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5 giugno 2025
191 – 5 Giugno 2025 –
Miele: Rm 8,26-27
Nel giovedì che precede la solennità della Pentecoste (domenica prossima) abbiamo scelto e accolto due versetti del capitolo 8 della lettera di Paolo ai Romani, il capitolo che traccia le linee della vita nuova dei credenti in Cristo, avvolti, rinnovati, vivificati allo Spirito del Padre e del Figlio. Testi stupendi che ci parlano di qualcosa che è nel nostro profondo più profondo, dentro di noi e tra di noi, che in Gesù, accogliendo la potenza creatrice e vivificatrice dello Spirito possiamo gridare al Padre “Abbà, cioè Padre” (Rm 8,14). Ed essere figli nel Figlio, ed esserlo veramente. ..Forse cose un po’ lontane dal nostro sentire comune: XXI secolo, Intelligenza artificiale, Musk e Trump, Palestina e Ucraina… Oggi cosa facciamo come figli di Dio, mossi,animati, entusiasmati, riempiti dallo Spirito?
Ecco le parole di Paolo:
[26] Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili;
[27] e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.
Lo Spirito, detto da Gesù “Paraclito”, Avvocato nostro presso il trono di Dio, viene in aiuto a noi deboli, a noi impastati di terra e carne, a noi che qualcosa sappiamo ma il più non lo conosciamo.
Paolo è convinto che il nostro parlare con Dio, la nostra preghiera, è fatta in modalità non “convenienti”, cioè non corrispondenti al bisogno nostro da una parte e alla grandezza di Dio dall’altra. Quanto spesso si sente dire da credenti: non so pregare, come pregare..
Gli stessi discepoli chiesero a Gesù (essi che lo videro in disparte, in silenzio, colloquiare con il Padre suo): “Insegnaci a pregare” Lc 11,1). Ecco Gesù ci ha dato il suo Spirito, il suo Soffio Vitale perché preghi con noi e per noi, esprima gemiti di sofferenza e di redenzione da dentro il cerchio debole e faticoso della nostra umanità.
E allora ecco il centro della frase di miele di oggi, il miele nutriente dalla roccia della Parola: dentro di noi, dentro la storia, dentro il mondo, e anche e soprattutto dentro il popolo dei credenti c’è Qualcuno che in modo così inesprimibile, così misterioso, così infinitamente ricco e profondo prega per noi e con noi, ci innalza al Padre e al Figlio per arrivare ad essere secondo la preghiera di Gesù “che tutti siano una cosa sola,..siano anch’essi in noi una cosa sola” (Gv 17,21-24).
Dentro di noi qualcuno grida: se accettiamo di credere che questa misteriosa presenza esiste, siamo invitati ad unirci a lui, al suo grido, che non è esprimibile in parole umane, che è quell’infinito desiderio di cui parla Agostino nel commento al salmo 38: se sempre desideri, sempre preghi, sia il tuo desiderio di Dio la tua preghiera.
Lo Spirito fa tutto secondo i disegni di Dio, lui è la terza persona di Dio, lui è l’intercessione dentro Dio, lui è il soffio vitale dell’universo. Perciò se prega con noi e per noi e al posto nostro, lui sì che sa come pregare, per cosa pregare. E soprattutto perché la nostra vita “avvenga” secondo i disegni di Dio, di cui lo Spirito stesso è creatore e realizzatore..
Il Padre e il Figlio, nell’unità della Trinità, conoscono bene il loro Spirito, secondo il quale amano e vivono e dunque conoscono bene i suoi desideri per noi, il suo impegno per noi, il suo indicibile grido che è come magma fuso dentro la terra, abisso di speranza e di desiderio, sotto la debole crosta della storia e dell’egoismo umano..
“Vieni dunque o Spirito e soffia su di noi..”