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Lectio del 5.1.23
088 – Lectio divina su Fl 3,12-16
Testo:
12 Οὐχ ὅτι ἤδη ἔλαβον ἢ ἤδη τετελείωμαι, διώκω δὲ εἰ καὶ καταλάβω, ἐφ᾽ ᾧ καὶ κατελήμφθην ὑπὸ Χριστοῦ [Ἰησοῦ].
[12] Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù.
13 ἀδελφοί, ἐγὼ ἐμαυτὸν οὐ λογίζομαι κατειληφέναι· ἓν δέ, τὰ μὲν ὀπίσω ἐπιλανθανόμενος τοῖς δὲ ἔμπροσθεν ἐπεκτεινόμενος,
[13] Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte,
14 κατὰ σκοπὸν διώκω εἰς τὸ βραβεῖον τῆς ἄνω κλήσεως τοῦ θεοῦ ἐν Χριστῷ Ἰησοῦ.
[14] corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.
15 Ὅσοι οὖν τέλειοι, τοῦτο φρονῶμεν· καὶ εἴ τι ἑτέρως φρονεῖτε, καὶ τοῦτο ὁ θεὸς ὑμῖν ἀποκαλύψει·
[15] Tutti noi, che siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo.
16 πλὴν εἰς ὃ ἐφθάσαμεν, τῷ αὐτῷ στοιχεῖν.
[16] Intanto, dal punto a cui siamo arrivati, insieme procediamo.
Sintesi per comunicare (Sito..)
Giovedì ci siamo concentrati ad accogliere la lettera ai Filippesi 3,12-16. Il Signore ci faccia comprendere il più possibile nel suo Spirito questo stupendo concentrato di cammino e di attesa, di passi fatti e passi da fare, di ascolto e di essere protesi in avanti. Lo Spirito mostra nella sua azione di essere così: vita, vitalità, piena e insieme in cammino. Paolo ha in Cristo il suo centro, e quindi attaccandosi a lui tutto è raggiunto, non vuole altro, non apprezza altro. Eppure si accorge di avere tanto e insieme di avere tanto altro da raggiungere. E quindi corre. La vita è una corsa, e finché la vita è “quaggiù” sa che tutto ciò che ha già in Cristo Gesù non è niente al confronto di quanto deve correre per arrivere alla pienezza di “lassù”. Lassù, nel seno di Dio, con il Figlio Gesù, figli nel Figlio.
Ma c’è comunque una certezza. Paolo dice “come io sono stato conquistato da Cristo Gesù”. Qualcuno ha “afferrato” qualcun altro e quest’altro cerca di adeguare in ogni momento la sua corsa alla velocità di chi l’ha afferrato e ci trascina verso la vita eterna. Quindi anche noi sentiamoci afferrati e in corsa per afferrare il Cristo Vivente.
Lo abbiamo detto tante volte, questa è la “perfezione ancora imperfetta del cammino”: perfetti perché se abbiamo una buona “sapienza”, se abbiamo un retto “gusto di Dio”, siamo già sulla strada, su Colui che dice “Io sono la Via”. Per questo tra i primi cristiani si chiamano “santi”, pur avendo tanti problemi e sensibilità lontane e anche in contrasto fra loro.
Ma – e questa è l’ultima perla di questo brano – non preoccupiamoci. Restiamo saldi in quello che la nostra coscienza percepisce come vero, fosse anche oggettivamente sbagliato. Solo dobbiamo continuare a cercare, personalmente e comunitariamente. E “chi cerca trova” dice Gesù, soprattutto se lo fa con cuore sincero. Non dobbiamo essere uniformi (nel pensiero e nell’azione) per forza, ma dobbiamo cercare da soli e insieme con tutto il cuore la verità che è in Cristo (Io sono la Verità) in continuo dialogo obbediente cn la Madre Chiesa, Sposa di Cristo.