Lectio divina del 6.5.21

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Testo:

17  Καὶ εἰ πατέρα ἐπικαλεῖσθε τὸν ἀπροσωπολήμπτως κρίνοντα κατὰ τὸ ἑκάστου ἔργον, ἐν φόβῳ τὸν τῆς παροικίας ὑμῶν χρόνον ἀναστράφητε·

17 E se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri.

Analisi e riflessione (di preparazione)

17  Καὶ εἰ πατέρα ἐπικαλεῖσθε=”chiamare Padre” Dio è proprio di Gesù e dietro questo “patèra” possiamo leggere il modo speciali come Gesù chiama Dio, cioè “abbà”. Alla radice di ogni nostra storia e dei nostri comportamenti c’è un Dio che sentiamo e viviamo come “padre”, non padrone, non signore assoluto, non tiranno, ma fonte di vita, compagno di vita e donatore di vita eterna nel suo Figlio per la potenza del suo Spirito.

τὸν ἀπροσωπολήμπτως κρίνοντα=”prosopon” è il volto, la maschera, è come appariamo agli altri, la nostra identità pubblica. Dio non bada questa identità, se importante o povera, Dio guarda i fatti.

κατὰ τὸ ἑκάστου ἔργον,=il cammino della fede che si sta delineando è molto concreto: le opere di ognuno riveleranno il cuore delle persone

ἐν φόβῳ=il “fobos” è letterarlmente la paura, il timore. Qualcuno suggerisce di tradurre “da timorati di Dio”. A me piace proporre l’interpretazione di Agostino: c’è un timore da schiavi che è fare le cose per paura dei castighi, e poi c’è il timore puro, santo, che dura sempre proprio dei figli che fanno le cose perché a loro dispiace se il padre, che amano, fosse rattristato in qualche cosa a causa loro.  L’adultera teme il ritorno dello sposo e di essere scoperta; la sposa casa si preoccupa che l’arrivo dello sposo non la trovi perfetta.

τὸν τῆς παροικίας ὑμῶν χρόνον= “paroikìa” (oikos=casa) è essere tra le case, vicini e insieme non dentro le case degli uomini, quindi in una condizione di precarietà, di non totale integrazione per nascita; quindi, come traducono, “in un pellegrinaggio”, di passaggio.. Ma come il “parepidèmiois” del versetto 1 è piuttosto la condizione particolare dei destinatari della lettera (da Roma poi dispersi in varie parti dell’impero, come questi che sono nelle regioni dell’Asia), ma che diventa una condizione caratteristica di ogni credente: “nel mondo, ma non del mondo” (Gv 17,14-16)

ἀναστράφητε·= girate di 180°, cambiate di segno, riprendete in altro modo. E’ l’appello a vivere una nuova vita, di cui è pervasa tutta una lettera. Perché il punto di riferimento, di sostegno, e il punto di arrivo non è più la vita umana ma il vivere in Dio e con Dio

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Nel sangue vivente e nell’amore di Gesù morto una volta per sempre e ora Vivente per sempre.

Giovedi, proseguendo la lectio divina sulla prima lettera di Pietro, abbiamo ascoltato, meditato e condiviso il versetto 1,17: E se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri.”. Questo Santo che ci chiama ad una vita concreta di santità non è altri che l’”Abbà” di Gesù (“chiamate Padre” è espressione di Gesù!). Dunque l’impegno di vivere con armonia davanti a Dio e con i fratelli e sorelle riposa sul cuore del Padre. A sua volta questo Padre, che in Gesù ci plasma col suo Spirito di santità, è una persona “seria”, cioè non si accontenta di parole, ma guarda e guarderà le opere che avremo compiute, come nella parabola dei talenti! Per questo Pietro suggerisce la parola “timore”. Come dice sant’Agostino, c’è un timore da schiavi nella paura del castigo e c’è un timore bello e puro che dura sempre e che è sforzarsi in ogni modo di non dispiacere a Dio mai. Qualcuno ha suggerito “vivere da timorati di Dio”, nella consapevolezza che Dio ci ama ma è anche infinitamente più grande di noi.

Infine “come stranieri” nel testo originale è la parola “paroikìa”, l’essere presenti tra le case degli uomini, integrati, eppur diversi come abbiamo detto al v. 1. Siamo testimoni nel mondo dell’amore del Padre in Gesù per la potenza dello Spirito, ma non siamo riducibili al mondo semplicemente. Il nostro cuore e la nostra vita annunciano qualcosa di diverso, qualcosa che è in cammino verso un compimento..

Vi aspetto sempre tutti e tutte lunedì e giovedì, ore 21, su meet.jit.si/VediamociConPrimo. Coraggio! Camminiamo insieme.. Aperto a qualsiasi altra proposta pur di crescere insieme nell’ascolto della Parola e nell’amore di Dio e tra di noi..