Lectio del 18.5.23

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103 – Lectio divina su Eb 3,7-4,13 (1)

Testo

 7  Διό, καθὼς λέγει τὸ πνεῦμα τὸ ἅγιον· σήμερον ἐὰν τῆς φωνῆς αὐτοῦ ἀκούσητε,

[7] Per questo, come dice lo Spirito Santo: Oggi, se udite la sua voce,

 8  μὴ σκληρύνητε τὰς καρδίας ὑμῶν ὡς ἐν τῷ παραπικρασμῷ κατὰ τὴν ἡμέραν τοῦ πειρασμοῦ ἐν τῇ ἐρήμῳ,

[8] non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione, il giorno della tentazione nel deserto,

 9  οὗ ἐπείρασαν οἱ πατέρες ὑμῶν ἐν δοκιμασίᾳ καὶ εἶδον τὰ ἔργα μου

[9] dove mi tentarono i vostri padri mettendomi alla prova, pur avendo visto per quarant’anni le mie opere.

 10  τεσσεράκοντα ἔτη· διὸ προσώχθισα τῇ γενεᾷ ταύτῃ καὶ εἶπον· ἀεὶ πλανῶνται τῇ καρδίᾳ, αὐτοὶ δὲ οὐκ ἔγνωσαν τὰς ὁδούς μου,

[10] Perciò mi disgustai di quella generazione e dissi: hanno sempre il cuore sviato. Non hanno conosciuto le mie vie.

 11  ὡς ὤμοσα ἐν τῇ ὀργῇ μου· εἰ εἰσελεύσονται εἰς τὴν κατάπαυσίν μου.

[11] Così ho giurato nella mia ira: non entreranno nel mio riposo.

 12  Βλέπετε, ἀδελφοί, μήποτε ἔσται ἔν τινι ὑμῶν καρδία πονηρὰ ἀπιστίας ἐν τῷ ἀποστῆναι ἀπὸ θεοῦ ζῶντος,

[12] Badate, fratelli, che non si trovi in nessuno di voi un cuore perverso e senza fede che si allontani dal Dio vivente.

 13  ἀλλὰ παρακαλεῖτε ἑαυτοὺς καθ᾽ ἑκάστην ἡμέραν, ἄχρις οὗ τὸ σήμερον καλεῖται, ἵνα μὴ σκληρυνθῇ τις ἐξ ὑμῶν ἀπάτῃ τῆς ἁμαρτίας-

[13] Esortatevi piuttosto a vicenda ogni giorno, finché dura questo oggi, perché nessuno di voi si ostini, sedotto dal peccato.

 14  μέτοχοι γὰρ τοῦ Χριστοῦ γεγόναμεν, ἐάνπερ τὴν ἀρχὴν τῆς ὑποστάσεως μέχρι τέλους βεβαίαν κατάσχωμεν-

[14] Siamo infatti diventati partecipi di Cristo, a condizione di mantenere salda fino alla fine la fiducia che abbiamo avuto fin dall’inizio.

 15  ἐν τῷ λέγεσθαι· σήμερον ἐὰν τῆς φωνῆς αὐτοῦ ἀκούσητε, μὴ σκληρύνητε τὰς καρδίας ὑμῶν ὡς ἐν τῷ παραπικρασμῷ.

[15] Quando si dice: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nel giorno della ribellione,

 16  τίνες γὰρ ἀκούσαντες παρεπίκραναν; ἀλλ᾽ οὐ πάντες οἱ ἐξελθόντες ἐξ Αἰγύπτου διὰ Μωϋσέως;

[16] chi furono quelli che, dopo aver udito la sua voce, si ribellarono? Non furono tutti quelli che erano usciti dall’Egitto sotto la guida di Mosè?

 17  τίσιν δὲ προσώχθισεν τεσσεράκοντα ἔτη; οὐχὶ τοῖς ἁμαρτήσασιν, ὧν τὰ κῶλα ἔπεσεν ἐν τῇ ἐρήμῳ;

[17] E chi furono coloro di cui si è disgustato per quarant’anni? Non furono quelli che avevano peccato e poi caddero cadaveri nel deserto?

 18  τίσιν δὲ ὤμοσεν μὴ εἰσελεύσεσθαι εἰς τὴν κατάπαυσιν αὐτοῦ εἰ μὴ τοῖς ἀπειθήσασιν;

[18] E a chi giurò che non sarebbero entrati nel suo riposo, se non a quelli che non avevano creduto?

 19  καὶ βλέπομεν ὅτι οὐκ ἠδυνήθησαν εἰσελθεῖν δι᾽ ἀπιστίαν.

[19] E noi vediamo che non poterono entrarvi a causa della loro mancanza di fede.

Eb 4  1  φοβηθῶμεν οὖν, μήποτε καταλειπομένης ἐπαγγελίας εἰσελθεῖν εἰς τὴν κατάπαυσιν αὐτοῦ δοκῇ τις ἐξ ὑμῶν ὑστερηκέναι.

[1] Dovremmo dunque avere il timore che, mentre rimane ancora in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso.

2  καὶ γάρ ἐσμεν εὐηγγελισμένοι καθάπερ κἀκεῖνοι· ἀλλ᾽ οὐκ ὠφέλησεν ὁ λόγος τῆς ἀκοῆς ἐκείνους μὴ συγκεκερασμένους τῇ πίστει τοῖς ἀκούσασιν.

[2] Poiché anche noi, come quelli, abbiamo ricevuto il Vangelo: ma a loro la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede.

3  Εἰσερχόμεθα γὰρ εἰς [τὴν] κατάπαυσιν οἱ πιστεύσαντες, καθὼς εἴρηκεν· ὡς ὤμοσα ἐν τῇ ὀργῇ μου· εἰ εἰσελεύσονται εἰς τὴν κατάπαυσίν μου, καίτοι τῶν ἔργων ἀπὸ καταβολῆς κόσμου γενηθέντων.

[3] Infatti noi, che abbiamo creduto, entriamo in quel riposo, come egli ha detto: Così ho giurato nella mia ira: non entreranno nel mio riposo! Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo.

4  εἴρηκεν γάρ που περὶ τῆς ἑβδόμης οὕτως· καὶ κατέπαυσεν ὁ θεὸς ἐν τῇ ἡμέρᾳ τῇ ἑβδόμῃ ἀπὸ πάντων τῶν ἔργων αὐτοῦ,

[4] Si dice infatti in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere.

5  καὶ ἐν τούτῳ πάλιν· εἰ εἰσελεύσονται εἰς τὴν κατάπαυσίν μου.

[5] E ancora in questo passo: Non entreranno nel mio riposo!

  6  ἐπεὶ οὖν ἀπολείπεται τινὰς εἰσελθεῖν εἰς αὐτήν, καὶ οἱ πρότερον εὐαγγελισθέντες οὐκ εἰσῆλθον δι᾽ ἀπείθειαν,

[6] Poiché dunque risulta che alcuni entrano in quel riposo e quelli che per primi ricevettero il Vangelo non vi entrarono a causa della loro disobbedienza,

7  πάλιν τινὰ ὁρίζει ἡμέραν, σήμερον, ἐν Δαυὶδ λέγων μετὰ τοσοῦτον χρόνον, καθὼς προείρηται· σήμερον ἐὰν τῆς φωνῆς αὐτοῦ ἀκούσητε, μὴ σκληρύνητε τὰς καρδίας ὑμῶν.

[7] Dio fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo mediante Davide, dopo tanto tempo: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori!

8  εἰ γὰρ αὐτοὺς Ἰησοῦς κατέπαυσεν, οὐκ ἂν περὶ ἄλλης ἐλάλει μετὰ ταῦτα ἡμέρας.

[8] Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno.

9  ἄρα ἀπολείπεται σαββατισμὸς τῷ λαῷ τοῦ θεοῦ.

[9] Dunque, per il popolo di Dio è riservato un riposo sabbatico.

10  ὁ γὰρ εἰσελθὼν εἰς τὴν κατάπαυσιν αὐτοῦ καὶ αὐτὸς κατέπαυσεν ἀπὸ τῶν ἔργων αὐτοῦ ὥσπερ ἀπὸ τῶν ἰδίων ὁ θεός.

[10] Chi infatti è entrato nel riposo di lui, riposa anch’egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.

11  Σπουδάσωμεν οὖν εἰσελθεῖν εἰς ἐκείνην τὴν κατάπαυσιν, ἵνα μὴ ἐν τῷ αὐτῷ τις ὑποδείγματι πέσῃ τῆς ἀπειθείας.

[11] Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.

12  Ζῶν γὰρ ὁ λόγος τοῦ θεοῦ καὶ ἐνεργὴς καὶ τομώτερος ὑπὲρ πᾶσαν μάχαιραν δίστομον καὶ διϊκνούμενος ἄχρι μερισμοῦ ψυχῆς καὶ πνεύματος, ἁρμῶν τε καὶ μυελῶν, καὶ κριτικὸς ἐνθυμήσεων καὶ ἐννοιῶν καρδίας·

[12] Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.

13  καὶ οὐκ ἔστιν κτίσις ἀφανὴς ἐνώπιον αὐτοῦ, πάντα δὲ γυμνὰ καὶ τετραχηλισμένα τοῖς ὀφθαλμοῖς αὐτοῦ, πρὸς ὃν ἡμῖν ὁ λόγος.

[13] Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto.

Preparazione

Testo di Numeri (14,26-39)

[26] Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse:
[27] «Fino a quando sopporterò questa comunità malvagia che mormora contro di me? Ho udito le mormorazioni degli Israeliti contro di me.
[28] Riferisci loro: “Come è vero che io vivo, oracolo del Signore, così come avete parlato alle mie orecchie io farò a voi!
[29] I vostri cadaveri cadranno in questo deserto. Nessun censito tra voi, di quanti siete stati registrati dai venti anni in su e avete mormorato contro di me,
[30] potrà entrare nella terra nella quale ho giurato a mano alzata di farvi abitare, a eccezione di Caleb, figlio di Iefunnè, e di Giosuè, figlio di Nun.
[31] Proprio i vostri bambini, dei quali avete detto che sarebbero diventati una preda di guerra, quelli ve li farò entrare; essi conosceranno la terra che voi avete rifiutato.
[32] Quanto a voi, i vostri cadaveri cadranno in questo deserto.
[33] I vostri figli saranno nomadi nel deserto per quarant’anni e porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri siano tutti quanti nel deserto.
[34] Secondo il numero dei giorni che avete impiegato per esplorare la terra, quaranta giorni, per ogni giorno un anno, porterete le vostre colpe per quarant’anni e saprete che cosa comporta ribellarsi a me”.
[35] Io, il Signore, ho parlato. Così agirò con tutta questa comunità malvagia, con coloro che si sono coalizzati contro di me: in questo deserto saranno annientati e qui moriranno».
[36] Gli uomini che Mosè aveva mandato a esplorare la terra e che, tornati, avevano fatto mormorare tutta la comunità contro di lui, diffondendo il discredito sulla terra,
[37] quegli uomini che avevano propagato cattive voci su quella terra morirono per un flagello, davanti al Signore.
[38] Di quegli uomini che erano andati a esplorare la terra sopravvissero Giosuè, figlio di Nun, e Caleb, figlio di Iefunnè.

 Sintesi per comunicare (Sito)

Giovedì, nella nostra Lectio divina abbiamo iniziato l’ascolto meditativo di un brano molto lungo per entrare nello spazio di una lectio, un brano che però non si può dividere perché parla della stessa cosa, moltiplicando citazioni e riflessioni, ma fondamentalmente la stessa affermazione. Di che cosa si tratta? Apollo, il predicatore della lettera agli Ebrei ha una preoccupazione principale in tutto il suo discorso: vivendo ormai nell’ambito di una terza generazione cristiana, egli sente il pericolo di una comunità cui venga meno la passione per il Signore e la sua parola, dove l’ascolto si è fatto blando, quasi occasionale (dirà che c’è gente che si fa vedere poco in comunità!). Sembra quasi di sentirlo riferirsi alla situazione di molti credenti oggi. Ma la sua parola è forte e tagliente. Troppo importante è il Figlio di Dio che con passione ha dato se stesso per noi, e siede alla destra del Padre per compiere in noi ogni salvezza. E d’altra parte è troppo forte tutto lo spettacolo offerto dall’antico popolo d’Israele, chiamato all’alleanza, che dopo aver gridato il suo sì a Jahvè per mezzo di Mosè, poi abbandona il suo Dio, fonte della vita per seguire i suoi idoli. La reazione del Dio geloso, lo sappiamo bene, fu tremenda e di tutti quelli che egli aveva fatto uscire dall’Egitto non ne entrarono nella terra promessa se non tre. E Apollo si chiede: rischiamo che succeda la stessa cosa ai credenti di oggi? Ma i credenti di oggi sono in situazione ancor più complessa, perché allora ci si rivoltò a Mosè, ma oggi abbiamo Cristo come sacerdote e mediatore unico della nuova alleanza. C’è oggi qualcosa di definitivo che non può essere disatteso con leggerezza. La pena sarebbe ben superiore, visto ch il dono è infinitamente superiore. E allora ecco che Apollo citando il salmo 94(95), salmo del rifiuto di Dio nei confronti del suo popolo, in qualche modo egli ricorda anche Nm 14, laddove si condannano i non credenti, ma si apre uno spiraglio di salvezza e di compimento della promessa riguardante i loro figli, i loro piccoli: quelli sì entreranno nella terra promessa! C’è dunque ancora una possibilità anche per noi! Ne parleremo ancora..

 

Messaggio su WhatsApp (21 Maggio 2023, Ascensione del Signore)(Forma brevissima)

Settimana forte nei nostri incontri! Lunedì abbiamo presentato il Vangelo secondo Luca, questo racconto dove tutto è Spirito, vitalità, movimento. Gesù con lo Spirito passa sulla terra e fa nuove tutte le cose. Egli porta il regno di misericordia e insieme di giudizio del Padre e tutto viene proposto con forza e decisività. E tu da che parte stai?

Invece giovedì abbiamo accolto nella lectio divina i versetti della lettera agli Ebrei da 3,7 in poi. Il mondo profondo del predicatore è del tutto vicino a quanto propone il Vangelo secondo Luca. Egli è preoccupato perché i cristiani, già nel secondo secolo, sembra che tendano a non appassionarsi a Gesù, al suo dono meraviglioso, alla sua parola che fa di noi persone nuove e forti. Ma se Dio è stato duro con gli Ebrei nel deserto quanto più lo sarà con i credenti che accolto Gesù non lo amano?!