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La pace e la gioia vera siano con noi. Un piccolo pensiero sull’incontro di lunedì scorso. Mi raccomando: tutti prendiamo l’abitudine, se ancora non ce l’abbiamo, di avere la Parola di Dio scritta, la Bibbia tra le mani almeno qualche minuto al giorno. E magari anche qualche scritto di autore spirituale.

Lunedì abbiamo parlato della comunicazione, cioè della parola, sia umana che divina, che storicamente, nel suo cammino storico, intrecciato a quello dell’umanità, per lungo tempo è stata parola “detta”, quindi tramandata, raccontata, riplasmata a seconda delle situazioni e delle culture. Fatti originariamente avvenuti che poi si sono trasmessi di bocca in bocca. E quelli ritenuti importanti hanno formato la “tradizione orale”, il “raccontare”, la parola raccontata di padre in figlio.. Rileggiamo Deuteronomio 4!

Poi, soprattutto le parole che hanno vincolato la vita delle persone, come alleanze e leggi, la comunicazione verbale è divenuta scritto. Tante volte nella Bibbia si raccomanda di scrivere le parole e le leggi. Punto centrale è il momento del Sinai, quando, secondo la Parola che ci è annunciata, Dio stesso ordinò di scrivere le 10 Parole. Lentamente poi si sono formate tanti scritti, espressione di tradizioni anche diverse (che vengono chiamate oggi tradizione jahvista, elohista, sacerdotale..). Punto determinante in cui c’è stato un vero e proprio cambiamento di passo l’anno 400 avanti Cristo, quando, al ritorno dall’esilio, i sacerdoti del tempio di Gerusalemme decisero di raccogliere tutte le tradizioni orali e scritte ritenute importanti e collegate all’esperienza di Dio nei libri della Legge, nei libri “storici” e nei libri profetici e sapienziali. Da Allora se ne sono aggiunti altri, di libri, fino al famoso anno 99, di cui abbiamo parlato.

Ci risentiamo. Vi prego, cogliamo tutti questa possibilità di conoscere, ascoltare e vivere con più consapevolezza la Parola. “Sia la tua Parola lampada alla mia strada” (Saldo 118/119,105)