loro Giovanni medita e proclama una verginità perfetta (come quella di Gesù!), ispirandosi (noi crediamo) a Es 19,15, quando per accostarsi al monte di Dio, l’Oreb (qui sostituito con il monte Sion, il monte definitivo di Dio) è richiesto agli uomini del popolo “di non accostarsi a donna per almeno 3 giorni” (i 3 giorni in cui avviene la rivelazione e l’intervento di Dio! Os 6,2).

Abbiamo parlato e ci siamo scambiati impressioni su questa “verginità”. E’ indubbio che qui si annuncia il popolo di Dio che nella sua migliore parte (come “sente” tutta la tradizione cristiana nei suoi consacrati) appartiene in maniera totale e definitiva a Dio in Cristo per la potenza dello Spirito.

Quindi, partendo con una serie di annunci che porteranno alla costituzione di cieli nuovi e terra nuova, Giovanni non “vede” tanto o soltanto gli eletti presenti anche tra il popolo d’Israele, ma un numero ideale per un popolo ideale, il nuovo Israele, che è “vergine” perché ha occhi, voce, passi e desideri solo centrati sul “più bello tra i figli dell’uomo”, Gesù Signore!