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5 maggio 2025
177. Lunedì 5 Maggio 2025
73 – Ap – Apocalisse (21) –
Cap. 20 – Mille anni per la vittoria
Siamo giunti al capitolo decisivo dell’Apocalisse, dove viene annunciata una fine precisa, proiettata verso un nuovo inizio preciso (dall’inizio del prossimo capitolo). Siamo al capitolo 20, dove la vittoria di Gesù, nei tempi della sua incarnazione e poi via via fino alla fine del “sistema di cose presente”, è annunciata in modo evidente e totale. Da notare che il linguaggio del veggente passa da tempi di passato (che pure indicano la certezza della realizzazione di quello che è “visto”, simbolizzato e profetizzato: vidi, venne, fece, ..) ad un tempo di futuro (verrà, farà..) per poi riprendere i verbi al passato per un giudizio certo e inappellabile (vidi un trono bianco..).
Il punto più “intrigante” di questo capitolo, prima della doppia risurrezione e del giudizio definitivo del Cristo (che siede sul trono bianco di Dio) è certamente l’annuncio del regno del Signore Gesù per mille anni, insieme ai suoi eletti. Questo periodo inizia con l’incatenamento del dragone Satana, il diavolo antico, e poi continua per un breve periodo in cui esso viene lasciato libero un’ultima volta per sedurre le nazioni e convincerle ad unirsi tutte contro Dio e il suo Cristo (vv. 7ss).
E’ sempre stato difficile, lungo la storia dell’interpretazione di questo capitolo, riuscire a determinare di cosa Giovanni stia parlando, anche perché questo sogno “chiliastico” pare fosse presente nei desideri della cultura dell’Asia Minore da molto tempo e se ne parlava come di una attesa reale.
Nella nostra interpretazione l’Apocalisse di Gesù Cristo è rivelazione di come la storia in tutta la sua interezza sia stata condotta da Dio (e, per la loro parte, dagli uomini) verso la persona del Cristo, senso dei secoli da sempre, anche prima della sua incarnazione, e poi presenza decisiva sulla terra, prima nella sua umanità, poi nella sua Pasqua di passione, morte e risurrezione e poi nel “rialzare” i santi che avevano sofferto e soffrono per lui e con lui.
Dunque dopo la lettura della storia resa chiara dall’Agnello immolato (che ha aperto il libro della storia stessa rompendone i sigilli), e dopo la presentazione dell’evento centrale della incarnazione del Figlio di Dio (dal capitolo 12), ora Giovanni fa intravedere (perché forse di più non vuol fare!) dove andrà la storia presente.
Intanto c’è comunque in atto la realtà della Chiesa di Cristo, suo Corpo nella storia. Dinanzi all’espandersi della fede cristiana, forse Giovanni fa coincidere il sogno di un regno di mille anni già su questa terra (e prima di un nuovo mondo futuro!) con i giorni della Chiesa.
In questi giorni dell’affermazione del regno di Cristo abbiamo una situazione comunque ancora mista: la potenza di Satana è come “frenata” dalla presenza della grazia del Cristo, ma comunque ancora Dio lo lascia in parte libero per far esercitare la libertà agli uomini fino in fondo e convocare da una parte i credenti, mentre dall’altra dare modo a Satana e ai suoi di riunire gli “anti-Dio” per la battaglia finale che concluderà la storia, alla fine di questo capitolo.
Quindi ecco la situazione definitiva: le entità che rappresentano la volontà di male e di attacco a Dio e di far passare gli uomini dalla loro parte, da una parte, e il Cristo e i suoi per un regno già pieno di forza e di speranza, che ha su questa terra la lunghezza simbolica di 1000 anni, un numero comunque pieno e perfetto.
Ma poi, dal versetto 11, tutto volgerà verso il termine: apertura dei libri di Dio, giudizio di ognuno, condanna definitiva di Satana e i suoi. E tutto questo senza guerra vera, senza scontro o tensione di contrapposizione: la parola di Dio dichiara la sorte di ognuno e questa viene eseguita: verso il mondo nuovo da una parte, verso una prigione eterna, nuovo Mar Morto creato dal fuoco e dallo zolfo in cui bruciarono Sodoma e Gomorra (Es 19), Satana e i suoi dall’altra..
In questo momento della nostra vita, ancora in situazione “mista”, noi dobbiamo scegliere tra Cristo che ci ha amati e ha dato se stesso per noi e la “comunità”, il “corpus diabolicum” che ancora sogna di poter fare di se stesso il centro del mondo e della storia..