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27.Sp – Libro della Sapienza

1,1-5,23 – I. LA SAPIENZA E IL DESTINO UMANO

1,1-15 – Cercare Dio e fuggire il peccato – 1,16-2,20 – La vita secondo gli empi – 2,21-24 – Errore degli empi – 3,1-12 – Confronto tra la sorte dei giusti e quella degli empi

3,13-4,6 – E’ meglio la sterilità che una posterità empia – 4,7-19 – La morte prematura del giusto – 4,20-5,14 – Gli empi compaiono in giudizio – 5,15-23 – Destino glorioso dei giusti e punizione degli empi

6,1-9,18 –  II. SALOMONE E LA RICERCA DELLA SAPIENZA

6,1-11 – I re devono ricercare la sapienza – 6,12-21 – La sapienza si lascia trovare – 6,22-25 – Salomone si accinge a descrivere la sapienza- 7,1-6 – Salomone non era che un uomo – 7,7-14 – Stima di Salomone per la sapienza – 7,15-21 – Invocazione all’ispirazione divina – 7,22-8,1 – Elogio della sapienza – 8,2-8 – La sapienza sposa ideale per Salomone – 8,9-16 – La sapienza indispensabile ai sovrani – 8,17-21 – Salomone domanda la sapienza – 9,1-18 – Preghiera per ottenere la sapienza

10,1-19,22 –  III. LA SAPIENZA OPERA NELLA STORIA

10,1-14 – Da Adamo a Mosè – 10,15-11,3 – L’Esodo – 11,4-14 – Il miracolo dell’acqua. Primo contrappasso – 11,15-20 – Moderazione divina verso l’Egitto – 11,21-12,2 – Ragioni di questa moderazione – 12,3-11 – Moderazione di Dio verso Canaan – 12,12-18 – Ragioni di questa moderazione – 12,19-22 – Lezioni divine per Israele – 12,23-27 – Ancora gli Egiziani. La loro punizione è progressiva – 13,1-9 – Processo all’idolatria. Divinizzazione della natura – 13,10-14,11 – Il culto degli idoli – 14,12-21 – Origine del culto idolatrico – 14,22-31 – Conseguenze del culto idolatrico – 15,1-6 – Israele non è idolatra – 15,7-13 – Follia dei fabbricanti di idoli

15,14-19 – Follia degli Egiziani: la loro idolatria universale – 16,1-4 – Secondo contrappasso: le rane – 16,5-14 – Terzo contrappasso: cavallette e serpente di bronzo – 16,15-29 – Quarto contrappasso: la grandine e la manna – 17,1-18,4 – Quinto contrappasso: tenebre e colonna di fuoco – 18,5-19 – Sesto contrappasso: notte di tragedia e di libertà – 18,20-25 – Minaccia di sterminio nel deserto – 19,1-12 – Settimo contrappasso: il Mar Rosso – 19,13-17 – L’Egitto più colpevole di Sodoma – 19,18-21 – Una nuova armonia – 19,22 – Conclusione

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Vieni Signore Sapienza, scendi dall’alto e avvolgi tutte le cose.

Lunedì abbiamo presentato il libro sapienziale della Sapienza (di Salomone), il sesto libro tra i sapienziali della Bibbia. Sapienza, Hochmah, Sofia, già conosciamo questi termini e questa realtà: dalla sapienza umana, la maestria e la consapevolezza di saper fare cose in ogni settore della vita, alla sapienza divina, attributo fondamentale di Dio, che poi lungo i secoli lentamente è stato considerato “persona”, entità vivente che sta “vicino a” Dio da sempre e che con lui ha creato e guida l’universo. Essa è l’arte somma di ogni cosa, essa che tutto ha disposto in “misura, ordine e peso” (Sp 11,20). La vita ordinata, bella, finalizzata di tutto ciò che esiste è uscita dalla sua mano, Dio l’ha fatta uscire dalla sua mano e tutto conduce al fine che essa vuole. E poi ha operato il massimo della sua attività benefica amando, guidando e facendo del bene al popolo eletto di Dio, a Israele, a cui ha concesso la Legge per mezzo di Mosè.

Il libro della Sapienza, probabilmente l’ultimo libro in ordine di tempo dell’Antico Testamento, scritto solo in greco e da un ebreo di Alessandria, il centro culturale del mondo antico in quel tempo (la famosa biblioteca!), per gli Ebrei non fa parte del canone dei libri biblici ma è in appendice insieme ad altri, come sappiamo Ma per noi, dopo vari tentennamenti, fa parte del canone dei libri ispirati come tutti gli altri e contiene dottrine e rivelazioni stupende su Dio e la sua sapienza.

Il libro ha tre grandi parti: la prima (1-5) in cui la Sapienza esorta soprattutto i giovani a seguirla e non seguire la stoltezza fonte di morte; poi la seconda (6-9) in cui Salomone presenta la sapienza e la chiede a Dio (come ogni libro sapienziale anche questo si fa risalire a Salomone, il sapiente per eccellenza); la terza (10-19) in cui la sapienza racconta come ha seguito il popolo di Dio da Adamo fino alla terra promessa (soprattutto incentrandosi sulla lotta tra Dio e gli dèi dell’Egitto), facendo del bene ai credenti e punendo i nemici usando contro di loro le stesse armi e le stesse logiche da loro usate contro il popolo eletto.

Una delle grandi affermazioni del libro è che Dio ha creato l’uomo per il bene e vuole che tutti siano raggiunti dalla sua misericordia. Ma per chi non è disponibile c’è solo una sorte di castigo.