VAI AL VIDEO RIASSUNTIVO SU YOU TUBE

4 Settembre 2025

200 – 4 Settembre 2025  –
Miele: Sl 54(55),23 – Getta nel Signore il tuo affanno

 

In questi giorni mortali, per tutti noi spesso pieni di affanni e di “pesi” da portare di ogni genere, soprattutto i pesi che ingombrano l’anima e il cuore, proponiamo oggi un versetto stupendo, da imparare a memoria come sempre e da ripetere spesso, soprattutto appunto in certi “momenti”: è il versetto 23 del salmo 54(55).

Questo salmo è una “lamentazione” di un giusto, credente e fedele a Dio, che si sente compresso e quasi stritolato dalla cattiveria dei suoi nemici, da ogni parte. Ecco il versetto che proponiamo come “miele dalla roccia della Parola” per questa settimana:

 

[23] Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà, mai permetterà che il giusto vacilli.

 

(traduzione della Bibbia CEI 1974, che noi preferiamo o almeno ricordiamo)

Getta nel Signore il tuo affanno ed egli ti sosterrà, mai permetterà che il giusto vacilli

(oggi hanno tradotto “affanno” con “peso” forse per dare un valore più generale a ciò che condiziona la nostra vita, simile a un peso da portare continuamente, ma comunque il significato è sempre lo stesso)

 

Questa è la fede vera: gettare tutti noi stessi nelle braccia di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo. Qualunque cosa ci condizioni la vita, dobbiamo metterla nelle mani di colui che ci ama e ha dato suo Figlio per noi. Siamo nell’Antico Testamento ma la profezia del Cristo è sempre viva e veramente possiamo dire che questa parola “parlava di lui”.

La fede, la fede vera, abbiamo detto, è sostanziata da queste convinzioni incrollabili: egli ti sosterrà, e mai permetterà che il giusto vacilli.. Veramente la strada della vita, qualunque direzione abbia, di qualunque sassi sia fatta è destinata a non vedere i giusti vacillare e cadere o, se questo succede a volte, li vede rialzarsi e proseguire: “Canta e cammina, non ti voltare indietro”, come dice Agostino.

Più che aggiungere altro, desidero riportare qui tutto il salmo 54(55), nel suo turbinio di affanni, di prove (amici.. amicissimi.. nemici.. la vita) e insieme nel gridare continuo a Dio, nell’affidarsi a lui:

 

[1] Al maestro del coro. Per strumenti a corda. Maskil. Di Davide.

[2] Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera, non nasconderti di fronte alla mia supplica.

[3] Dammi ascolto e rispondimi; mi agito ansioso e sono sconvolto

[4] dalle grida del nemico, dall’oppressione del malvagio. Mi rovesciano addosso cattiveria e con ira mi aggrediscono.

[5] Dentro di me si stringe il mio cuore, piombano su di me terrori di morte.

[6] Mi invadono timore e tremore e mi ricopre lo sgomento.

[7] Dico: «Chi mi darà ali come di colomba per volare e trovare riposo?

[8] Ecco, errando, fuggirei lontano, abiterei nel deserto.

[9] In fretta raggiungerei un riparo dalla furia del vento, dalla bufera».

[10] Disperdili, Signore, confondi le loro lingue. Ho visto nella città violenza e discordia:

[11] giorno e notte fanno la ronda sulle sue mura; in mezzo ad essa cattiveria e dolore,

[12] in mezzo ad essa insidia, e non cessano nelle sue piazze sopruso e inganno.

[13] Se mi avesse insultato un nemico, l’avrei sopportato; se fosse insorto contro di me un avversario, da lui mi sarei nascosto.

[14] Ma tu, mio compagno, mio intimo amico,

[15] legato a me da dolce confidenza! Camminavamo concordi verso la casa di Dio.

[16] Li sorprenda improvvisa la morte, scendano vivi negli inferi, perché il male è nelle loro case e nel loro cuore.

[17] Io invoco Dio e il Signore mi salva.

[18] Di sera, al mattino, a mezzogiorno vivo nell’ansia e sospiro, ma egli ascolta la mia voce;

[19] in pace riscatta la mia vita da quelli che mi combattono: sono tanti i miei avversari.

[20] Dio ascolterà e li umilierà, egli che domina da sempre; essi non cambiano e non temono Dio.

[21] Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici, violando i suoi patti.

[22] Più untuosa del burro è la sua bocca, ma nel cuore ha la guerra; più fluide dell’olio le sue parole, ma sono pugnali sguainati.

[23] Affida al Signore il tuo peso ed egli ti sosterrà, mai permetterà che il giusto vacilli.

[24] Tu, o Dio, li sprofonderai nella fossa profonda, questi uomini sanguinari e fraudolenti: essi non giungeranno alla metà dei loro giorni. Ma io, Signore, in te confido.