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12 Ottobre 2023
119 – Lectio su Eb 9,1-14
Testo
Eb 9 1 Εἶχε μὲν οὖν [καὶ] ἡ πρώτη δικαιώματα λατρείας τό τε ἅγιον κοσμικόν.
[1] Certo, anche la prima alleanza aveva norme per il culto e un santuario terreno.
2 σκηνὴ γὰρ κατεσκευάσθη ἡ πρώτη ἐν ᾗ ἥ τε λυχνία καὶ ἡ τράπεζα καὶ ἡ πρόθεσις τῶν ἄρτων, ἥτις λέγεται Ἅγια·
[2] Fu costruita infatti una tenda, la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola e i pani dell’offerta; essa veniva chiamata il Santo.
3 μετὰ δὲ τὸ δεύτερον καταπέτασμα σκηνὴ ἡ λεγομένη Ἅγια Ἁγίων,
[3] Dietro il secondo velo, poi, c’era la tenda chiamata Santo dei Santi, con
4 χρυσοῦν ἔχουσα θυμιατήριον καὶ τὴν κιβωτὸν τῆς διαθήκης περικεκαλυμμένην πάντοθεν χρυσίῳ, ἐν ᾗ στάμνος χρυσῆ ἔχουσα τὸ μάννα καὶ ἡ ῥάβδος Ἀαρὼν ἡ βλαστήσασα καὶ αἱ πλάκες τῆς διαθήκης,
[4] l’altare d’oro per i profumi e l’arca dell’alleanza tutta ricoperta d’oro, nella quale si trovavano un’urna d’oro contenente la manna, la verga di Aronne, che era fiorita, e le tavole dell’alleanza.
5 ὑπεράνω δὲ αὐτῆς Χερουβὶν δόξης κατασκιάζοντα τὸ ἱλαστήριον· περὶ ὧν οὐκ ἔστιν νῦν λέγειν κατὰ μέρος.
[5] E sopra l’arca stavano i cherubini della gloria, che stendevano la loro ombra sul propiziatorio. Di queste cose non è necessario ora parlare nei particolari.
6 Τούτων δὲ οὕτως κατεσκευασμένων εἰς μὲν τὴν πρώτην σκηνὴν διὰ παντὸς εἰσίασιν οἱ ἱερεῖς τὰς λατρείας ἐπιτελοῦντες,
[6] Disposte in tal modo le cose, nella prima tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrare il culto;
7 εἰς δὲ τὴν δευτέραν ἅπαξ τοῦ ἐνιαυτοῦ μόνος ὁ ἀρχιερεύς, οὐ χωρὶς αἵματος ὃ προσφέρει ὑπὲρ ἑαυτοῦ καὶ τῶν τοῦ λαοῦ ἀγνοημάτων,
[7] nella seconda invece entra solamente il sommo sacerdote, una volta all’anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per quanto commesso dal popolo per ignoranza.
8 τοῦτο δηλοῦντος τοῦ πνεύματος τοῦ ἁγίου, μήπω πεφανερῶσθαι τὴν τῶν ἁγίων ὁδὸν ἔτι τῆς πρώτης σκηνῆς ἐχούσης στάσιν,
[8] Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era stata ancora manifestata la via del santuario, finché restava la prima tenda.
9 ἥτις παραβολὴ εἰς τὸν καιρὸν τὸν ἐνεστηκότα, καθ᾽ ἣν δῶρά τε καὶ θυσίαι προσφέρονται μὴ δυνάμεναι κατὰ συνείδησιν τελειῶσαι τὸν λατρεύοντα,
[9] Essa infatti è figura del tempo presente e secondo essa vengono offerti doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, colui che offre:
10 μόνον ἐπὶ βρώμασιν καὶ πόμασιν καὶ διαφόροις βαπτισμοῖς, δικαιώματα σαρκὸς μέχρι καιροῦ διορθώσεως ἐπικείμενα.
[10] si tratta soltanto di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni carnali, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate.
11 Χριστὸς δὲ παραγενόμενος ἀρχιερεὺς τῶν γενομένων ἀγαθῶν διὰ τῆς μείζονος καὶ τελειοτέρας σκηνῆς οὐ χειροποιήτου, τοῦτ᾽ ἔστιν οὐ ταύτης τῆς κτίσεως,
[11] Cristo, invece, è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione.
12 οὐδὲ δι᾽ αἵματος τράγων καὶ μόσχων διὰ δὲ τοῦ ἰδίου αἵματος εἰσῆλθεν ἐφάπαξ εἰς τὰ ἅγια αἰωνίαν λύτρωσιν εὑράμενος.
[12] Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
13 εἰ γὰρ τὸ αἷμα τράγων καὶ ταύρων καὶ σποδὸς δαμάλεως ῥαντίζουσα τοὺς κεκοινωμένους ἁγιάζει πρὸς τὴν τῆς σαρκὸς καθαρότητα,
[13] Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne,
14 πόσῳ μᾶλλον τὸ αἷμα τοῦ Χριστοῦ, ὃς διὰ πνεύματος αἰωνίου ἑαυτὸν προσήνεγκεν ἄμωμον τῷ θεῷ, καθαριεῖ τὴν συνείδησιν ἡμῶν ἀπὸ νεκρῶν ἔργων εἰς τὸ λατρεύειν θεῷ ζῶντι.
[14] quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Sintesi per comunicare (Sito)
Ebrei 9, abbiamo meditato la prima parte, dal v. 1 al v. 14. Dopo aver trattato del sacerdozio di Gesù in relazione al concetto e alla realtà di alleanza con il popolo di Dio (antico e nuovo) nel capitolo 8, qui si parla del santuario, cioè del cuore del tempio, antico e nuovo. Parlando ai cristiani, molti dei quali nuovi credenti e “piccoli” nella fede e nella conoscenza, Apollo, il nostro predicatore, sente il bisogno di esporre brevemente come era fatto il Tempio di Gerusalemme le sue attività, nei due ambienti fondamentali, il Santo e il Santo dei Santi. ra lì che si svolgeva il compito dei sacerdoti antichi, tra offerte di comunione e offerte per i peccati, abluzioni e preghiere. Ma i due connotati fondamentali di tutto questo erano due: erano uomini che offrivano cose di uomini, uomini peccatori anche loro e dunque bisognosi di pregare e offrire anche per se stessi e poi essendo uomini che si succedevano nel tempo tutto si doveva ripetere di tempo in tempo. Seconda cosa, tutto questo erano cose umane, esterne al cuore e alla coscienza. Dunque erano segni, ritenuti capaci di purificare il cuore, anche perché comandati da Dio, ma in realtà non purificavano se non in vista della vera e definitiva purificazione e giustificazione in Gesù. Ed ecco allora Gesù: venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, “titolare” di un ruolo ben più alto e definitivo, Sommo Saceerdote della Nuova alleanza non della carne ma nello Spirito, operante non sulla terra ma nel Tempio spirituale davanti a Dio nei cieli. Egli non offre più cose esterne a sé, ma se stesso, il suo corpo e il suo cuore. E’ sceso dal cielo a “prendere” il “materiale” per il sacrificio, la sua realtà umana e terrena, con la sua incarnazione. Ma poi è salito e ci porta con sé alla presenza del Padre, alla cui destra egli siede.
Ma come è possibile – ci siamo chiesti – che l’offerta compiuta 2000 anni fa una volta per tutte, possa avere effetto su tutti gli uomini, su tutti i tempi e su tutti gli spazi. La proposta del versetto 9,14 è stupenda e risolutiva: Gesù “mosso dallo Spirito Eterno offrì se stesso”. Dunque tutto quello che lui ha fatto lo ha vissuto e compiuto nel dono, nella presenza e nell’azione dello Spirito eterno del Padre. In qualche modo dunque ciò che è compiuto nel tempo ma è mosso e realizzato dall’Energia vitale eterna, è contemporaneo di ogni tempo, spazio, persona, ambito, comunità.. Nel tempo e insieme fuori del tempo. Basta che lo invochiamo e siamo con lui, che sempre è con noi nell’unico Spirito che ci avvolge tutti e tutti ci fa vivere e camminare verso il Padre con Gesù. ecco perché – abbiamo detto – si parla (da Esodo 12 in poi) non solo di “memoria” ma di “memoriale” (ziqqaròn) di quanto si “ripresenta” e agisce in noi ogni volta che con la fede, la speranza e la carità facciamo questo collegamento tra tempo ed eternità. “Fate questo comememoriale di me” dice Gesù nell’ultima cena (Lc 22,19; 1Co 11,25).