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11 Agosto 2025

188. Lunedì 11 Agosto 2025
Bibbia e storia (8) –
Regole (7): La Tradizione dei Maccabei

 

Lunedì, proseguendo pur in mezzo all’estate più rovente, nell’ambito della Scuola della Parola, abbiamo parlato di un altro “pezzo di storia” riflessa nei libri della Parola di Dio: i Maccabei.

Si tratta di una tradizione nata e sviluppata in un contesto ben preciso, diversamente da quasi tutte le altre tradizioni, ma di una tradizione che poi ha alimentato i secoli in tanti aspetti e motivazioni della vita del popolo d’Israele, fino ai giorni nostri.

Il periodo dei Maccabei, l’ultimo che precede poi l’inglobamento nell’Impero Romano, va dal 167 a.C. fino al 63 a.C. ed è considerato, come è successo nella storia d’Italia, un “risorgimento” per il popolo e la nazione d’Israele, per la comunità di Jahvè.

Abbiamo letto brani del primo libro dei Maccabei (i libri in cui questa tradizione è stata riportata e testimoniata sono due: il primo più legato alle vicende dell’insurrezione contro Antioco IV Epifane e il secondo più teologico, Dio nella storia del popolo che gli vuole rimanere fedele): i primi tre capitoli del libro.

“Maqqabà” è il martello, ed è il soprannome dato a Giuda, figlio di Mattatia. Il quale Mattatia con i suoi cinque figli (Giovanni, Simone, Giuda, Eleazaro, Gionata) si ribellò a Modin, sua città, all’imposizione del re di lasciare la fede e la tradizione dei padri per fare sacrifici alla statua del re e agli idoli pagani, abbracciando ormai uno stile di vita di ispirazione greca come avevano fatto tutti gli altri popoli medio-orientali. Il re che si considerava dio e aveva fatto mettere una sua statua sul grande altare degli olocausti [1Mc 1,54: abominio della desolazione], era Antioco IV Epifane (cioè epifania manifestazione della divinità, di Giove in particolare).

Mattatia si ribellò e diede inizio ad un periodo di contrapposizione al potere dominante in nome della fede di Jahvè e delle tradizioni dei padri. Purificazione del tempio, osservanza delle usanze prettamente giudaiche, preghiera e sacrificio per la patria. Tutti e cinque i fratelli, uno a uno, furono a guida del popolo e furono in varie occasioni uccisi per la loro causa. Ma dal confronto Israele ne uscì vincitore e la fede del popolo rimase il centro della sua vita in qualche modo fino ai giorni nostri: fu un problema di identità del popolo di Dio!

Oltre alla forza possente e alla caparbietà e fede di Giuda Maccabeo (lode di lui in 1Mc 3), ci fu la capacità mediativa e diplomatica soprattutto di Gionata: una via che permise di andare avanti in un discorso di indipendenza fu soprattutto stabilire delle amicizie e alleanze con potenze residenti fuori del territorio, soprattutto Roma e Sparta.

Nel raccontare questa storia, gli autori hanno seguito il metodo storiografico di Tucidide e dei greci, quindi trascrizione di documenti a supporto della veridicità del racconto.

Poi ci sono anche racconti di origine popolare di grande effetto e importanza per la fede, sia di Israele che della Chiesa come il sacrificio della madre e dei suoi setti figli (2Mc 7) e la raccolta di offerte per offrire sacrifici per i morti in battaglia (2Mc 12).

Al di là comunque di quanto raccontato c’è in questi libri una forza e un entusiasmo di fede e di patria che noi dovremmo “respirare” anche nella nostra situazione di fede e di Chiesa di oggi, per riaffermare comunque la centralità del nostro Dio e del suo regno.