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20 Ottobre 2025

198.Lunedì 20 Ottobre 2025
Preistoria biblica – Genesi 3 – Il peccato

 

Lunedì scorso terzo capitolo della Genesi, l’altra faccia, quella negativa, rispetto al capitolo 2 così solare e positivo. Gli autori di questa preistoria, dicevamo, hanno voluto individuare alcune caratteristiche che sono osservate come presenti nel nostro oggi, di allora come di sempre. E certamente la cosa che più evidente balza agli occhi, nel 400 a.C. come oggi è la presenza del male, della sofferenza, della violenza, della sopraffazione, ecc.. L’oggi è segnato dall’uomo che tenta con ogni mezzo di essere il dio di se stesso, normalmente a scapito di chi gli sta vicino, in particolare la sua famiglia..

E allora ecco questo capitolo che ci mostra plasticamente le radici del comportamento che definiamo come “peccato”, come “non giustizia”, cioè non allineamento alla volontà e agli ordini di Dio.

Si parte dal serpente, l’essere astuto, che trascina da sempre l’uomo al male e che cerca di ucciderlo in tutti i modi. Questa figura era presente abbondantemente nell’immaginario collettivo dell’Oriente, come pure in Grecia. Il serpente con il suo veleno uccide l’uomo, ma per chi padroneggiarlo è fonte di vita, in quanto rimedio curativo per molti mali fisici. Non per nulla il simbolo di Esculapio(Asclepio) dio della medicina era un bastone con un serpente attorcigliato..

Il serpente mette in dubbio le parole di Dio circa l’obbedienza da lui richiesta circa l’albero della conoscenza del bene e del male. Eva prima e poi Adamo seguono la seduzione del serpente, e “conoscono” il bene e il male, cioè lo cominciano a vivere, a sperimentarlo. E per prima cosa subiscono la ribellione delle membra, in particolare quelle legate alla sessualità. L’armonia primordiale è rotta.

Dio cerca Adamo “dove sei?” (e ancor oggi lo cerca: dove sei??) ed ecco lo “scaricabarile” per la colpa della disobbedienza: da Adamo ad Eva al serpente.

Ma per ognuno dei tre Dio commina dei castighi che dureranno nei secoli: dolori di parto e violenza per Eva; fatica e rottura dell’armonia con il mondo per Adamo; e infine maledizione per il serpente.. Su tutto incombe l’annuncio della morte, del ritorno alla polvere..

La responsabilità non si può scaricare!

Insieme a tutte queste cose negative che si abbattono su uomo, donna e serpente Dio mostra la sua benevolenza che rimane rivestendo l’uomo e la donna e annunciando da lontano “uno” figlio della donna, che avrebbe schiacciato il capo al serpente..

E’ il primo, lontano annuncio, di una storia di salvezza legata a quello che sarà chiamato “il Messia”.

L’uomo e la donna perdono la condizione e anche l’ambiente stupendo creato per loro da Dio e quindi andranno nel deserto, in Eden, a soffrire e a guadagnarsi da vivere. E secondo molte credenze e miti orientali, Dio pone dei “cherubini” (esseri che sono intermediari tra Dio e il mondo) perché l’uomo e la donna perdessero proprio la memoria di quel luogo felice.

Ora diciamo che il racconto è fantasioso, ma i riferimenti di significato lo sono molto di meno: ogni cosa è posta ad arte al punto giusto perché l’uomo e la donna di ogni secolo potessero vedere rispecchiata nella vita la vicenda primordiale di peccato e condanna.