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12 maggio 2025
178. Lunedì 12 Maggio 2025
73 – Ap – Apocalisse (22) –
Cap. 21 – La Nuova Gerusalemme
Lunedì scorso abbiamo accolto con gioia la prima parte del capitolo 21 dell’Apocalisse. E’ l’annuncio, meditato soprattutto con le parole dei Profeti, della vita che verrà, raccolta nel simbolo della città santa, la nuova Gerusalemme. Non più prostituta, non più infedele, non più Sodoma ed Egitto (Ap 11,8), iiGerusalemme, cammino terminale sulla terra della tenda del Convegno nel deserto (v. 2: la tenda di Dio con gli uomini), diventa l’immagine del punto terminale di ogni cammino, di ogni città, di ogni uomo e donna.
E’ scritto, detto nei profeti, Dio farà nuove tutte le cose. Il cosmo nella su interezza, cielo, terra, mare scompariranno per essere sostituiti da nuovi cieli e nuova terra, dono di Dio in Cristo per la potenza dello Spirito Santo.
Ma quello che è più importante è che si dichiara che Dio abiterà per sempre con gli uomini e quindi il Dio della vita non lascerà più alcun posto alla morte e al peccato che della morte è causa e condizione (al v. 4 con le parole stupende di Isaia 25 e 35).
Il cammino storico, così complesso per la compresenza delle consolazioni di Dio e delle persecuzioni degli uomini (Agostino) sarà da quel momento una situazione di gioia e di felicità senza pari. La formula più importante dell’alleanza, espressa con ricchezza soprattutto nel Deuteronomio (“Il sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo”) viene posta qui, al versetto 3 come suggello della inabitazione di Dio in mezzo a noi.
Al centro di tutto, come in ogni parte dell’Apocalisse, c’è sempre il trono eterno del Padre e dell’Agnello, il “motore”, il centro, il significato di tutto l’universo e di tutta la storia, che troviamo annunciato al capitolo 4.
E dal trono parte la voce di rivelazione, la Parola che percorre i secoli e che come ha creato all’inizio della vicenda del tempo, in Gn 1, così alla fine annuncerà e realizzerà la totale novità di tutto. Perché – v. 6 – egli è il Principio e la Fine, Alfa e Omega di tutti e del tutto.
E la promessa del vero e unico Pastore e Signore della nostra vita è di far bere i suoi credenti all’acqua della vita (dal salmo 22(23)), gratis, totalmente gratis, come ci dice Isaia 55.
E quello sarà il momento in cui il Padre e Padrone consegnerà ai suoi l’eredità, i beni eterni, primo fra tutti il dono di farci per sempre figli nel Figlio, secondo la promessa di Dio a Davide tramite Natan (2Sm 7,14) e annunciata splendidamente in Rom 8,14ss.
Il versetto 8, alla fine della prima parte di questo capitolo, è un “resto inquietante” dei capitoli precedenti, dei capitoli in cui si parlava nella presenza misteriosa e causa di dolore e morte del peccato e dei peccatori nel mondo. Sembra quasi dire che Dio farà nuove tutte le cose, ma lo stagno ardente di fuoco e di zolfo, seconda morte (dopo la morte del peccato, vissuta lungo la storia da coloro che hanno tentato di contrapporsi a Dio), questo stagno, nuova e definitiva Sodoma e Gomorra, rimarrà per sempre per chi non ha creduto, ad immagine di Satana, il dragone primordiale.
Qualcuno ha chiesto, lunedì: Ma queste cose sono da credere? Abbiamo dato una risposta semplice, secondo i nostri mezzi, partendo dal versetto 5: Giovanni annuncia che le parole ricevute in visione sono certe e vere (lo dice più volte nel libro!), le annuncia e ci crede. La sorte degli increduli è segnata! E la nostra Chiesa ormai da 2000 anni ha accolto questa rivelazione “di Gesù Cristo” come Parola di Dio, e dunque come Parola creatrice e salvatrice, come compagna di viaggio finché saremo in viaggio. E’ l’Ipotesi più forte e vera del senso della mia vita, della tua, della vita dell’universo. E al centro il volto di Cristo Risorto e Vivente per sempre con il suo Spirito di vita e vivificante? Dobbiamo crederci? A noi la scelta. Ma ricordiamo sempre Abacuc 2,4: Il giusto vivrà per la sua fede!