003 – Lectio divina su 1Pt 1,3

Lectio divina del 25.2.21

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Testo

3 Εὐλογητὸς ὁ θεὸς καὶ πατὴρ τοῦ κυρίου ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ, ὁ κατὰ τὸ πολὺ αὐτοῦ ἔλεος ἀναγεννήσας ἡμᾶς εἰς ἐλπίδα ζῶσαν δι’ ἀναστάσεως Ἰησοῦ Χριστοῦ ἐκ νεκρῶν,

3 Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva,

Analisi e riflessione (di preparazione)

1,3 Εὐλογητὸς    “Barùk” in ebraico è la parola fondamentale dell’atteggiamento dell’uomo verso Dio e del suo rapporto con lui: Dio ci benedice, “dice-bene”, “dice-il-bene” e dicendo il bene egli crea e fa vivere, egli ama e dona vita eterna: tutto bene e luce, tutto dono. E noi cosa possiamo dire a Dio Padre, Figlio e Spirito se non dire bene di lui, lodarlo, ringraziarlo, accoglierlo?

ὁ θεὸς καὶ πατὴρ = questa volta l’articolo determinativo determina con forza l’identificazione di “quel” Dio che è il Padre di Gesù Cristo. Non un Dio qualsiasi ma il nostro Dio, chiamato da Gesù “abbà”

τοῦ κυρίου ἡμῶν Ἰησοῦ Χριστοῦ = Kyrios Jesous Christos sono i tre titoli che qualificano Gesù di Nazareth nelle sue dimensioni umana e divina, re dei secoli e signore del tempo e del mondo. E’ il padrone universale (kyrios, parola greca usata dall’ambiente giudaico per tradurre il nome di Dio Jahvè), ma signore in quanto “regge” (nel vero significato di “rex”, reggitore, colui che guida e comanda per far vivere e donare vita). Egli è il Salvatore (Ieo-shua, Jahvè salva, come fu chiamato fin dal grembo materno) ed è Christos, Unto del Signore, Messia, inviato a compiere le promesse in mezzo al suo popolo. In questi titoii Gesù è tutto per noi.

ὁ κατὰ τὸ πολὺ αὐτοῦ ἔλεος = lo Eleos è la misericordia, lo “hesed” ebraico di cui abbiamo già parlato, le “viscere di misericordia” di Dio che si commuovono per noi. E questa misericordia che muove Dio è grande (polu)

ἀναγεννήσας=  Ghennào è il verbo della generazione. Anà è la particella che indica il movimento dal basso verso l’alto. ‘Anà-ghennèsas’ = ci ha innalzati ad un nuovo genere, ad un nuovo tipo di esistenza e di umanità. In Gesù Cristo noi sia stati “ri-generati”, divenuti un nuovo modo di essere, non i “gendres” moderni, ma una conformazione e un mondo in Dio in Gesù e per la potenza dello Spirito occupa il primo posto.

εἰς ἐλπίδα ζῶσαν   = verso un modo nuovo di essere, contraddistinto da un atteggiamento e una situazione nuova, che Pietro chiama “speranza”. Se abbiamo un Padre che in Cristo misericordiosamente ci fa vivere una vita nuova, noi siamo chiamati a essere tesi in avanti, in maniera vitale e vivente, dinamica e non statica: noi stiamo divenendo quello che siamo e che siamo chiamati ad essere

δι’ ἀναστάσεως Ἰησοῦ Χριστοῦ ἐκ νεκρῶν,= e tutto questo avendo un perno preciso, avvenuto in un punto della nostra storia umana: l’anastasis di Cristo, il suo rialzarsi dal mondo dei morti per noi morire mai più. Risorgendo ci trascina tutti con sé, dalla morte, da ogni morte alla vita in Dio.

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Pace e speranza viva nel sangue vivente del Signore Gesù.

Vi traccio un piccolo resoconto di quanto abbiamo meditato e condiviso giovedì scorso, facendo la “lectio divina” su un solo versetto della prima lettera di Pietro (1,3): “Benedetto (il) Dio e padre del Signore nostro Gesù Cristo. Egli secondo la sua grande misericordia ci ha fatti nascere a nuova vita (rigenerati) per una speranza vivente per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti”.

La “benedizione”, il “dire bene” è fondamentale nella nostra fede fondata sulla Parola rivelata. Dio “dice bene” creando l’universo, governandolo, dando a noi la sua Parola vivente, suo Figlio Gesù e in lui un nuovo genere di vita, pieno di tensione in avanti, cioè di speranza. E noi “diciamo bene”, benediciamo Dio, lodandolo per quanto fa per noi, ne prendiamo coscienza e lo trasformiamo in lode. E accettiamo con amore riconoscente ogni cosa che ci dà per il nostro bene, coronavirus compreso.

A volte le sue vie sono misteriose e infinite, ma in Gesù risorto e vivente abbiamo la certezza che “tutto è Misericordia”, che il cuore e l’interiorità di Dio (qualunque cosa questo significhi) è coinvolta per noi e con noi. Ed è immensa.

Perché “Padre” “Abbà” è il nuovo nome della Fonte dell’universo: abbà di Gesù e in lui nostro Abbà, Babbo che ci ama sempre e comunque. Buon proseguimento di Quaresima!

Prossimo appuntamento, lunedì 1 marzo, ore 21, su meet.jit.si/VediamociConPrimo per l’incontro di “Scuola della Parola” del primo livello.

Forza! Concediamoci un’ora di conoscenza, ascolto, condivisione e amicizia! Primo

p.s. materiale sempre su ww.primociarlantini.it