Lectio del 1.9.22

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Testo:

3  Εὐχαριστῶ τῷ θεῷ μου ἐπὶ πάσῃ τῇ μνείᾳ ὑμῶν

4  πάντοτε ἐν πάσῃ δεήσει μου ὑπὲρ πάντων ὑμῶν, μετὰ χαρᾶς τὴν δέησιν ποιούμενος,

5  ἐπὶ τῇ κοινωνίᾳ ὑμῶν εἰς τὸ εὐαγγέλιον ἀπὸ τῆς πρώτης ἡμέρας ἄχρι τοῦ νῦν,

6  πεποιθὼς αὐτὸ τοῦτο, ὅτι ὁ ἐναρξάμενος ἐν ὑμῖν ἔργον ἀγαθὸν ἐπιτελέσει ἄχρι ἡμέρας Χριστοῦ Ἰησοῦ·

7  Καθώς ἐστιν δίκαιον ἐμοὶ τοῦτο φρονεῖν ὑπὲρ πάντων ὑμῶν διὰ τὸ ἔχειν με ἐν τῇ καρδίᾳ ὑμᾶς, ἔν τε τοῖς δεσμοῖς μου καὶ ἐν τῇ ἀπολογίᾳ καὶ βεβαιώσει τοῦ εὐαγγελίου συγκοινωνούς μου τῆς χάριτος πάντας ὑμᾶς ὄντας.

 

[3] Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi.

[4] Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia

[5] a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente.

[6] Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

[7] È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia.

Analisi e riflessione (di preparazione)

Sintesi per comunicare (Broadcasts su WhatsApp, EMail, Sito..)

Questo giovedì siamo partiti decisamente con la lectio divina sulla lettera di Paolo ai Filippesi. Abbiamo centrato il nostro sguardo su 1,3-7. Abbiamo detto fondamentalmente una cosa: Paolo ci mostra cosa vuol dire essere una comunità nel nome e nell’amore di Gesù: Uniti, ricordandosi a vicenda, pregando gli uni per gli altri, cooperando sieme alla diffusione del Vangelo, sentirsi partecipi dello stesso Corpo di Cristo, la Chiesa e destinatari dell’amore gratuito di Dio, quello che si chiama con una sola parola “grazia”. E ci siamo chiesti: E noi? Per chi ringraziamo? Con chi siamo uniti? Quali sono le nostre comunità? E una riflessione è stata: la Chiesa deve ripartire a fare comunità piccole e condivise, con responsabili formati e incaricati appositamente. E’ ora di sentirsi una cosa sola, conoscendoci, amandoci, servendoci.. In fondo il Sinodo che la Chiesa universale si appresta a celebrare non vuole proporre proprio questo?