VAI AL VIDEO RIASSUNTIVO SU YOU TUBE

16 giugno 2025

183. Lunedì 16 Giugno 2025
Bibbia e storia (3) –
Regole (2): Tradizioni nel mondo biblico

 

Lunedì scorso abbiamo presentato un discorso molto importante e molto sviluppato (soprattutto dagli inizi del 1800 in poi) riguardante il mondo biblico: si tratta dell’argomento della Tradizione (che naturalmente non è solo biblica, ma è una delle dimensioni comuni dell’uomo e della sua storia..

La “tradizione” (dal latino trans-dare, passare da uno a un altro, di mano in mano) è un sistema e uno stato di cose abituale nelle culture di ogni tempo e di ogni latitudine, ma particolarmente importante per quello che riguarda il mondo biblico.

Abbiamo citato nel nostro incontro tre testi particolarmente significativi in questa direzione (dei tanti che è possibile citare):

  1. a) in Dt 6,20ss, si dice al pio Israelita [20] Quando in avvenire tuo figlio ti domanderà: “Che cosa significano queste istruzioni, queste leggi e queste norme che il Signore, nostro Dio, vi ha dato?”, [21] tu risponderai a tuo figlio: “Eravamo schiavi del faraone in Egitto e il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente.” Il figlio chiederà al padre, spesso in una sorta di “liturgia domestica” il significato e l’origine delle leggi che il padre gli ha insegnato ad osservare, ed ecco il “file rouge”, la linea continuativa, di generazione in generazione, della tradizione di ciò che è essenziale alla vita del popolo. D’altra parte non importa chi era schiavo in Egitto, noi tutti, noi popolo, noi discendenza “eravamo schiavi” nei nostri padri, ed essi sono stati liberati in noi. Dunque di padre in figlio la tradizione dell’amore di Jahvè per il suo popolo..
  2. b) in Dt 26,1ss lo stupendo “credo del popolo d’Israele”, [1] Quando sarai entrato nella terra che il Signore, tuo Dio ti dà in eredità e la possederai e là ti sarai stabilito,

[2] prenderai le primizie di tutti i frutti del suolo da te raccolti nella terra che il Signore, tuo Dio, ti dà, le metterai in una cesta e andrai al luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome.

[3] Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: “Io dichiaro oggi al Signore, tuo Dio, che sono entrato nella terra che il Signore ha giurato ai nostri padri di dare a noi”.

[4] Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio,

[5] e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa.

[6] Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù.

[7] Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione;

[8] il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi.

Ecco uno stupendo esempio di “tradizione vivente”: ogni anno il pio Israelita va al tempo e fa memoria e tradizione delle sue radici, della sua storia, che motivano anche le sue scelte e le sue azioni di oggi, sue e della sua famiglia. L'”Arameo errante” è una allusione importante al padre Abramo che da Ur dei Caldei arrivò in Palestina..

  1. c) Abbiamo poi letto il brano di 2Re 22,8ss in cui, secondo la migliore tradizione apocalittica (qualcosa di importante scritto, nascosto e poi ritrovato) al tempo del re Giosia che vuol far tornare Israele al vero culto di Jahvè, mentre si fanno dei lavori per rinnovare il tempio viene “ritrovato” quel libro che verrà chiamato Deuteronomio, che è una riscrittura più profonda e spirituale della legge mosaica e che contiene le esortazioni (in bocca a Mosè) al popolo per la osservanza della Legge con la mente e con il cuore. Dunque una tradizione lungamente “sotterranea” nella storia del popolo che poi emerge come libro di altissimo contenuto spirituale.

In definitiva, poi, intorno all’anno 400, al tempio di Gerusalemme, per timore che il patrimonio orale e scritto della fede d’Israele andasse perduto (davanti alle continue ondate di invasioni dei vari popoli) i sacerdoti di allora raccolsero i documenti delle varie tradizioni e costituirono il primo nucleo scritto della Parola tradizionale che si fa libro e documento scritto, tirando le somme e raccogliendo il materiale di tante tradizioni sia orali che scritte che da sette secoli, dall’uscita dall’Egitto, si erano moltiplicate in mezzo al popolo di Dio, ad opera dei profeti, dei sacerdoti e degli scribi..

 

Quando dunque leggiamo la Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento teniamo presente sempre il fatto che il testo che leggiamo prima di essere messo per iscritto in forma definitiva è esistito normalmente come racconto orale e come raccolte scritte parziali, a seconda dei luoghi e delle comunità, in particolare a Gerusalemme e nel suo Tempio.