VAI AL VIDEO RIASSUNTIVO SU YOU TUBE
19 maggio 2025
179. Lunedì 19 Maggio 2025
73 – Ap – Apocalisse (23) –
Cap. 21 – La Nuova Gerusalemme (2)
Lunedì scorso abbiamo accolto e meditato la seconda parte del capitolo 21 dell’Apocalisse, capitolo, come sappiamo, dedicato alla Gerusalemme celeste Sposa dell’Agnello, che alla fine dei tempi prenderà possesso di nuovi cieli e nuova terra.
L’Apocalittica di sempre raggiunge qui il suo culmine, perché, come abbiamo spesso detto, l’apocalittica è il movimento di pensiero e spiritualità (di natura profetica) che dinanzi alle prove, alle persecuzioni e alle sofferenze dei credenti nel mondo, da parte di potenze politiche o falsamente religiose, espressioni del “Serpente antico”, Satana e i suoi angeli, afferma con forza, sia in ambiente giudaico che cristiano, che solo Dio, il nostro Dio, l’unico Dio al di sopra di tutti gli dèi, egli ha dato inizio, dà consistenza, e finirà la storia con il suo trionfo, la vittoria del bene sul male. Nel Nuovo Testamento, come nel caso dell’Apocalisse, la vittoria sarà nella forza e nel dono gratuito dell’Agnello di Dio, il Figlio eterno del Padre, cui il Padre ha chiesto di farsi uomo per amore e donare la sua vita per noi, portandoci poi con lui nella vita della risurrezione..
Terminato il lungo cammino della “visione” di Giovanni di tutta la storia, dalla creazione alla fine dei tempi, i capitoli finali 21 e 22 dell’Apocalisse presentano, servendosi in modo particolare di parole e immagini prese dai profeti (in particolare Isaia), il mondo finale riconciliato completamente con Dio, dove tutti coloro che ne prenderanno parte riceveranno vita, ricca, piena, gratuita dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo.
E così lunedì abbiamo letto e brevemente commentato la seconda parte del capitolo 21, a partire dal versetto 9. L’angelo che ha ancora in mano gli ultimi sette flagelli, le coppe della sofferenza redentiva del Cristo e dei suoi, attivate a partire da Ap 16,1, presenta a Giovanni in visione la Sposa dell’Agnello, la sposa promessa, il suo corpo e il suo popolo. La Sposa è la città santa, la nuova e definitiva Gerusalemme trasformata dalla grazia cioè dal dono assolutamente gratuito di Dio in Cristo. Secondo i testi di Is 2,1ss e 60,1ss, la nuova città, che in realtà è il popolo spirituale del credenti, è la Sposa finalmente fedele al suo Sposo, il suo Dio, il suo Cristo ed è posta “su un alto monte”, come in Isaia, perché sia visibile da tutte le genti, e tutti si mettano in cammino verso di essa. E prima di tutto si dice che questa città è fondata su un doppio numero 12: 12 tribù di Israele e 12 apostoli dell’Agnello.
Luce, splendore e gloria sono la caratteristica più evidente di questa nuova città, laddove la luce (ricordiamo il prologo di Giovanni, Gv 1,4ss) in tutte le sue manifestazioni è la realtà che ci parla e ci rivela di più Dio. Gesù va morire per noi, ma prima si trasfigura in luce e gloria sul monte, ricevendo l’attestato del Padre “Questi è il mio Figlio, l’Eletto” (Mc 9).
Dopodichè, a partire dal versetto 15, l’angelo, esecutore dei voleri di Dio e suo rappresentante fra gli uomini, mostra la canna d’oro, lo strumento di misura che serve a dare le dimensioni spazio-temporali della città santa, dimensioni assolutamente perfette, secondo lo stile presente in ogni cultura, secondo cui una città nasce dalla misurazione dello spazio ad essa riservato: non possiamo non ricordare Romolo che traccia il disegno di Roma sul Palatino e poi a seguire la struttura di tutte le città romane, come anche Fano, la nostra città, con le sue linee rette, incrociate fra loro, incarnazione geometrica nello spazio, di una realtà pensata e sognata nella mente dei costruttori. Qui non possiamo non ricordare i capitoli 40-48 di Ezechiele che raccontano la misurazione, la costruzione, la dedicazione della nuova Gerusalemme, la nuova città santa dopo l’esilio.
E il capitolo finisce con un brano poetico, da pregare e cantare, in cui dal simbolo si passa all realtà. E la realtà è che di fatto tutto è simbolico (tempio, città, sole e luna, il creato e la storia) di una realtà più vera e più grande: Dio onnipotente e il suo Agnello sono il vero tempio, il vero “spazio sacro” per tutti i credenti, soggetto e termine vero della salvezza, che è vita eterna.