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23 ottobre 2023

53. 1Co. Prima Lettera ai Corinzi (3). Capp.5-6-7. Incestuoso, tribunali pagani, consacrazione e matrimonio

Riflessione sul sito

Tre capitoli forti e densi quelli conosciuti nel nostro incontro di lunedì a proposito della prima lettera di Paolo ai Corinzi che è sotto la nostra lente di ingrandimento in questo nostro cammino di conoscenza dei libri biblici.

Paolo tratta questioni che gli hanno riferito o addirittura su cui i Corinzi hanno chiesto il suo parere per iscritto. Il suo metodo è sempre il solito: partire da una situazione concreta o una problematica ben definita per salire alle affermazioni più alte, complesse e onnicomprensive. Nel caso di questi tre capitoli si tratta delle seguenti questioni:

1) un uomo convive con la moglie di suo padre, “matrigna” come si dice. E’ una situazione immorale che è difficile trovare anche tra i pagani! E da qui Paolo allarga lo sguardo al valore e al ruolo della corporeità nella vita di fede, del corpo come tempio dello Spirito, della vita di fede che ci deve coinvolgere tutti e tutto, corpo e spirito, perché per tutti noi e tutta la nostra realtà Cristo ha offerto se stesso. E nella sua Pasqua Cristo è stato immolato agnello senza macchia per fare di noi tutti la sua Chiesa, il suo Corpo, le sue membra. Come prendere dunque le membra del corpo di Cristo e farne membra di prostituzione? Dunque Paolo ci insegna a “risalire” verso i principi “fontali”, fonte che devono motivare il nostro comportamento e le nostre scelte fino in fondo.

2) Paolo sente dire che membri della comunità cristiana hanno preso l’abitudine di andare a trattare e dirimere le loro controversie (soprattutto economiche) davanti ai tribunali pagani. E Paolo, cercando di far “tornare al cuore” queste persone, grida: già è una vergogna che fra cristiani ci siano liti e contese, laddove l’amore dovrebbe regnare sovrano incontrastato. Ma poi fare questo rimettendosi alla valutazione e al giudizio dei pagani vuol dire proprio aver abdicato ad ogni ricchezza di cuore e di mente che lo Spirito dona ai credenti in Cristo. Ormai i cristiani devono essere consapevoli (e comportarsi di conseguenza!) di aver la possibilità di vivere in una atmosfera ben superiore, dello Spirito e non della carne. Dunque sia la carità sempre, la carità del Padre in Cristo per la potenza dello Spirito, a regolare rapporti ed eventuali problemi fra credenti. “Perché non lasciarvi spogliare di ciò che vi appartiene?” (v.7), perché voi siete chiamati ad essere superiori, e a giudicare e salvare il mondo e non a diventare addirittura schiavi del sistema lontano da Dio, il sistema pagano!

3) E poi il capitolo 7, un capitolo fondamentale per tutta la storia della Chiesa fino ad oggi. Paolo tratta le problematiche della vita sessuale e matrimoniale da dentro il suo modo di pensare e di vedere (suo di Paolo e suo del suo tempo: ognuno vive nella sua molecola!). Quindi tanti, anche credenti, troveranno faticose o addirittura impossibili da digerire tante affermazioni e disposizioni date dall’Apostolo. In questo occorre comunque fare opera di vera interpretazione della Parola perché i valori fondamentali e imperdibili trovino realizzazione e collocazione nei cuori e nelle sensibilità di ogni tempo.

Detto questo, vediamo in breve quanto dice Paolo nel capitolo 7. Egli cammina su un sovrano equilibrio fra aspetti che poi non sempre sono stati trattati e vissuti con lo stesso equilibrio da tanti cristiani lungo i secoli. I punti sono i seguenti: a) siamo ormai alla fine dei tempi; b) dunque riprodursi e continuare la specie non è più così essenziale; c) dunque io, Paolo, vorrei che tutti foste come me, non per un ordine ma per un consiglio, perché chi non è sposato può mettere Gesù al primo posto (abbiamo letto anche Mt 19 sugli eunuchi per libera volontà!); d) però chi sente che la sua strada è sposarsi lo faccia pure con libertà e da cristiano cioè donando se stesso all’altro totalmente ogni giorno. Quindi ecco la frase così cara alle persone spirituali di ogni tempo: sposarsi è bene, non sposarsi è meglio. Passa infatti “la figura di questo mono”!