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30 Novembre 2023

124 – Lectio su Eb 12,1-3

 

Testo

 

Eb 12 1   Τοιγαροῦν καὶ ἡμεῖς τοσοῦτον ἔχοντες περικείμενον ἡμῖν νέφος μαρτύρων, ὄγκον ἀποθέμενοι πάντα καὶ τὴν εὐπερίστατον ἁμαρτίαν, δι᾽ ὑπομονῆς τρέχωμεν τὸν προκείμενον ἡμῖν ἀγῶνα

[1] Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti,

2  ἀφορῶντες εἰς τὸν τῆς πίστεως ἀρχηγὸν καὶ τελειωτὴν Ἰησοῦν, ὃς ἀντὶ τῆς προκειμένης αὐτῷ χαρᾶς ὑπέμεινεν σταυρὸν αἰσχύνης καταφρονήσας ἐν δεξιᾷ τε τοῦ θρόνου τοῦ θεοῦ κεκάθικεν.

[2] tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio.

3  ἀναλογίσασθε γὰρ τὸν τοιαύτην ὑπομεμενηκότα ὑπὸ τῶν ἁμαρτωλῶν εἰς ἑαυτὸν ἀντιλογίαν, ἵνα μὴ κάμητε ταῖς ψυχαῖς ὑμῶν ἐκλυόμενοι.

[3] Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo.

 

Sintesi per comunicare (Sito)

 

Siamo a quello che considero uno dei vertici della lettera agli Ebrei e forse di tutto il Nuovo Testamento. Sono i primi tre versetti del capitolo 12. Il capitolo precedente ci ha consegnato alla memoria piena di gratitudine un “nugolo”, una “nuvola” (nèphos in greco) di amici testimoni della fede nel Dio che viene lungo tutta la loro e la nostra storia. Testimoni di un’idea, forse? Testimoni di una nostalgia? No, testimoni di una Persona Vivente, Cristo Signore,chiamato per nome, Gesù. Testimoni del suo cammino tra storia ed eternità. Egli era all’inizio, dall’eternità, e dunque è all’origine della nostra fede. Camminare nella vita, lo abbiamo visto, è credere e affidarsi, seguendo il senso che Dio dà alle nostre vicende, senso che è un “cammino verso” la pienezza, chiamata eternità. E quella Persona Vivente che è all’inizio della storia del mondo, degli uomini, della mia e della nostra storia, Gesù Signore, è anche colui che ci accompagna, che cammina con noi, anzi che ha già camminato il nostro cammino nel suo essersi incarnato, nel suo essersi fatto uno di noi. Ma attento! Uno di noi che ha percorso una strada di prova, di sofferenza, di obbedienza assoluta al progetto del Padre. Dunque una storia, e una storia di croce. Ma poi la luce della risurrezione ha invaso tutto, dato a tutto un senso ben diverso da quella disperazione che spesso contrassegna la vicenda umana di chi soffre (e di chi soffre troppo, in particolare). La gioia che sembrava perduta, la gioia eterna del Figlio di Dio accanto a suo Padre, quella gioia si ricupera con la risurrezione, con un trono alla destra del Padre, con una gioia e un potere infinito. E’ tutto un arco che conosciamo bene del capitolo 2 della lettera ai Filippesi (2,5-11), quella specie di percorso ad “U”, dalla gloria, all’abbassamento, all’annichilimento, alla croce, al disprezzo, ma poi alla luce, alla risurrezione, alla gloria eterna.

E noi? qual è il messaggio per noi? “Pensate attentamente”: meditazione, commozione, immedesimazione con Gesù e la sua vicenda. Ecco il primo passo di cui parla Apollo. Vita non superficiale, ma ricca di meditazione, di attenzione, di interiorità che poi riluce nella nostra quotidianità. Lo Spirito alimenta la contemplazione del volto di Cristo, che noi amiamo pur non avendolo visto, e senza vederlo crediamo in lui. E il centro della meditazione, dice Apollo, sia la vicenda di Gesù, vicenda di superamento di ogni prova, di ogni insulto, di ogni sofferenza.. Contempliamo, guardiamo, studiamo, confrontiamo con le vicende degli uomini, …

Ed egli porterà a compimento anche la nostra fede, come ha portato a compimento la sua. Al di sotto della nostra esistenza e della nostra vicenda terrena c’è il Risorto con il suo Spirito che come mano potente ci sorreggono, ci guidano e ci danno la possibilità di essere figli nel Figlio, persone umane ma non solo.. figli di Dio in cammino verso la pienezza..