VAI AL VIDEO RIASSUNTIVO SU YOU TUBE
18 Agosto 2025
189. Lunedì 18 Agosto 2025
Bibbia e storia (9) –
Regole (8): La Tradizione dei Midrashim
Lunedì, all’appuntamento della Scuola della Parola, abbiamo trattato una tradizione che sta all’origine di almeno quattro libri della Bibbia e che è molto diversa da tutte quelle che abbiamo presentato finora. Si tratta di una vera “tradizione popolare”, come quelle che da sempre sono diffuse presso tutti i popoli. Pensiamo ad esempio alle favole e alla storie che circolano tra noi. E’ la tradizione del “midràsh”, delle storie popolari, dei racconti trasmessi di bocca in bocca, soprattutto nelle famiglie, per l’edificazione dell’animo dei credenti, a partire dalla giovane età.
Il “Midràsh” (plurale Midrashìm) è una storia inventata da qualcuno (oppure una sua meditazione, oppure anche un ampliamento di qualche storia biblica importante come auelle di Genesi ed Esodo), circolata per molto tempo nel tessuto storico quotidiano del popolo e poi, solo in alcuni casi, riconosciuta come generata ed espressa dallo Spirito che guida il popolo a tutta intera la verità. Testi riconosciuti come “ispirati” da coloro che alla fine hanno fatto l’elenco ufficiale (canone) dei libri da considerarsi depositi autentici della fede del popolo di Dio.
In verità coloro che hanno fatto questi elenchi ufficiali nella storia divergono fra loro nel riconoscere o meno a queste storie la dignità di “Parola di Dio”, anche se tutti riconoscono loro un grande contributo di fede, di vita e di inserimento nella storia del popolo. Così gli Ebrei (Sinodo di Jamnia del 99 d.C.), Chiesa Cattolica (Concilio di Trento 1546), Lutero e i suoi (1525 circa), Testimoni di Geova e altre organizzazioni che hanno preso questa decisione, tutti hanno messo questi libri nell’ambito della Bibbia, ma molti di loro come Appendici del testo più sacro. Solo la Chiesa Cattolica li ha riconosciuti tutti come “Parola di Dio” tout court..
Parliamo dei libri: Ruth, Tobia, Giuditta ed Ester (e qualcuno anche il libro della Sapienza).
Ci torneremo sopra prossimamente, ma intanto abbiamo presentato questi libri nel loro “ambiente di nascita” lungo la storia del popolo d’Israele: al tempo dei Giudici (Rut), tra i deportati di Israele a Ninive (Tobia), nel popolo che ha lottato a lungo per la sua indipendenza nel periodo tra il ritorno dall’esilio e i Maccabei (Giuditta), e tra i deportati a Babilonia (Ester).
La dimensione fondamentale di questi testi è la fedeltà e la fede, pur in mezzo a un contesto di prove, persecuzioni e difficoltà. In particolare, alcune preghiere contenute in questi libri sono stupende e sono usate a tutt’oggi nella Chiesa Cattolica: pensiamo ad esempio a Tobia 4, l’esortazione del padre al figlio, oppure la preghiera degli sposi in Tobia 8,4ss, o la bella preghiera di fiducia della regina Ester prima di affrontare il re: Et 4, oppure le parole fiduciose di Giuditta (Gt 9).
All’incontro abbiamo anche appena ricordato che in una continua adorazione, meditazione, celebrazione e confronto sulla Parola di Dio, nei secoli il popolo ebraico ha sviluppato tanti testi che se non sono Parola di Dio sono però qualcosa di “nutriente” per la fede del popolo: ricordiamo almeno le due enormi raccolte della storia ebraica: il Talmud (insegnamenti, storie, meditazioni..) e la Mishnà (raccolta di leggi che “incarnano” nella vita concreta i dettami delle leggi contenute nella Toràh).
