VAI AL VIDEO RIASSUNTIVO SU YOU TUBE
13 Ottobre 2025
197.Lunedì 13 Ottobre 2025
Preistoria biblica – Genesi 2 – Creazione (jahvista)
Lunedì scorso abbiamo preso in mano il secondo capitolo della Genesi. A dire il vero dal versetto 2,4b perché come sappiamo prima c’è il primo racconto, quello sacerdotale.
Questo racconto, di fonte jahvista (dicono gli esperti), come in tutti i racconti di quella tradizione, parla della creazione del mondo e di uomo e donna in forma popolare e anche, come si suol dire, “antropomorfa”: Dio con le sue “mani” plasma dalla polvere della terra l’uomo e gli soffia con la sua bocca uno spirito di vita. Poi costruisce per lui nel deserto (“Eden” contrariamente alla interpretazione corrente allineata a una interpretazione di tempi successivi non è il “paradiso” ma è il deserto!) un giardino, detto “Paradiso terrestre”, luogo di “cura” da parte dell’uomo, ambiente meraviglioso, ricco d’acqua e di alberi.
In esso però l’uomo si sente solo e allora ecco Dio che premurosamente conduce all’uomo tutti gli esseri viventi, e in quella occasione chiede ad Adamo di dare un nome a ognuno perché si riconosca per sempre il primato e la supremazia dell’uomo su tutte le creature viventi (sappiamo bene che era il padre che “dava il nome” al figlio!).
Ma – dice il testo – non si trova un aiuto che sia simile all’uomo, insieme al quale l’uomo possa vivere e operare nel giardino. E allora ecco l’aiuto “alla pari”, la donna, tratta dall’uomo nel suo sonno, parte integrante di lui (visione così vicina a chi sostiene la natura “androgina” (uomo-donna, yin-yang) dell’essere umano. E Adamo accoglie con gioia questo nuovo essere accanto a lui.
Di qui l’estensore della tradizione jahvista aggiunge qualcosa (sempre in prospettiva di scorgere nello sfondo passato le regole e le motivazioni presenti nel mondo di oggi!) molto importante: queste due presenze, uomo e donna, sono destinati anche in futuro e per sempre ad essere legati “come una sola persona” (una sola carne) e quindi non solo la loro creazione ma anche l’indicazione della famiglia umana, nucleo fondamentale della storia, veicolo di vita e quindi collaboratrice di Dio nell’opera della creazione attraverso la generazione dei figli e la costituzione delle società e delle convivenze.
Tutto è bello, tutto è solare, come nel primo capitolo. Sempre seguendo il proprio stile popolare qui la tradizione jahvista parla della “nudità” dell’uomo e della donna: non provano vergogna ad essere nudi uno davanti all’altro (come è invece nell’oggi!): possono avere libertà e confidenza, camminare e operare insieme, perché tutta l’umanità dell’uomo e della donna, e quindi anche il loro corpo è dono di Dio e strumento di comunione, uniti in un amore che viene dal Dio-comunione (nel primo capitolo: “facciamo” l’uomo a nostra immagine e somiglianza!).
In questo racconto però si inserisce un comando di Dio che suona un po’ preoccupante, soprattutto tenendo conto del capitolo 3: Dio vuole obbedienza e soprattutto fiducia. Vuole che l’uomo si fidi di lui, “cammini con” lui. Così facendo potrà non sperimentare il male, che si opera e si subisce solo allontanandosi da Dio, nostra Fonte di vita e di salvezza.
La riflessione biblica, che sembra così popolare e semplice, in realtà ha una profondità inaudita: attraverso un semplice racconto propone una visione di comunione tra Dio e l’uomo che mai gli uomini di altre tradizioni hanno nemmeno immaginato. Questo “fidarsi e affidarsi” è, dicono i Padri e gli studiosi, una prima, naturale “alleanza” tra Dio e uomo.
L’uomo e la donna potranno vivere per sempre nel Paradiso fidandosi di Dio, affidandosi a Dio, in una rispettosa e assoluta obbedienza al suo comando. Dio comincia subito a insegnare la via della libertà e dell’autorealizzazione e costruzione di se stessi, insieme a Dio, rispettando il ruolo di Dio e il proprio, senza voler essere il dio di se stessi..
Ma la storia andrà diversamente…
