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23 Ottobre 2025
206 – 23 Ottobre 2025 –
Miele: 2Tm 3,16-17 – Utilità della Scrittura ispirata
Giovedì, dopo le letture incontrate la domenica precedente, e in particolare la seconda (2Tm 3,14-4,2) abbiamo deciso di eleggere la finale del capitolo 3 a “miele dalla roccia della Parola” di questa settimana. In realtà si tratta della roccia della Parola che propone se stessa, in tutta la sua forza e ampiezza, insomma, una parola sulla Parola!
Paolo parla al suo amato discepolo Timoteo (che potremmo definire il suo “primogenito nella fede”) esortandolo a rimane fermo nell’ascolto e nella messa in pratica di quella Parola di Dio, ricca di Spirito Santo (“ispirata”) che Paolo gli ha testimoniato e insegnato (insieme alla testimonianza della sua famiglia di Iconio, in particolare della nonna Loide e della madre Eunice).
La Parola scritta, che abbiamo ricevuto dalla comunità credente come “Parola di Dio”, è parola “ispirata”: attraverso le persone umane ha parlato e parla lo Spirito stesso di Dio, colui che muove l’universo, colui che ha mosso sempre Gesù Cristo, colui che fa vivere la comunità credente, come abbiamo visto, suscitando in essa una molteplicità di doni e di carismi.
Ecco il testo che proponiamo, con particolare accentuazione dei vv. 16 e 17:
[2Tm 3,14] Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso
[2Tm 3,15] e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
[2Tm 3,16] Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia,
[2Tm 3,17] perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
.Al centro della vita di Timoteo e di ogni credente ci deve essere la Scrittura ispirata, cioè accolta dalla comunità credente come “Parola di Dio”, manifestazione di Dio, annuncio di un mondo pieno di sapienza e di amore che ruota attorno a Cristo Signore.
Ora dice Paolo che se il discepolo vuol essere 1) uomo di Dio; 2) completo; 3) preparato er ogni opera buona deve fare riferimento in ogni momento a questa Parola, che la comunità credente gli ha consegnato.
Ora questa Parola, che è la Parola che noi stessi abbiamo tra le mani, compie quattro forti azioni:
1) Insegna: se vuoi veramente sapere la via di Dio in Cristo devi leggerla e apprenderla dalla Scrittura, quella canonica, accolta dalla comunità;
2) Convince: leggendola e rileggendola la Parola dà delle motivazioni che, pur in mezzo a difficoltà di interpretazione, convincono sulla bontà della via di Dio in Cristo; dunque capire e diventare convinti accogliendo lo ragioni donate dalla Parola;
3) Corregge: la Parola è normalmente chiara ed esplicita, parliamo della parola dei Profeti, della parola “detta” dai fatti della Parola stessa, e della Parola del Signore Gesù e dei suoi apostoli e discepoli. Veramente come dice la lettera agli Ebrei, questa Parola è una spada a doppio taglio: se ci lasciamo “lavorare” da essa, se ci presentiamo davanti ad essa senza difese e preconcetti, la nostra vita verrà modellata dalla Parola, corretta da ogni stortura e impedimento;
4) Educa nella giustizia: c’è una via sulla quale la Parola ci conduce con forza educatrice, la via della giustizia, la via giusta. “Giusto” è ciò che è equilibrato. Se da una parte della bilancia poniamo la Parola di Dio, dall’altra dovremo porre le nostre convinzioni e le nostre azioni e ambedue le cose devono arrivare ad un allineamento: così dice la Parola di Dio, così cerca di vivere la nostra vita.
Perché la linea “giusta” che fa quello che dice, che realizza quello che promette è solo la volontà di Dio nel suo amore. E il fidarci di Dio, l’abbandonarsi alle sue mani e al suo progetto è la nostra vera “giustizia” come quella di Abramo o di Giuseppe sposo di Maria..
La domanda che scaturisce da questo “boccone di miele” è: Che posto ha la Parola nella mia vita di ogni giorno?
