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Preparazione
L’affermazione più originale e determinante del passaggio è quello di Es. 12: l’angelo sterminatore che “passa” in terra d’Egitto e per alcuni il suo passaggio è morte (gli Egiziani e i loro primogeniti) e per altri è inizio di nuova vita (gli Israeliti):
Es 12,11-14
[11] Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!
[12] In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore!
[13] Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto.
[14] Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne.
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Alcuni pensieri riassuntivi sull’incontro di Lunedì il cui tema è stato “Pessàh”, cioè Pasqua. Molti pensano che la Pasqua (Pessah=Passaggio) riguardi la celebrazione del passaggio di Israele nel Mar Rosso. Invece il senso primo della memoria (dello ziqqaròn ebraico) è il passaggio del Signore/angelo sterminatore in Egitto in Esodo 12, passaggio di morte per i primogeniti degli Egiziani e passaggio di vita per le famiglie ebree che hanno posto il sangue dell’agnello sugli stipiti delle porte. Stasera, giovedì santo, proclameremo di nuovo quel testo Poi a partire da quel passaggio (“E’ la Pasqua del Signore” si dice) il concetto di Pasqua e della celebrazione ad essa associato (fatto al centro del primo mese dell’anno lunare, Nisan, marzo-aprile, festa di primavera e delle primizie offerte a Dio) si è allargato a dismisura per cui la Pasqua diventa il modo di essere e di vivere dell’uomo dentro al tempo lineare e insieme circolare: all’inizio dei tempi la Pasqua della creazione, dal nulla alla vita, poi dall’Egitto al deserto, terza Pasqua il passaggio dal deserto alla terra promessa attraverso il Giordano, quarta dall’esilio di Babilonia alla terra d’Israele, quinta il passaggio di Gesù dal Padre a noi e poi da noi al Padre nella sua Pasqua di morte e risurrezione, sesta la nostra Pasqua nel passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo e camminare in Gesù e settima la Pasqua della vita eterna, da questo tempo all’eternità.
Tema stupendo e densissimo, ricco di echi e significati. Peccato che siamo così pochi a sviscerarlo insieme!
Stasera, la lectio del giovedì sarà in forma di lettura continua, come facciamo ogni anno, dei discorsi di addio di Gesù in Giovanni, dal capitolo 13 al 17. Ritroviamoci insieme per “accontentare” almeno in questo Gesù (“non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me” (Mc 14,37)
Collegamento come sempre: meet.jit.si/VediamociConPrimo ore 21.