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087 – Lectio su Fl 3,7-11
Lectio del 29.12.22
Testo:
7 [Ἀλλὰ] ἅτινα ἦν μοι κέρδη, ταῦτα ἥγημαι διὰ τὸν Χριστὸν ζημίαν.
[7] Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo.
8 ἀλλὰ μενοῦνγε καὶ ἡγοῦμαι πάντα ζημίαν εἶναι διὰ τὸ ὑπερέχον τῆς γνώσεως Χριστοῦ Ἰησοῦ τοῦ κυρίου μου, δι᾽ ὃν τὰ πάντα ἐζημιώθην, καὶ ἡγοῦμαι σκύβαλα, ἵνα Χριστὸν κερδήσω
[8] Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo
9 καὶ εὑρεθῶ ἐν αὐτῷ, μὴ ἔχων ἐμὴν δικαιοσύνην τὴν ἐκ νόμου ἀλλὰ τὴν διὰ πίστεως Χριστοῦ, τὴν ἐκ θεοῦ δικαιοσύνην ἐπὶ τῇ πίστει,
[9] ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede:
10 τοῦ γνῶναι αὐτὸν καὶ τὴν δύναμιν τῆς ἀναστάσεως αὐτοῦ καὶ [τὴν] κοινωνίαν [τῶν] παθημάτων αὐτοῦ, συμμορφιζόμενος τῷ θανάτῳ αὐτοῦ,
[10] perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte,
11 εἴ πως καταντήσω εἰς τὴν ἐξανάστασιν τὴν ἐκ νεκρῶν.
[11] nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
Preparazione
- 8: μενοῦνγε è particella risultante dallunione, nell’uso, di men – oun – ghe
“pertanto”, “insomma”, “tirando le somme”
Sintesi per comunicare (Sito..)
Giovedì ci siamo concentrati ad accogliere la lettera di Paolo ai Filippesi 3,7-11. Un brano fortissimo, in cui l’Apostolo comincia a raccontare di quello che Gesù, suo Signore, vale veramente per lui, cosa rappresenta. La parola più indicata è una sola “tutto”: Gesù Cristo morto e risorto è tutto per Paolo, in questa vita e in quella che egli spera che verrà. Nei versetti precedenti Paolo ha parlato di quanto per uno di origine ebrea come lui poteva essere un titolo di vanto (razza, famiglia, cultura, riti, gesti..). Ma ora egli afferma che tutto, assolutamente tutto non è altro che “sterco” (questa è la parola forte che egli usa nel testo: skybala), “monnezza” come dicono a Roma, roba di nessun significato, da buttar via, di fronte alla “sublimità” (cosa c’è di più alto?) della conoscenza di Gesù Cristo. E “conoscenza” sappiamo bene cosa vuol dire per persone di cultura semita: oltre alla normale conoscenza contiene anche il significato di appartenenza, di cammino insieme, di condivisione (fino al punto che, come sappiamo, lo stesso rapporto sessuale è chiamato “conoscere”!). La conoscenza fa l’appartenenza, genera la gioia e la speranza, rende possibile un futuro insieme. Dal giorno in cui l’ha incontrato sulla via di Damasco (Atti 9), Gesù è diventato il suo amore, il suo tesoro, il suo Maestro e Signore, in una parola il suo tutto. E non soltanto un “tutto” di egli sa che è il suo tutto sotto ogni aspetto, ma anche un “tutto” che egli è chiamato a condividere, a seguire, a imitare, da cui farsi sostenere, per mezzo del quale unirsi a Dio Padre e Spirito.
Ora l’Antico Testamento ha parlato molto di “giustizia” e di giustizia seguendo la Legge del Signore. Ma qui ora la giustizia che “mette le cose a posto” è la fede, perché il “fatto Cristo” è intervenuto in maniera forte e definitiva nella nostra vita. Siamo giusti davanti Dio se siamo “allineati” al dono gratuito di Dio in Cristo. Non dunque se abbiamo poco o molto da offrire al Signore, nella concezione della religione che fosse quasi uno “scambio” (il ti do i miei doni e tu mi dai i tuoi doni). Non è una giustizia “distributiva”, ad ognuno il suo. No qui è un dono senza fine perché uno solo è morto e risorto per tutti. E l’essere “giusti” cioè allineati a quanto vuole Dio consiste nel lasciarsi prendere e plasmare da lui e dalla sua potenza espressa e attiva nell’evento pasquale del Cristo..
Dunque, tutto fare per “guadagnare Cristo”: ma non è un guadagno basato sui soldi o sui beni materiali, è piuttosto un “esserci”, farsi trovare al posto giusto, al momento giusto, investiti della morte e della risurrezione di Gesù Cristo. Il resto? Spazzatura!