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7 aprile 2025
175. Lunedì 7 Aprile 2025
73 – Ap – Apocalisse (19) –
Cap. 17-18: Caduta Babilonia
Nel cammino dell’Apocalisse, ormai nella meditazione di quanto stiamo vivendo nel Nuovo Testamento, dopo aver seguito la storia dall’inizio fino a Gesù (settenari dei sigilli e delle trombe), in una alternanza di violenze degli uomini e interventi salvatori e profetici di Dio, adesso siamo alla “resa dei conti”. Come nella visione più classica dell’Apocalittica, è ora di riaffermare senza se e senza ma che l’unico padrone della storia è Dio e che giunge il momento in cui egli interviene a salvare i suoi eletti da coloro che si volevano mettere al posto di Dio, cioè il potere umano, violento e presuntuoso.
Così dopo aver accolto l’interpretazione che la nostra storia di oggi ancora per poco avrà ancora in azione il drago e le sue bestie (i poteri che lo servono), ormai il Figlio dell’uomo lancia la sua falce sul mondo e taglia i malvagi e benedice i giusti: gli uni segnati dal numero della bestia, gli altri dal sigillo del Dio vivente.
Dopo il “segno” delle sette coppe, simbolo della passione, morte e risurrezione del Signore, ormai scagliate dagli angeli sulla terra per una nuova e definitiva serie delle piaghe d’Egitto (nei capitoli 15 e 16), ecco, nei capitoli 17 e 18 il grande annuncio, che fa innalzare l’inno di gioia e di ringraziamento dei giusti perseguitati: è caduta Babilonia la grande, la prostituta, la regina del mondo, la signora del denaro, del lusso, del sesso sfrenato..
Almeno un po’, durante l’incontro, abbiamo ripercorso alcuni dei tanti testi dell’Antico Testamento che annunciano la caduta di Babilonia, “la grande”.
Sappiamo bene infatti che Babilonia è diventata da sempre la presenza nemica di Dio e del suo popolo, l'”anti-Dio” per eccellenza, il potere che voleva sostituirsi a Dio, soprattutto da quando, con il suo re Nabucodonosor, distrusse Gerusalemme e la nazione ebraica, deportandone il popolo (597-586 a.C.). Essa congloba nella sua figura tutti i grandi poteri “satanici” della storia, che hanno combattuto il popolo di Dio: Egitto, Assiria, i Seleucidi, Roma..
A proposito di Roma non possiamo non aver notato che la presentazione della grande prostituta, da Dio ridotta al nulla, secondo l’annuncio dei profeti, ha dei tratti che alludono a Roma: i sette colli, le sue corone d’oro, la totalità dei re (10, pienezza) asserviti a lei, i sette imperatori fino al tempo di scrittura dell’Apocalisse (Augusto, Tiberio, Claudio, Nerone, Vespasiano, Tito, Domiziano, il “Nerone redivivo”, persecutore di Giovanni e dei cristiani). Di Roma come Babilonia parla 1Pt 5,13. Non dimentichiamo che “prostituta” è considerata dai profeti anche Gerusalemme, la città “ex-santa” (diremmo) che uccide i profeti e il Messia e su cui Gesù pianse (Lc 13,34).
I due capitoli, come possiamo constatare anche solo leggendoli, sono pieni di poesie, inni alla misericordia e alla potenza di Dio, che fa e farà cadere ogni ostacolo all’instaurazione del suo regno e del regno dei suoi giusti. Le regole storiche dell’apocalittica sono rispettate insieme.
Prima di chiudere, diamo uno sguardo indietro, per ricordare (e proporre alla lettura e meditazione di tutti noi) testi profetici fondamentali sulla caduta di Babilonia e in genere dei potenti che volevano mettere se stessi al posto di Dio: Isaia 13-14; 21; 46-48; Geremia 50-52; Ezechiele 26-28 (Tiro).
Cerchiamo di accogliere questa Parola con attenzione interiore, con atteggiamento di ascolto, adorazione e contemplazione. A questo ci esorta Giovanni (Ap 17,9): “qui è necessaria una mente saggia”. La storia e le storie sono sotto i nostri occhi, ma penetrarne il senso e scoprirvi la presenza di Dio è una questione “sapienziale”, quando il cuore e la mente si affinano in una sensibilità interiore che si fa trasparente allo Spirito.