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25.Qo – Libro del Qohelet

1,1-6,12 – PRIMA PARTE (tutto è vanità)

1,1-11 – Prologo: tutto è vanità

1,12-2,26 – Vita di Salomone: che senso ha vivere? Sembra che la sorte di sapiente e stolto sia la stessa!

3,1-22 – C’è il tempo per ogni cosa e poi c’è la morte

4,1-17 – La società: ognuno fa la sua fatica, ad ognuno il suo ruolo. L’importanza di accostarsi a Dio

5,1-8 – Sappi mantenere i tuoi voti a Dio

5,9-19 – Il denaro: amare il denaro, che brutta malattia!

6,1-12 – Tutto è vanità e inseguire vento. Le fatiche degli uomini per avere e poi perdono tutto!

 

7,1-12,14 – SECONDA PARTE (la saggezza del vivere e dell’onorare Dio)

 

7,1-7 – Prologo: la casa del saggio è come una casa in lutto: egli sa meditare sulla vanità delle cose

7,8-29 – La sapienza rende forte il saggio, pur nella vanità del tutto

8,1-17 – La sapienza e la inconoscibilità del disegno di Dio

9,1-12 – La sorte: vi è una sorte per tutti. Per questo vivi quello che hai tra le mani e godi i doni di Dio

9,13-11,6 – Saggezza e follia: meglio la sapienza che la forza. La stoltezza è una fatica!

11,7-10 – L’età. Il giovane sappia godere della sua età

12,1-8 – Ricordati del tuo Creatore nella tua giovinezza

12,9-14 – Epilogo

12,9-14 – Epilogo: i detti dei saggi. Non studiare troppo. Alla fine conta solo temere Dio.

 

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Libro del Qohelet (dall’ebraico: colui che parla nella qahàl, l’assemblea riunita del popolo di Dio (per questo fino a poco tempo fa veniva chiamato “Ecclesiaste”). Come tutti i libri sapienziali anche questo viene attribuito a Salomone, ma in realtà la sua pubblicazione viene posta intorno al terzo secolo avanti Cristo, in quel periodo in cui la fede di Israele sente la mancanza di profeti, e la vita del popolo va avanti tra fedeltà e infedeltà, anche se molti coltivano l’ideale della vita sapiente e dedicata al culto di Dio.

Questo libretto è una meditazione, insieme partecipata e distaccata, sulla vita, sul suo passare senza lasciare traccia. La vita è come un fumo, denso all’inizio che poi “svanisce” salendo in alto e dilatandosi: Vanità delle vanità, tutto è vanità. Tutto passa: il bene e il male, la sapienza e la stoltezza. L’uomo si dà da fare e per che cosa?

Ma qua e là – leggiamolo e rileggiamo questo classico della letteratura mondiale! – si rinnova e si approfondisce la certezza che un Dio c’è, che è sapiente e donatore di sapienza e che comunque anche se la morte e la fine sono comuni a tutti in qualche modo Dio donerà vita a chi avrà seguito i suoi comandi. Meravigliosa la convinzione che “Dio ha posto nell’uomo il senso dell’eternità” (3,8, anche se variamente tradotto).

Gesù darà il vero senso alla vita che Qohelet così impietosamente ha messo a nudo. Con Gesù varrà la pena di amare e vivere secondo sapienza!