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094 – Lectio su Fl 4,14-18

 

Lectio 16.2.23

 

Testo:

 

14  πλὴν καλῶς ἐποιήσατε συγκοινωνήσαντές μου τῇ θλίψει.

[14] Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni.

15  οἴδατε δὲ καὶ ὑμεῖς, Φιλιππήσιοι, ὅτι ἐν ἀρχῇ τοῦ εὐαγγελίου, ὅτε ἐξῆλθον ἀπὸ Μακεδονίας, οὐδεμία μοι ἐκκλησία ἐκοινώνησεν εἰς λόγον δόσεως καὶ λήμψεως εἰ μὴ ὑμεῖς μόνοι,

[15] Lo sapete anche voi, Filippesi, che all’inizio della predicazione del Vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa mi aprì un conto di dare e avere, se non voi soli;

16  ὅτι καὶ ἐν Θεσσαλονίκῃ καὶ ἅπαξ καὶ δὶς εἰς τὴν χρείαν μοι ἐπέμψατε.

[16] e anche a Tessalònica mi avete inviato per due volte il necessario.

17  οὐχ ὅτι ἐπιζητῶ τὸ δόμα, ἀλλὰ ἐπιζητῶ τὸν καρπὸν τὸν πλεονάζοντα εἰς λόγον ὑμῶν.

[17] Non è però il vostro dono che io cerco, ma il frutto che va in abbondanza sul vostro conto.

18  ἀπέχω δὲ πάντα καὶ περισσεύω· πεπλήρωμαι δεξάμενος παρὰ Ἐπαφροδίτου τὰ παρ᾽ ὑμῶν, ὀσμὴν εὐωδίας, θυσίαν δεκτήν, εὐάρεστον τῷ θεῷ.

[18] Ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un piacevole profumo, un sacrificio gradito, che piace a Dio.

 

 

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Dopo aver detto di essere pieno di gioia per il dono dei Filippesi, Paolo si “abbandona” per qualche istante al racconto, ai ricordi. E’ felice di ricordare di quanto antica e costante sia sempre stata l’attenzione (anche economica e materiale) della comunità di Filippi nei suoi confronti. Attraverso il loro dono essi hanno preso parte e condiviso (koinonèo) le sofferenze e le prove di Paolo. Il loro dono li ha resi presenti ad Efeso, li ha resi “com-partecipi” alla sua situazione di prova, ma anche di lotta nell’annuncio del Vangelo. E’ una cosa bella e buona (kalòs).

E così Paolo ricorda che la comunità di Filippi ha sempre gestito i suoi doni all’Apostolo con uno stile di vera e propria “contabilità”, con tanto di conto di “dare e avere”, sia a Filippi che quando era a Tessalonica.

Ora egli sa che non sono i suoi bisogni materiali ad essere in primo piano, ma l'”abbondanza sul vostro conto”: il conto del dono dei Filippesi è “pesante”, abbondante, importante. Ma ciò che conta in esso è come sempre l’aspetto interiore, il dono del cuore, la carità di Cristo che abita nel cuore dei Filippesi.

Ed ecco che i doni ricevuti per mezzo di Epafrodito Paolo li definisce in linguaggio sacrificale e liturgico: sono una vera offerta nel Tempio alla gloria di Dio, animali sacrificati sull’altare il cui “profumo soave” sale alla presenza di Dio. E Paolo sa che Dio in Cristo gradisce questa offerta del cuore dei Filippesi..