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Lectio dal 29.2.24

137 – 29 febbraio 2024 – Jd 9-10

 

Lectio del 29.2.24

 

Testo

 

9  Ὁ δὲ Μιχαὴλ ὁ ἀρχάγγελος, ὅτε τῷ διαβόλῳ διακρινόμενος διελέγετο περὶ τοῦ Μωϋσέως σώματος, οὐκ ἐτόλμησεν κρίσιν ἐπενεγκεῖν βλασφημίας ἀλλὰ εἶπεν· ἐπιτιμήσαι σοι κύριος.

[9] Quando l’arcangelo Michele, in contrasto con il diavolo, discuteva per avere il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!

10  Οὗτοι δὲ ὅσα μὲν οὐκ οἴδασιν βλασφημοῦσιν, ὅσα δὲ φυσικῶς ὡς τὰ ἄλογα ζῷα ἐπίστανται, ἐν τούτοις φθείρονται.

[10] Costoro invece, mentre insultano tutto ciò che ignorano, si corrompono poi in quelle cose che, come animali irragionevoli, conoscono per mezzo dei sensi.

 

Sintesi per comunicare (Sito)

 

Lectio divina giovedì su Jd 9-10: due versetti che ci hanno posto una serie di domande e di questioni. Abbiamo sottolineato di nuovo la quasi totale assenza di informazioni che ci servirebbero: chi è veramente Giuda l’autore della lettera, da quale comunità scrive, a qule (o quali) comunità si rivolge e soprattutto (nell’economia complessiva dello scritto) chi sono questi “malpensanti” che egli denuncia come “infiltrati” nelle comuntà a portare traviamento e fraintendimento della cosa più preziosa che abbiamo: il Vangelo del Signore Gesù consegnato a noi dai suoi primi testimoni, gli Apostoli.

E dunque quella che doveva essere una lode della fede in Cristo è dovuta diventare anche una appassionata difesa, senza esclusione di colpi, da tutti coloro che nei tempi che oggi chiamiamo “subapostolici” (intorno al 100 d.C.) hanno cominciato un tipo di comportamento che si ripeterà tante volte nei secoli: roporre come dottrina da seguire ed esempio da imitare cose lontanissime dalla retta dottrina e dalla retta morale.

Nei due versetti, oggetto della lectio di giovedì si propongono due riflessioni piuttosto singolari e complicate, vista anche, come abbiamo detto, la difficoltà di collocare il tutto nel tempo e nello spazio.

Nel versetto 9 Giuda continua (dai versetti precedenti) a rimproverare questi falsi maestri e falsi annunciatori della Parola la sfrontatezza con cui si muovo e affrontano le persone e le comunità. Sono sprezzanti e presuntuosi e non si ricordano, dice Giuda, dell’esempio del più grande in cielo e sulla terra, l’arcangelo Michele, angelo (protettore) della nazione ebraica, angelo che come dice il suo nome (mi-ca-el = chi-come-Dio?) è colui il cui impegno primo e totale è l’affermazione ed estensione della signoria di Dio su tutto e su tutti.

Eppure nel libro apocrifo chiamato “Ascensione di Mosè” ecco che Michele non offende e condanna direttamente nemmeno Satana, mentre è impegnato con lui su cui ha più diritto di avere con sé il corpo di Mosè morto sul monte Nebo (Dt 34). E Michele, dice Giuda citando il testo, ha solo detto al satana “Ti giudichi il Signore” quasi a dire a tutti noi che tra i credenti non devono dominare giudizi feroci e discriminazioni, ma un dibattito fraterno e corretto, affidando le persone al Signore più che tentare di distruggerle.

Tra parentesi abbiamo rilevato come l’uso di due apocrifi (i libri alla fine non dichiarati “canonici” cioè ispirati e contenenti la Parola di Dio) abbia per molto tempo fatto dubitare a molte comunità se considerare a sua volta Parola di Dio la stessa lettera di Giuda o no.

Quanto poi al versetto 10 abbiamo un richiamo a tanti discorsi presenti nella filosofia greca, anche se qui le cose sono richiamate in modo un po’ diverso. Questa gente che non sa nemmeno quello che dice, in realtà rientra tra gli “ilici” (persone “materiali”) e gli “psichici” (livello basso della sensibilità umana legata ai sensi del corpo) e non tra gli “pneumatici” (viventi di “pneuma” dello Spirito di Dio, E dunque sono gente come coloro di cui si dice che “vivono e pensano secondo la sensibilità di questo mondo”. Essi insultano le verità e le persone ma in realtà non sanno quello che dicono, viventi più della dimensione “mondana” e “corporea”, schiavi dei loro sensi e del loro basso sentire. Veri valori del vivere presso di loro non esistono e sono a livello degli animali, che non sono dotati di ragione (così almeno si pensava a quel tempo!), e quindi hanno solo reazioni primitive, secondo gli stimoli che i loro sensi ricevono: mangiare, bere, riprodursi, sopraffarsi gli uni gli altri, invidiosi, gelosi, ecc. ecc..

Dunque le comunità che invece hanno ricevuto la meravigliosa vita e lo stupendo dono della Parola di Dio, devono guardarsi da costoro, capaci di fuorviare la mente soprattutto dei più deboli nella fede e nel retto comportamento secondo il Signore Gesù.