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Nel nome di Gesù Risorto, Nome fatto e sostanziato d’amore.

Lunedì abbiamo fatto il secondo incontro sul libro di Giosuè, iniziando il nuovo stile di trattazione degli incontri della “Scuola della Parola”, cioè leggendo insieme un capitolo o due del libro di turno, con qualche idea generale di presentazione. Il resto affidato alla buona volontà e al buon cuore dei partecipanti.

Lunedì abbiamo letto e commentato brevemente il capitolo centrale del libro di Giosuè e un dei capitoli più importanti per la storia del popolo ebraico: Gs 24.

Dopo essere entrati nella terra promessa, dopo periodi di sbandamento e dimenticanza, Giosuè al termine del suo servizio indice una grande assemblea a Sichem, il santuario di Dio in terra di Canaan prima di Gerusalemme. E lì fa celebrare a Israele una rinnovata assemblea “dell’alleanza”, cioè della scelta definitiva di Jahvè come suo Dio.

Addirittura Giosuè, conoscendo il cuore infedele del popolo, tenta di persuadere gli Israeliti a non scegliere più Jahvè come loro Dio, ma tutto il popolo “come un sol uomo” conferma la scelta del Sinai per sempre.

Perché questo strano consiglio di Giosuè. Perché egli lo sa e lo dice che Jahvè è un Dio innamorato, e come tutti gli innamorati è un Dio forte e geloso. E la storia dirà quante volte Dio punirà il suo popolo per le sue dimenticanze e le sue infedeltà!