VAI AL VIDEO RIASSUNTIVO SU YOU TUBE
25 Settembre 2025
202 – 25 Settembre 2025 –
Miele: Cl 4,5-6 – Siate con grazia, gentili
Per “Miele dalla roccia della Parola” giovedì scorso siamo andati a “pescare” di nuovo nell’ultimo capitolo della lettera ai Colossesi (capitolo 4). Di Paolo o attribuita a Paolo a noi importa poco perché siamo concentrati e desiderosi di gustare e fare nostro il contenuto di questa che è “Parola di Dio”, rivelazione del nostro Dio in Gesù Cristo, spada a doppio taglio (Eb 4,12) che rivela noi a noi stessi.
Prima dei saluti finali nella lettera troviamo questi versetti:
[5] Comportatevi saggiamente con quelli di fuori, cogliendo ogni occasione.
[6] Il vostro parlare sia sempre gentile, sensato, in modo da saper rispondere a ciascuno come si deve.
Poche parole per dire il cuore del comportamento delle persone di fede, di coloro che hanno accolto il Vangelo di Colui che è venuto per dare la vita per noi.
Due versetti che sono l’eco di quello che scriverà Pietro nella sua prima lettera:
[15] ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.
[16] Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo.
parole stupende che furono il motivo guida del Convegno Ecclesiale di Verona nel 2006.
Paolo esorta a vivere con grande amore, rispetto, servizio vicendevole la vita della comunità cristiana. Ma poi, subito dopo, pensa a “quelli di fuori”, la gente presente sul territorio, la gente che ogni giorno si trova a camminare con noi il cammino dell’esistenza tra gioie e dolori, fatiche e speranze, come scrisse il Concilio all’inizio della “Gaudium et Spes”.
L’esortazione della Parola è netta “Comportatevi saggiamente”. cioè comportatevi secondo la sapienza che scende dall’alto, quella Sapienza del Padre che è Gesù stesso: siate “altri Gesù” per le strade della vostra città come fu Gesù per le strade della Galilea e della Giudea.
“Saggiamente”, cioè leggendo la vita con l’occhio di Dio, dicendo e facendo tutto secondo il cuore di Dio, con quell'”arte della vita” di cui abbiamo parlato spesso e che è la sapienza secondo la Bibbia. Non solo sapere e stile di umanità, ma anche rivelazione, “epifania” del divino che ci abita dentro e che noi siamo chiamati a donare a tutti, in un afflato “missionario” rivolto a tutti.
Non possiamo non ricordare l’intento fondamentale della Esortazione Apostolica “Gaudium et Spes” di Papa Francesco: oggi la Chiesa deve essere “Chiesa in uscita”: andare sul territorio, portare luce, conforto e speranza. E di questi tempi ce n’è sempre più bisogno, ma noi non è che facciamo più di tanto!
“Quelli di fuori”, coloro che non vivono l’esperienza della nostra comunità, ma sono sulle strade, nei supermercati, nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, nelle attività di svago, negli ospedali, nelle scuole, nelle associazioni. Il mondo pullula di gente che ormai non sa niente né di Gesù né del suo amore e i rapporti umani sempre più spesso si “imbarbariscono”. Aggiungiamoci la cassa di risonanza dei socials e tutti sanno tutti, soprattutto le vicende (e gli esempi!) più cattivi e drammatici!
“cogliendo ogni occasione”: dunque Paolo chiede di avere iniziativa e non solo di rispondere a delle specifiche chiamate: Gesù ci ha detto “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo”. Ed è probabilmente non la strada migliore quella di dire “Intanto miglioriamo tra noi e poi andremo..”. Sono 70 anni che sento dire questo, ma da 70 anni aspetto che andiamo, facciamo, gridiamo, condividiamo..
Un parlare “sensato”, nell’originale greco “condito di sale”, sapido, sapiente, ricco di contenuto e non vano come fumo nell’aria. Un parlare ricco di risposte e magari anche di domande!
Un parlare “gentile” ci viene richiesto, nell’originale greco “en chàriti”, con “grazia”, con lo stile gratuito e accogliente di Dio, parlando con fermezza e chiarezza, ma con una grande passione per l’umanità ed “empatia” con le persone, pronti a dare risposte convincenti (“come si deve”). E per questo anche la nostra vita intracomunitaria, familiare e personale deve formarsi ogni giorno, nell’ascolto e meditazione della Parola, nel confronto fra noi, nell’uscire-e-rientrare che è un movimento che genera forza e vita sia in noi che in “quelli di fuori”.
Al lavoro dunque!
