Lectio divina del 27.1.22

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 Testo:

12 Ἀγαπητοί, μὴ ξενίζεσθε τῇ ἐν ὑμῖν πυρώσει πρὸς πειρασμὸν ὑμῖν γινομένῃ ὡς ξένου ὑμῖν συμβαίνοντος,

 12 Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano.

 13 ἀλλὰ καθὸ κοινωνεῖτε τοῖς τοῦ Χριστοῦ παθήμασιν χαίρετε, ἵνα καὶ ἐν τῇ ἀποκαλύψει τῆς δόξης αὐτοῦ χαρῆτε ἀγαλλιώμενοι.

13 Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare.

Analisi e riflessione (di preparazione)

 

12 Ἀγαπητοί, = Carissimi (amati dalla carità del Signore)

μὴ ξενίζεσθε = lett. non “straniatevi”, non pensate sia cosa strada

τῇ ἐν ὑμῖν πυρώσει = la “pyrosis” letteralmente “l’incendio” è il fuoco della persecuzione, che ci prova come oro nel crogiuolo

πρὸς πειρασμὸν = la persecuzione permessa da Dio come prova

ὑμῖν γινομένῃ = accaduta a voi

ὡς ξένου ὑμῖν συμβαίνοντος, come, ripete, fosse qualcosa di strano, di incomprensibile, di “non appartenente” alla nostra vitan

13 ἀλλὰ καθὸ κοινωνεῖτε = e qui entra in ballo la “comunità”, la “koinonìa”

τοῖς τοῦ Χριστοῦ πlαθήμασιν χαίρετε, = con le sofferenze di Gesù avvenute, ricordiamo, una volta per tutte

ἵνα καὶ ἐν τῇ ἀποκαλύψει τῆς δόξης αὐτοῦ = l’apocalisse della sua gloria

χαρῆτε ἀγαλλιώμενοι. gioire esultanti, gioire al massimo, gioire con forza e per sempre.. “canteremo, loderemo, ameremo” (Agostino)

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Vieni Spirito della luce, che trasformi in luce anche le tenebre più fitte..

Giovedì abbiamo meditato, nella nostra lectio settimanale, sulla prima lettera di Pietro, i due versetti 4,12-13. Pietro continua la sua esortazione ai cristiani dispersi nei territori dell’Asia Minore (l’attuale Turchia) parlando della persecuzione che come credenti devono subire dal sistema politico e sociale. In questi versetti, oltre al fatto, ormai affermato più volte, che soffrire è un modo privilegiato per partecipare in noi alla vicenda incarnata di Gesù (che soffrì e morì una volta per sempre), c’è anche un’altra affermazione: non vi sembri strano, o fuor di luogo, questo “incendio” di persecuzione che tenta di bruciare la vostra vita. In sostanza si dice che la prova, la sofferenza ingiusta, sono realtà che “appartengono” al credente, proprio per la sua unione conformità a Gesù. Sarebbe “strano” il non dover soffrire! Perché nella sofferenza per il suo Nome, che pure come la sua passa e passerà c’è un qualcosa di altissimo e infinito: la “koinonìa”, la comunione, la condivisione stretta, la vera nostra sequela rispetto al nostro Maestro. Direi di prendere in questa direzione anche tutte le prove del momento presente!

Vi aspettiamo numerosi al lunedì e giovedì su meet.jit.si/Vediamoci con Primo. Lunedì 31 parleremo dei nuovi passi sulla sinodalità..