Lectio del 22.9.22

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Testo:

3  Εὐχαριστῶ τῷ θεῷ μου ἐπὶ πάσῃ τῇ μνείᾳ ὑμῶν

4  πάντοτε ἐν πάσῃ δεήσει μου ὑπὲρ πάντων ὑμῶν, μετὰ χαρᾶς τὴν δέησιν ποιούμενος,

5  ἐπὶ τῇ κοινωνίᾳ ὑμῶν εἰς τὸ εὐαγγέλιον ἀπὸ τῆς πρώτης ἡμέρας ἄχρι τοῦ νῦν,

6  πεποιθὼς αὐτὸ τοῦτο, ὅτι ὁ ἐναρξάμενος ἐν ὑμῖν ἔργον ἀγαθὸν ἐπιτελέσει ἄχρι ἡμέρας Χριστοῦ Ἰησοῦ·

7  Καθώς ἐστιν δίκαιον ἐμοὶ τοῦτο φρονεῖν ὑπὲρ πάντων ὑμῶν διὰ τὸ ἔχειν με ἐν τῇ καρδίᾳ ὑμᾶς, ἔν τε τοῖς δεσμοῖς μου καὶ ἐν τῇ ἀπολογίᾳ καὶ βεβαιώσει τοῦ εὐαγγελίου συγκοινωνούς μου τῆς χάριτος πάντας ὑμᾶς ὄντας.

 

[3] Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi.

[4] Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia

[5] a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente.

[6] Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

[7] È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia.

Analisi e riflessione (di preparazione)

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Lectio del 22.9.22

Analisi e riflessione (di preparazione)

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 Abbiamo dedicato un secondo incontro al piccolo brano di Fl 1,3-7, piccolo ma così intenso che ci parla di comunità in modo profondo e coinvolgente.

[3] Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi.

[4] Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia

[5] a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente.

[6] Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.

[7] È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia.

Questo meraviglioso “ricordarsi” di loro di continuo, e ricordarli al “mio Dio”, pregare per i Filippesi, essere orgoglioso di loro davanti a Dio e davanti agli uomini.  Perché Paolo è persuaso che quanto è iniziato in loro per opera del Padre, per mezzo del Figlio nello Spirito Santo sia qualcosa di buono, di grande e di valido e che si estenderà e crescerà fino al “giorno di Cristo Gesù”, fino alla fine dei tempi, fino al giudizio.

Dice Paolo ai Filippesi “vi porto nel cuore”. Come abbiamo detto la volta scorsa, lo ripetiamo: quale grande lezione ed esempio ci dà Paolo dell’essere comunità di Gesù Cristo! Non si tratta solo di andare insieme a Messa, di fare gli stessi riti e gesti, di salutarsi magari quando ci si incontra. C’è infinitamente di più: la continua attenzione gli uni verso gli altri, l’affetto profondo del cuore che nasce dall’essere “un cuore solo e un’anima sola” secondo l’espressione degli Atti.

Pensiamo Paolo in prigione: non si sente solo, anche se è solo in un ambiente ostile. Egli si sente “abitato” dalla presenza spirituale del suo Dio Trinità, ma anche dei volti cari di ogni sua comunità. Egli è convinto di avere tutti i suoi cari con lui adesso e per sempre, partecipi con lui del dono gratuito, della grazia, del Padre in Gesù nella potenza coinvolgente e nel fuoco “assimilante” dello Spirito che ci plasma come un solo Corpo in Cristo.

Veramente grande, vista in questo modo, l’avventura dell’essere affidati a Cristo Gesù!