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Lectio dal 4.4.24

142 – 4 aprile 2024 – Miele da Filippesi (2)

 

Lectio del 4.4.24

 

Testo greco dalla lettera di Paolo ai Filippesi (2,5-11)

5τοῦτο ⸀φρονεῖτε ἐν ὑμῖν ὃ καὶ ἐν Χριστῷ Ἰησοῦ, 6ὃς ἐν μορφῇ θεοῦ ὑπάρχων οὐχ ἁρπαγμὸν ἡγήσατο τὸ εἶναι ἴσα θεῷ, 7ἀλλὰ ἑαυτὸν ἐκένωσεν μορφὴν δούλου λαβών, ἐν ὁμοιώματι ἀνθρώπων γενόμενος· καὶ σχήματι εὑρεθεὶς ὡς ἄνθρωπος 8ἐταπείνωσεν ἑαυτὸν γενόμενος ὑπήκοος μέχρι θανάτου, θανάτου δὲ σταυροῦ· 9διὸ καὶ ὁ θεὸς αὐτὸν ὑπερύψωσεν, καὶ ἐχαρίσατο αὐτῷ ⸀τὸ ὄνομα τὸ ὑπὲρ πᾶν ὄνομα, 10ἵνα ἐν τῷ ὀνόματι Ἰησοῦ πᾶν γόνυ κάμψῃ ἐπουρανίων καὶ ἐπιγείων καὶ καταχθονίων, 11καὶ πᾶσα γλῶσσα ἐξομολογήσηται ὅτι κύριος Ἰησοῦς Χριστὸς εἰς δόξαν θεοῦ πατρός.

Testo italiano:

5Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù:
6egli, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio l’essere come Dio,
7ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo, 8umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
9Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome,
10perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi

nei cieli, sulla terra e sotto terra,
11e ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è Signore!”, a gloria di Dio Padre.

 

Nel primo giorno utile dopo Pasqua, il giovedì di Pasqua, abbiamo ripreso la nostra meditazione contemplativa delle “Parole dalla Parola”, che abbiamo chiamato “miele dalla Bibbia, miele dalla roccia”..

In questo appuntamento abbiamo ripercorso il brano centrale della lettera di Paolo ai Filippesi, il cosiddetto “Inno cristologico” o “Inno ai Filippesi”: Fl 2,5-11. L’inizio è fondamentale e fantastico e rende ragione dell’inno stesso: “abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”. Per fare comunità (rileggiamo i versetti 2,1-4) occorre ripercorrere anche noi la strada di Gesù, il cammino di abbassamento totale per poi avere in dono l’innalzamento totale. Il Figlio di Dio è riuscito a mettersi come “tra parentesi” il suo essere nella forma, nella natura del Padre (in greco la “morphè”). E Paolo lo dice tramite un verbo terribile: “ekènosen”, si svuotò, tolse sé da sé, fece spazio nella sua stessa persona per riempirsi della nostra povera umanità, assunta nella sua condizione più bassa, più infima, la condizione di schiavo, servo di tutti, sottomesso a tutti, sottomesso a Dio Padre per tutti noi..

In questo incontro del nostro cammino abbiamo sottolineato anche le parole originali greche usate da Paolo, una cosa che ci siamo ripromessi di fare semre più spesso per assaporare direttamente e da vicino la Parola di Dio nelle sue espressioni originarie. Per esempio abbiamo sottolineato che la confessione di fede di ogni lingua nei riguardi di Gesù è assoluta, senza articoli, senza altre connotazioni “κύριος Ἰησοῦς Χριστὸς” (2,11) (kyrios Iesùs Christòs: Signore Gesù Cristo): Gesù Messia, pienezza della storia di Dio, è Signore universale e assoluto dall’inizio alla fine del mondo.

Per questo tipo di cose ho suggerito di conoscere il sito www.bibbiaedu.it, un sito ufficiale della Chiesa cattolica italiana (della sua Conferenza episcopale) dove c’è il testo integrale della Bibbia in ben otto versioni. Il sito è fatto molto bene, e noi esortiamo a usare, per la versione italiana, l’ultima versione fatta, la 2008.

In questo abbassamento/innalzamento c’è tutta la vicenda del Gesù Cristo uomo, uno di noi e insieme Figlio unigenito di Dio Padre, che ha dato la sua vita per farci appartenere al Padre, per essere con lui, suoi amici, suo corpo, sua comunità.

Veramente dovremmo imparare e memoria questo testo, come tanti altri, e portarcelo dietro ogni giorno e ogni tanto dirlo come preghiera di lode e di benedizione a Dio in Cristo, riconoscendo che egli è il nostro tutto. Se ogni lingua tanto più la nostra deve gridare ogni giorno “Signore Gesù Cristo!”