Lectio del 5.5.22

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Testo:

Lc 14,26-33

[26] «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.

[27] Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.

[28] Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine?

[29] Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo,

[30] dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.

[31] Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?

[32] Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.

[33] Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Eb 10,26-31

[26] Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati,

[27] ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli.

[28] Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni.

[29] Di quanto peggiore castigo pensate che sarà giudicato meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell’alleanza, dal quale è stato santificato, e avrà disprezzato lo Spirito della grazia?

[30] Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo.

[31] È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!

Mt 18,21-22

[21] Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».

[22] E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

 

Analisi e riflessione (di preparazione)

 

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Il saggio credente giorno e notte medita la Parola del suo Signore (Sl 1,2)

Dopo aver concluso la “lectio divina” continuativa della prima lettera di Pietro, abbiamo deciso (con chi era collegato) di fare un periodo di esperienza diversa della Parola del Signore. Non lettura e meditazione continuativa di un libro, ma serie di incontri a temi singoli, temi che possono essere proposti da chiunque di noi, presenti e non. L’importante è che la Parola sia presente e viva nella nostra vita quotidiana e noi ci nutriamo da ciò che esce dalla bocca del Signore.

Come prima serie di incontri abbiamo scelto un titolo così: “Parole difficili o contrastanti nella Bibbia”. Riferendoci a tante espressioni bibliche che parlano del credente che prima, come bambino appena nato, si ciba di latte, e poi, cresciuto, passa al pane più consistente e duro, vogliamo affrontare dei temi non proprio facili da pensare e “digerire” ruminandoli con la mente e con il cuore.

Senza la fretta di capire tutto o risolvere ogni problematica, proveremo a conoscere e valutare testi che sono oggettivamente non facili e che facciamo tutti fatica a mettere in pratica nella nostra vita.

Giovedì abbiamo proposto due testi: Lc 14,26-33 (chi non da via ogni suo avere non può essere mio discepolo) e Eb 10,26-31 (terribile cadere nelle mani del Dio vivente). Uno di noi ha però subito contrapposto Mt 18,21-22 (ti dico di perdonare non sette volte ma settanta volte sette: se così è chiesto all’uomo, come sarà Dio?).

In questa piccola notizia non possiamo ovviamente approfondire nemmeno un po’ la problematica posta da testi come questi. Voi sul mio colloquio su You tube eventualmente.

Intanto facciamo tesoro almeno di due cose: la nostra fede ha contenuti che richiedono serietà di riflessione e di impegno di vita. L’ideale proposto è altissimo, soprattutto da Gesù. E secondo: intanto lasciamo “lì” queste parole, prendiamo atto che esistono e cominciamo a lavorarci intorno..

Preghiamo per la pace, preghiamo per rimanere “stretti” nelle mani del nostro Pastore, Gesù, unica rivelazione di Dio..