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Lectio dal 18.1.24

131 – Lectio su Eb 13,17-25

 

Lectio dal 18.1.24

 

Testo

 

17  Πείθεσθε τοῖς ἡγουμένοις ὑμῶν καὶ ὑπείκετε, αὐτοὶ γὰρ ἀγρυπνοῦσιν ὑπὲρ τῶν ψυχῶν ὑμῶν ὡς λόγον ἀποδώσοντες, ἵνα μετὰ χαρᾶς τοῦτο ποιῶσιν καὶ μὴ στενάζοντες· ἀλυσιτελὲς γὰρ ὑμῖν τοῦτο.

[17] Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi.

18  Προσεύχεσθε περὶ ἡμῶν· πειθόμεθα γὰρ ὅτι καλὴν συνείδησιν ἔχομεν, ἐν πᾶσιν καλῶς θέλοντες ἀναστρέφεσθαι.

[18] Pregate per noi; crediamo infatti di avere una buona coscienza, desiderando di comportarci bene in tutto.

19  περισσοτέρως δὲ παρακαλῶ τοῦτο ποιῆσαι, ἵνα τάχιον ἀποκατασταθῶ ὑμῖν.

[19] Con maggiore insistenza poi vi esorto a farlo, perché io vi sia restituito al più presto.

20  Ὁ δὲ θεὸς τῆς εἰρήνης, ὁ ἀναγαγὼν ἐκ νεκρῶν τὸν ποιμένα τῶν προβάτων τὸν μέγαν ἐν αἵματι διαθήκης αἰωνίου, τὸν κύριον ἡμῶν Ἰησοῦν,

[20] Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù,

21  καταρτίσαι ὑμᾶς ἐν παντὶ ἀγαθῷ εἰς τὸ ποιῆσαι τὸ θέλημα αὐτοῦ, ποιῶν ἐν ἡμῖν τὸ εὐάρεστον ἐνώπιον αὐτοῦ διὰ Ἰησοῦ Χριστοῦ, ᾧ ἡ δόξα εἰς τοὺς αἰῶνας [τῶν αἰώνων], ἀμήν.

[21] vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

22  Παρακαλῶ δὲ ὑμᾶς, ἀδελφοί, ἀνέχεσθε τοῦ λόγου τῆς παρακλήσεως, καὶ γὰρ διὰ βραχέων ἐπέστειλα ὑμῖν.

[22] Vi esorto, fratelli, accogliete questa parola di esortazione; proprio per questo vi ho scritto brevemente.

23  Γινώσκετε τὸν ἀδελφὸν ἡμῶν Τιμόθεον ἀπολελυμένον, μεθ᾽ οὗ ἐὰν τάχιον ἔρχηται ὄψομαι ὑμᾶς.

[23] Sappiate che il nostro fratello Timòteo è stato rilasciato; se arriva abbastanza presto, vi vedrò insieme a lui.

24  Ἀσπάσασθε πάντας τοὺς ἡγουμένους ὑμῶν καὶ πάντας τοὺς ἁγίους. Ἀσπάζονται ὑμᾶς οἱ ἀπὸ τῆς Ἰταλίας.

[24] Salutate tutti i vostri capi e tutti i santi. Vi salutano quelli dell’Italia.

25  Ἡ χάρις μετὰ πάντων ὑμῶν.

[25] La grazia sia con tutti voi.

 

Sintesi per comunicare (Sito)

 

Siamo arrivati alla fine della lettera agli Ebrei. Siano rese grazie a Dio in Cristo Gesù per il dono dello Spirito (comunque). Giovedì abbiamo accolto, meditato e condiviso i versetti 17-25 del capitolo 13 della lettera-omelia che attribuiamo ad Apollo. Quattro sono le cose che abbiamo evidenziato: 1) l’esortazione ad una vita di comunità coesa sotto la guida dei capi attuali, annunciatori della Parola, amministratori che devono rendere conto di come servono; 2) Pregate per noi, perché si avveri la nostra voglia di comportarci bene in tutto; 3) Il “Dio della pace” ci renda perfetti, per fare la sua volontà, sempre in Gesù, definito in una mirabile espressione riassuntiva di tutto “Dio ha ricondotto dalla morte il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di una alleanza eterna, il Signore nostro Gesù Cristo” (v. 20). Cammino di santità e perfezione, nella fede e nell’amore sempre insieme a Gesù e dietro a lui nostro Pastore grande; 4) I vv. 22-25 per ammissione di tutti gli studiosi erano inizialmente un biglietto separato, che accompagnava il discorso inviato come lettera e viene riconosciuto essere di Paolo, che volle dare importanza e considerazione allo scritto con un pensiero di sua mano, definendolo “discorso di esortazione” e parlando brevemente di sé e di Timoteo, il suo primo discepolo e collaboratore. In seguito con ogni probabilità, data la preziosità del biglietto, i copisti inserirono queste frasi alla fine della lettera tutta, come su secondo epilogo. Difficile dire con precisione i movimenti cui accennano queste righe. Con ogni probabilità li ricostruiamo così: Paolo è prigioniero a Roma, Timoteo a Efeso, Apollo è a Corinto e desidera andare ad Efeso. La lettera, inviata prima a Paolo a Roma viene spedita ad Efeso con i saluti “dall’Italia”. Ovunque si suppone che ci siano comunità ordinate e strutturate, guidate dai loro “capi”..

La finale del biglietto è in puro stile paolino, con questo parlare della “grazia” come soggetto dell'”essere-con” loro, quasi fosse personificata. E’ il dono dello Spirito che costruisce e unifica le comunità e le fa vivere in una nuova vitalità, quella donata gratuitamente dal Padre tramite Gesù Signore e Salvatore. Al punto che il dono si fa quasi persona “la grazia” che egli si augura sia sempre con noi..