Lectio divina del 29.7.21
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Testo:
11 Ἀγαπητοί, παρακαλῶ ὡς παροίκους καὶ παρεπιδήμους ἀπέχεσθαι τῶν σαρκικῶν ἐπιθυμιῶν, αἵτινες στρατεύονται κατὰ τῆς ψυχῆς·
11 Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima.
12 τὴν ἀναστροφὴν ὑμῶν ⸂ἐν τοῖς ἔθνεσιν ἔχοντες καλήν⸃, ἵνα, ἐν ᾧ καταλαλοῦσιν ὑμῶν ὡς κακοποιῶν, ἐκ τῶν καλῶν ἔργων ⸀ἐποπτεύοντες δοξάσωσι τὸν θεὸν ἐν ἡμέρᾳ ἐπισκοπῆς.
12 Tenete una condotta esemplare fra i pagani perché, mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere diano gloria a Dio nel giorno della sua visita.
Analisi e riflessione (di preparazione)
11 Ἀγαπητοί,= Carissimi (si traduce), amati fratelli in Dio. Pietro sente e dice di amarli. Di loro gli importa
παρακαλῶ = esorto, cioè dico con forza, ripetendolo spesso
ὡς παροίκους καὶ παρεπιδήμους = la CEI ha tradotto “stranieri e pellegrini”, in realtà si tratta dei credenti (come ha già detto sopra) che vivono tra le case dei residenti, giunti e stabilitisi qui (probabilmente da Roma) e ora nella condizione di “rifugiati”, “tra noi ma non dei nostri”..
ἀπέχεσθαι τῶν σαρκικῶν ἐπιθυμιῶν, = la lotta personale che ognuno deve sostenere contro i desideri non corretti che nascono dalla propria condizione “di carne”, di terra, di umanità nei suoi bassi livelli
αἵτινες στρατεύονται κατὰ τῆς ψυχῆς· = ognuno di noi, se vuole crescere verso atmosfere migliori deve fare fuerra a se stesso, cioè guidarsi, contenersi, correggersi, anche schiaffeggiarsi con forza.. ma per aiutarsi essere diversi
12 τὴν ἀναστροφὴν ὑμῶν ⸂ἐν τοῖς ἔθνεσιν ἔχοντες καλήν⸃, = un bel comportamento dei credenti in mezzo a queste genti tra le quali ci siamo come uguali e insieme diversi. Un comportamento bello a vedersi, buono..
ἵνα, ἐν ᾧ καταλαλοῦσιν ὑμῶν ὡς κακοποιῶν, = di fatto le genti tra le quali arriviamo normalmente hanno come prima reazione (così la storia!!) quella di parlare male di noi, quasi fossimo cattivi e apportatori di disgrazia..
ἐκ τῶν καλῶν ἔργων ⸀ἐποπτεύοντες = ma dovranno scoprire la bellezza e bontà (kalòs ha ambedue i significati) delle nostre opere concrete, del nostro comportamento in mezzo a loro
δοξάσωσι τὸν θεὸν = e dalla bocca di chi ci avrà giudicato sgorgherà invece la lode al posto del biasimo
ἐν ἡμέρᾳ ἐπισκοπῆς. = quando sarà il “giorno della visita”, il giorno della “valutazione”, della “verifica” (dalla radice di epìskopos, vescovo, sovrintendente..)
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Giovedì due stupendi versetti (meravigliosi come sempre) 1Pt 2,11-12: “11 Carissimi, io vi esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dai cattivi desideri della carne, che fanno guerra all’anima. 12 Tenete una condotta esemplare fra i pagani perché, mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere diano gloria a Dio nel giorno della sua visita”. Pietro ricorda ai destinatari della lettera, come ha fatto all’inizio, che hanno fissato dimora tra gente di altro genere, di altri popoli. Più che “stranieri e pellegrini” il testo greco dice “dimoranti tra le case e sparpagliati in mezzo alle dimore degli uomini”. Sono credenti che hanno preso dimora dopo essere venuti via (probabilmente da Roma). Ma ora è il momento di dare testimonianza della loro fede. Ed è una lotta, una lotta duplice: in se stessi (in noi stessi) per tenere a bada le pulsioni e i sentimenti che “tirano” la nostra carne ora verso una cosa ora verso un’altra. Secondo la saggezza umana e cristiana noi invece dobbiamo cercare di indirizzare la nostra umanità secondo la fede e l’amore di Dio in Gesù (perdono, servizio, accoglienza, mansuetudine..). E poi, dice Pietro, la lotta oltre che personale è anche pubblica, con chi ci disprezza e perseguita. Beh, dobbiamo arrivare a far loro cambiare idea. E solo con la nostra testimonianza esemplare!
Con Gesù diciamo: Abbà nelle tue mani affido la mia vita..