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Lectio 23.3.23

Testo (da 1,5 a tutto Eb 1):

5  Τίνι γὰρ εἶπέν ποτε τῶν ἀγγέλων· υἱός μου εἶ σύ, ἐγὼ σήμερον γεγέννηκά σε; καὶ πάλιν· ἐγὼ ἔσομαι αὐτῷ εἰς πατέρα, καὶ αὐτὸς ἔσται μοι εἰς υἱόν;

[5] Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio?

6  ὅταν δὲ πάλιν εἰσαγάγῃ τὸν πρωτότοκον εἰς τὴν οἰκουμένην, λέγει· καὶ προσκυνησάτωσαν αὐτῷ πάντες ἄγγελοι θεοῦ.

[6] Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: Lo adorino tutti gli angeli di Dio.

7  καὶ πρὸς μὲν τοὺς ἀγγέλους λέγει· ὁ ποιῶν τοὺς ἀγγέλους αὐτοῦ πνεύματα καὶ τοὺς λειτουργοὺς αὐτοῦ πυρὸς φλόγα,

[7] Mentre degli angeli dice: Egli fa i suoi angeli simili al vento, e i suoi ministri come fiamma di fuoco,

8  πρὸς δὲ τὸν υἱόν· ὁ θρόνος σου ὁ θεὸς εἰς τὸν αἰῶνα τοῦ αἰῶνος, καὶ ἡ ῥάβδος τῆς εὐθύτητος ῥάβδος τῆς βασιλείας σου.

[8] al Figlio invece dice: Il tuo trono, Dio, sta nei secoli dei secoli; e: Lo scettro del tuo regno è scettro di equità;

9  ἠγάπησας δικαιοσύνην καὶ ἐμίσησας ἀνομίαν· διὰ τοῦτο ἔχρισέν σε ὁ θεὸς ὁ θεός σου ἔλαιον ἀγαλλιάσεως παρὰ τοὺς μετόχους σου.

[9] hai amato la giustizia e odiato l’iniquità, perciò Dio, il tuo Dio, ti ha consacrato con olio di esultanza, a preferenza dei tuoi compagni.

10  καί· σὺ κατ᾽ ἀρχάς, κύριε, τὴν γῆν ἐθεμελίωσας, καὶ ἔργα τῶν χειρῶν σού εἰσιν οἱ οὐρανοί·

[10] E ancora: In principio tu, Signore, hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani.

11  αὐτοὶ ἀπολοῦνται, σὺ δὲ διαμένεις, καὶ πάντες ὡς ἱμάτιον παλαιωθήσονται,

[11] Essi periranno, ma tu rimani; tutti si logoreranno come un vestito.

12  καὶ ὡσεὶ περιβόλαιον ἑλίξεις αὐτούς, ὡς ἱμάτιον καὶ ἀλλαγήσονται· σὺ δὲ ὁ αὐτὸς εἶ καὶ τὰ ἔτη σου οὐκ ἐκλείψουσιν.

[12] Come un mantello li avvolgerai, come un vestito anch’essi saranno cambiati; ma tu rimani lo stesso e i tuoi anni non avranno fine.

13  πρὸς τίνα δὲ τῶν ἀγγέλων εἴρηκέν ποτε· κάθου ἐκ δεξιῶν μου, ἕως ἂν θῶ τοὺς ἐχθρούς σου ὑποπόδιον τῶν ποδῶν σου;

[13] E a quale degli angeli poi ha mai detto: Siedi alla mia destra, finché io non abbia messo i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi?

14  οὐχὶ πάντες εἰσὶν λειτουργικὰ πνεύματα εἰς διακονίαν ἀποστελλόμενα διὰ τοὺς μέλλοντας κληρονομεῖν σωτηρίαν;

[14] Non sono forse tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati a servire coloro che erediteranno la salvezza?

Preparazione

Sintesi per comunicare (Sito)

Giovedì abbiamo preso finalmente il via nella “lectio divina” sulla lettera agli Ebrei, e abbiamo accolto, meditato e approfondito tutto il primo capitolo.

Apollo va dritto alla cosa più importante: l’assoluta centralità di Gesù in ogni cosa, divina e umana, storica e relazionale. Dopo aver presentato magnificamente nel prologo la presenza di Gesù nella storia, l’autore toglie di mezzo un possibile equivoco a proposito della figura e del ruolo di Gesù. Siccome nel mondo a lui contemporaneo gli esseri intermedi tra il mondo umano e quello divino, angeli, demoni, elfi, ninfe, anime dei morti, ecc.. occupavano ormai un grande posto e un grande ruolo (cosa sostanzialmente sconosciuta fino all’esilio e quindi di origine e influsso orientale, soprattutto iranico), occorreva fare “piazza pulita” a livello di convincimento e di prassi religiosa di tutte queste figure intermedie e intermediarie. Non che non ci fossero più: la cultura del tempo era ormai troppo radicata perché l’uomo non si “sentisse accerchiato” da tutte queste entità.

Ma quello che conta all’autore della lettera è mettere le cose in chiaro, assolutamente in chiaro: qualunque sia la natura e il ruolo di esseri che spesso si pensano residenti nell’aria tra terra e cielo, essi come tutti e come tutto sono sottomessi a Gesù, re dell’universo e tutto e tutti vivono per la sua Parola potente per mezzo della quale ha creato tutto e tutti.

Dunque il primo capitolo della lettera, prima di parlare di altre intermediazioni, ben più complesse e potenti (almeno nel mondo ebraico), come il sacerdozio e in particolare il sommo sacerdote, afferma con assoluta fermezza che Gesù è l’unico Signore Mediatore tra Dio e gli uomini, generato al di sopra di tutti, esistente da sempre e per sempre.

E qui si abbonda di citazioni dell’Antico Testamento, come a dire: quelle entità di cui le antiche Scritture parlano sempre di più, sono al servizio di Gesù. E la conclusione del capitolo è ben evidente al versetto 14: questi, gli angeli, sono “ministri” al servizio del suo volere, del Signore Gesù, per l'”amministrazione” dell’universo. Niente di più..

Maranathà, vieni Signore Gesù!