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16 Ottobre 2025

 

205 – 16 Ottobre 2025  –
Miele: Pv 19,17 – Dono al povero prestito al Signore

 

Giovedì essedo ancora nell’aria il dramma dei poveri di Gaza e di tante altre parti del mondo, abbiamo accolto, selezionandole, alcune frasi dei Proverbi che parlano di povertà e ricchezza. Sempre sorprendente la Parola di Dio, certamente nel Nuovo Testamento ma anche nell’Antico. Su tanti problemi, o direi su tutti, Dio ha sempre avuto le idee chiare e lo Spirito, per mezzo di sapienti e profeti, ha sempre parlato con chiarezza, da vera spada a doppio taglio.

E così ecco alcuni versetti dei Proverbi, in particolare il versetto 19,17 e gli altri che fanno degnissima compagnia.

L’annuncio di fondo è che con la povertà soprattutto, ma anche con la ricchezza, dunque con i beni della terra nelle loro varie forme di consistenza e di utilizzo, c’entra Dio. Troppe volte anche io ho sentito qualcuno dire “La religione è un conto e gli affari sono un altro conto”. Nulla di più fuori posto, almeno a sentire la Parola: il Signore c’entra con i poveri, c’entra fino in fondo. Tu hai pietà, tu hai attenzione, tu fai condivisione con il povero e Dio è lì che ti firma un assegno in bianco, e ti dice: non ti preoccupare, per il mio amico ci penserò io!

Addirittura, come sappiamo, Gesù svilupperà l’annuncio della “banca del cielo”, l’unica sicura e valida: il tuo dono al povero è un investimento sicuro laddove nulla si perde. In sostanza, persone di ricca spiritualità hanno affermato: tu porterai con te solo quello che avrai donato.

Ma ci sono altre sfaccettature di questa dottrina spirituale che mette in relazione il Signore e i poveri. Prima di tutto è che la Parola non giustifica assolutamente i cialtroni. Chi è povero per colpa sua (dinanzi al comando generalizzato di lavorare per vivere) non è certamente amico del Signore (Pv 10,4), anche se storicamente è vero che il frutto del lavoro di tanti poveri o non viene riconosciuto adeguatamente dai padroni o addirittura viene sottratto a chi con fatica l’ha costruito (Pv 13,23).

 

Pv 10,4: La mano pigra rende poveri, la mano operosa arricchisce.

 

Pv 13,23: Vi è cibo in abbondanza nei campi dei poveri,

                        ma può essere sottratto per mancanza di giustizia.

 

Pv 14,31: Chi opprime il povero offende il suo creatore, chi ha pietà del misero lo onora.

 

Pv 17,5:  Chi deride il povero offende il suo creatore,

                        chi gioisce per colui che va in rovina non resterà impunito.

 

Pv 19,4:  Le ricchezze moltiplicano gli amici, ma il povero è abbandonato dall’amico che ha.

 

Pv 19,17:  Chi ha pietà del povero fa un prestito al Signore,

                che gli darà la sua ricompensa.

 

Pv 21,13:  Chi chiude l’orecchio al grido del povero invocherà a sua volta e non otterrà risposta.

 

 

Pv 22,2:  Il ricco e il povero s’incontrano in questo: il Signore ha creato l’uno e l’altro.

 

Pv 30,8:  tieni lontano da me falsità e menzogna, non darmi né povertà né ricchezza,

                        ma fammi avere il mio pezzo di pane,

 

Nei profeti (Amos, Geremia, ecc..) si parla con toni accesi contro chi sfrutta il povero e la stessa legge mosaica, il Codice dell’Alleanza (Es 21-23), parla con durezza di chi sfrutta il povero, soprattutto del povero che lavora per te.

 

Oltre all’idea del prestito ce ne sono almeno altre due che sono importanti e significative: anzitutto il rispetto per la persona del povero nasce dal fatto che il povero comunque è stato creato dal Signore: egli è una persona come me e come te e Dio non tollera che sia disprezzato, offeso, deriso..

Come siamo lontani da tanti stereotipi del nostro mondo, soprattutto del mondo occidentale!

E poi abbiamo questa affermazione di principio di assoluta importanza: Il Signore ha creato il povero e il ricco, ambedue, il povero per il ricco e il ricco per il povero (Pv 22,2). Se esistono tutte e due le tipologie di persone a questo mondo, c’è un motivo che vive presso il Creatore di tutti.

Dunque alla base c’è la destinazione universale dei beni della terra: tutti sono chiamati a condividere quanto serve per vivere, per mangiare, per vestirsi, per le mille esigenze della vita. E chi ha di più deve assolutamente condividere i suoi beni con chi ha di meno. Diceva san Basilio Magno: “Il vestito che tieni nell’armadio e non usi lo rubi al povero che ne ha bisogno!” (Omelia sul Digiuno, 6).

E per finire è significativo ricordare quanto Agostino diceva al suo popolo nei suoi discorsi, esortando tutti al dono vicendevole: Dio ha fatto il ricco e il povero come due compagni di strada. Uno, il povero, ha sulle spalle un piccolo sacco con poche cose; l’altro, il ricco, ha sulle spalle un sacco enorme con tante e tante cose e a fatica riesce a mettere un passo avanti all’altro. E allora ecco che i beni materiali si fanno strumento di attenzione e di condivisione: il ricco fa passare un po’ di quello che ha sulle sue spalle sulle spalle del povero, in modo che possono camminare più speditamente e i beni di questo mondo diventano strumento di solidarietà, di condivisione e di amicizia..